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sabato 23 nov
  • Piscio sonoro

    Ore 11 am, sono seduto sul divano a leggere, le finestre di casa mia affacciano su via Magione, non fa proprio caldo ma sono socchiuse, è l’inizio di gennaio e a quest’ora il traffico di auto passanti non è intenso. Si sentono, mi piace sentirle, le voci del quartiere. Fino a che, lo si percepisce con un certo anticipo, non arriva lo swoom di un woofer a manetta, stump stump stump, mi alzo dal divano per curiosità e per chiudere le ante. Una panda verde pisello, modello 1988, da cui si propaga il verbo musicale di un indigeno a cui si augura, con tutto il cuore, una lunga profilassi futura presso un centro di audiolesi.

    Ore 2 pm, provo a vedere un telegiornale locale giusto per il prio di sapere cose che non mi riguardano ma che possono diventare chiacchiericcio da bar. La stanza è la stessa, la casa questa è, il divano pure. Le persiane sono socchiuse, magari mi appisolo pure, e le ante chiuse per il cambio repentino di temperatura. Fuori, alcune folate di vento fanno sbattere le persiane del vicino di casa. Si prospetta una serata di maltempo, forse. Ed ecco che ritorna, o è un altro, stavolta non mi affaccio proprio, il riverbero lontano del solito passeggiatore sonoro: questo è neomelodico, palermitano naturalizzato partenopeo, che fa sapere a tutto il quartiere quanto vuole bene a Serena e quanto gliene vorrà per sempre.

    Ore 10 pm, nemmeno a dirlo, e non mi ci metto a raccontare come passo le serate ma, giusto per capirci, ero nel mezzo di un bel film, che ritorna, di passaggio da via Magione, un neomelodico tarantellaro postfunk con venature rockettare, sempre volume a manetta, e mi sorge un dubbio, una questione antropologica: sono debitori di una crisi che sfocia nell’esigenza di dirlo a tutti oppure stanno testando nuovi modelli di cervello umano? Il livello di decibel all’interno del mio appartamento sfiora l’overdose, per cui penso che all’interno del minuscolo habitat in cui si trovano quei soggetti si raggiunga a grandi falcate il misticismo ascetico.

    Ore 3 am, un boato, un’onda sonora di milioni di decibel, investe il quartiere, wooom, silenzio, stompp, la bacchetta di un batterista raggiunge il rullante e con un solo battito, amplificato da un impianto di mille megatoni, fa saltare, esplodere, i vetri alle finestre, centinaia di vetri che si frantumano all’unisono, il suono della chitarra arriva in delay, ma dopo, molto dopo. Apro gli occhi, clicco sul pulsante dell’abat-jour e mi rendo conto che non posso scendere dal letto perché i minuscoli frammenti di vetro sbrilluccicano dovunque. Con un certo impegno mi affaccio dal materasso per prendere le pantofole, le scuoto, vetri pure lì. Mi pungo, sangue, mi sveglio, stavo sognando.

    Ore 8 am, non è cambiato niente, è ancora lì, lo sento, sta arrivando, tra il biscotto che tento di immergere nel the e i clacson mattutini che cercano di sbrogliare un ingorgo congenito a quel quartiere, o concepito per quella strada, soprattutto da quando vi si è installata una delle sedi del Municipio. Imperterrito, non gliene frega niente del mondo che gli vive attorno, è lui, stomp stum stum, fa il suo giro per i quartieri della città di Palermo per segnare il territorio col piscio sonoro che gli va di spruzzare qua e là, inondando tutto e tutti, seppure per un momento. Oppure dice «ricordatevi che devo morire, e pure voi» (Esodo 12,22-24), se qui spruzzo il mio piscio significa che siete salvi. Pensateci!

    Palermo
  • 30 commenti a “Piscio sonoro”

    1. Ma che piscio veramente.
      Post bellissimo, eccezionale.

    2. Egregio Cogliandro,
      ho gustato fino in fondo il suo post.. mi rendo conto che la sua situazione non e’ piacevole, e mi dispiace di godere delle disgrazie altrui, ma ha una penna eccellente (considererebbe un’altra professione?); ha catturato perfettamente, come in una fotografia, una tipica contraddizione palermitana… mi auguro che continui a scrivere, possibilmente di problemi differenti… quanto al “piscio sonoro”: 1) vetri doppi antiproiettile 2) un bazooka (giocattolo), da puntare con fare intimidatorio la prossima volta che la macchina passa!

