Gasparri contro Ciancimino
Ieri Massimo Ciancimino alla presentazione del libro Don Vito (acquisito dalla Procura) ha parlato del clima attorno alle sue dichiarazioni: «Minacce, messaggi, pericoli per me e per la vita dei miei familiari. E poi questo alone di diffidenza che avvolge le mie dichiarazioni. Contro di me ci sono state campagne di stampa e la mobilitazione di reti tv. Perfino interventi di Gasparri senza dire di Dell’Utri che vorrebbe prendermi a colpi di badile».
Maurizio Gasparri ha risposto: «È un onore essere contestato da un personaggio come Ciancimino junior che la magistratura di Palermo ha rifiutato come teste considerandolo, come è, inattendibile. Porta un cognome carico di vergogna, per l’appartenenza di suo padre alla mafia. La sua famiglia ha campato con proventi di attività illegali. È un disperato che risponderà in tribunale delle sue ingiurie. Gli ricordo uno slogan dei nostri giovani: “meglio un giorno da Borsellino che cent’anni da Ciancimino”. Nessuna pena per lui sarà superiore alla vergogna per il suo nome e per il padre che ha avuto».
Ciancimino ha reso ieri nuove dichiarazioni a Palermo e i relativi verbali sono stati secretati.
Ogni palermitano deve avere molta diffidenza di questo signore, non già per il cognome che porta (lo dice le nostra costituzione che la responsabilità penale è personale, e quindi non può ricadere, insieme alla gogna morale, quella dei padri sui figli), ma per gli imbrogli che ha combinato nella sua vita e per il fatto che ancora deve spiegarci perché si sia deciso a parlare solo adesso di fatti risalenti a 20/30