    3. Il reato di disturbo della quiete pubblica esiste?

    4. Certo che esiste, sono altamente infastidito anch’io questo tipo di comportamento ma figuriamoci se viene applicata qualche tipo di contravvenzione…qui anche per le cose più gravi ce la passiamo liscia. (Pensa: auto in sosta nella preferenziale che bloccano un ambulanza in emergenza)

    5. Dimenticavo, complimenti Domenico per aver contrastato con il tuo Post Aulico la regressione evolutiva di questi subnormali

    6. …saranno gli stessi che ogni sera passano da via della chiesa ( uditore)…???? chissà..che gli possano scoppiare le gomme ..tutte le sere…bye

    7. i tasci/malacarne…bisognerebbe sterilizzarli.

    8. @Bir Hakeim
      Sono d’accordissimo con te! Per l’autore del post: complimenti, splendido post, mi ha fatto sorridere amaramente. Anche io sono vittima di queste creature rumorose che deambulano nelle loro carrette superamplificate. In particolare, vivendo a piano terra, soffro anche del passaggio anche notturno dei motorazzi con marmitte che fanno tanto “scruscio”, ma prima o poi una macchia d’olio la dovranno prendere tutti e si autoestingueranno…

    9. Una cosa che modestamente mi chiedo (mi lancio in un po’ di psico-sociologia spicciola…) è: Ma quale pensano sia il beneficio di circolare sparando musica a questi volumi? In certi contesti sociali dà un certo status? E’ semplice manifestazione, in particolare a sè stessi, di esistere? Permette di aumentare il numero di partner sessuali? E’ manifestazione di prepotenza verso il prossimo? E’ l’ennesimo caso di ostentazione di sano disprezzo per le regole di convivenza civile?

    10. @mr wrong
      Credo che i tasci facciano a gara a chi ha in macchina l’impianto stereo più potente. Molti addirittura per ospitare casse più grandi rinunciano perennemente al portabagagli dell’auto, interamente occupato dalle casse stesse (non scherzo).
      Quando vedono che la loro musica a tutto volume dà fastidio agli altri automobilisti/cittadini se ne vantano…

    11. Anch’io, come Mr Wrong, mi sono sempre chiesto quale sia il piacere che li spinge ad inquinare i padiglioni auricolari altrui.
      L’unica risposta che riesco a darmi è che, nella loro ignoranza, siano così presuntuosi da pensare che quello che piace a loro non può che piacere a tutti. Sono convinti di farci un gradito regalo. Il tutto si riassume nella frase “io sugnu u miegghiu”; quindi la mia musica è “a miegghiu” e non può che piacerti.
      Il tascio non si rende conto si essere tascio, altrimenti non lo sarebbe.

    12. sono come i babbuini, che fanno a gara a chi ha il culo più rosso per affermare il loro status di maschio dominante all’interno del branco, ed attirare gli esemplari femminili.
      non vuole essere una battuta, credo che pressappoco i meccanisimi e le ragioni di tali comportamenti esibizionistici siano simili.
      con la differenza che i babbuini non danno fastidio a nessuno.

    13. A tutte quelle persone che ovviamente sono infastidite da tutto questo, ma non c’è ne uno che sia carabiniere, vigile , poliziotto, finanziere o altro, che si prenda la briga di affrontare seriamente il problema??????
      Spesso questi tasci si vedono vagare in pieno centro, e lì si amplifica non solo il suono, ma anche la vergogna del posto in cui si vive.
      …….immondizia a parte.

    14. che post spassoso! Bravo e divertente Domenico!

    15. tutto il mondo é paese!

    16. Bel post! 🙂

    17. @MrWrong
      Me lo sono sempre chiesto anche io e sono riuscito a darmi una parziale soluzione. Molti di noi si realizzano nello studio, nel lavoro, nella famiglia. Questi esseri invece non sanno fare niente, sono di un’ignoranza che non potrebbe neanche essere misurata, non hanno mai studiato un solo giorno nella loro vita, probabilmente come lavoro a malapena avranno qualche bancarella abusiva. Sotto sotto sanno di essere delle nullità e quindi si realizzano nella macchina con lo stereo a palla o nella Panda del 1985 con i led blu… Perchè altro, materialmente, non posso fare. A me in fondo fanno anche un po’ pena…

    18. In zona, via lincoln, facendo due passi, da un auto in corsa musica napoli a tutto volume, il selvaggio lancia un uovo che mi sfiora e va a colorare il muro.Torno indietro cerco d’immettermi in via e. paci. Sento qualcosa, mi fermo e sbircio. Dietro un’auto in sosta una prost. nera e un selvaggio indigeno fanno (si fa per dire) l’amore in piedi sotto una quarantina di balconi. Era mezzanotte, ma succede spessissimo.SI è privi d’affacciare. Sono selvaggiamenti Nostri.

    19. la maggior parte delle volte è richiamo di droga in vendita, tontoloni! lo sanno pure i bambini; solo voi sempre di fronte lo schermo. e uscite, che diamine!

    20. simona, uscire per andare dove? ad incontrare (leggi: farsi aggredire verbalmente e fisicamente) da questi simpatici diffusori di suoni poco graditi? siete troppo furbi, voi che vivete Palermo fino in fondo.. troppo furbi.

    21. e comunque, giusto per sottolineare la furbizia generale, nessuno vi obbliga a dimorare all’interno di zone (oggi considerate chic o chissà cos’altro) ad alta densità macagna: altrove gli affitti sono più bassi, le case più nuove e i pericoli (nonché i fastidi) inferiori.

    22. Effettivamente si potrebbe tutti andare a vivere in zone periferiche a “minore densità macagna”, tipo brancaccio, cep, zen, borgo nuovo, ciaculli, cruillas, romagnolo, acquasanta, falsomiele, bonagia, villagrazia…..ma che bella città!

    23. La macagna rappresenta la maggioranza a Palermo, dovunque vai ne sei assediato. Diciamoci la verità…la città è loro, non ne siamo ospiti

    24. Ah ah bravo spillo andiamo tutti in periferia!!!

    25. Hai detto bene Franz, la città è loro e noi ne siamo ospiti.

    26. Per quanto dovremo soportare ancora la macagna? Ma che abbiamo fatto per meritarci di vivere in questo periodo?Ma veramente è possibile che io alla mia non più giovane età valuti la possibilità di mollare tutto e andare via non so dove?
      Ma non riesce questo popolo di palermitani scontenti (a dir poco) a organizzare quancosa? Magari un No C(ammarata) & L(ombardo) Day?
      Magari ci vestiamo di rosa?

    27. Ehi grazie a chi ha suggeristo risposte alle mie domande pseudo-intellettuali. Questo tema, trattato nell’ottimo post, mi è sembrato che finora fosse sfuggito alle discussioni su Rosalio. Invece secondo me non è per niente trascurabile. Mi associo a chi dice che questi soggetti in fondo fanno pena, ma questo non mi impedisce di desiderare una sana attività repressiva di queste forme di inciviltà. Non sono d’accordo invece con chi dice che in fondo ci si dovrebbe trasferire in zone “più tranquille”. Come cittadini abbiamo il dovere di esigere di non essere disturbati da questa e da altre forme di maleducazione, ovunque decidiamo di andare a vivere.

    28. @Domenico Cogliandro
      Hai usato un linguaggio spassoso ed originale mi sono sbellicato dalle risate, complimenti:)!!
      Peccato che nessuno di questi leggerà mai il tuo post, troppo lungo per il loro piccolo cervello e probabilmente non sanno neanche usare Internet a parte forse per il porno.

      @Quozca
      Riguardo la motivazione che spinge questi ominidi sono perfettamente d’accordo con la tua analisi.
      Il punto è che questi malacarne disturbano tutti e non c’è mai un poliziotto che se li inc…

    29. Mr Wrong,
      il punto è che se dovessimo ragionare “normalmente”, ossia secondo logiche e criteri vigenti ovunque (tranne a Palermo e in qualche altro posticino del terzo mondo), usciremmo dalla realtà. è ovvio che in un teorico mondo normale (che non è Palermo, sottolineo) ogni essere umano -sulla base delle proprie possibilità- dovrebbe essere libero di scegliere dove abitare e dove non abitare; ma qui non è così, purtroppo non è così e non possiamo fare granché. Chiamatemi arreso, ma ormai ragiono così. E penso che chi si ostini a vivere volti e parti di Palermo risaputamente pericolosi, sporchi e di fatto invivibili, in qualche misura si vada a cercare i problemi

    30. Arguto e gradevole.

      Purtroppo c’è qualcuno che equivoca, o per interesse, o per una raffinatezza intellettuale portata oltre il legittimo confine dello snobismo.

      Il primo caso è rappresentato dalla signora del panificio sotto casa: quando la strada è bloccata dalle macchine in seconda fila e i clackson entrano in casa anche ben oltre l’ottavo piano lei tranquillamente sostiene che è bello perchè “è vita”!!

      Il secondo da Franco La Cecla che in un recente articolo apparso su R2 di Repubblica ( http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/01/07/ma-evitiamo-ossessione-del-silenzio-totale.html ) sostiene che essere contrari ai rumori della “movida” coincide con lo schierarsi con i sostenitori di un ordine normalizzatore, repressivo, depressivo.

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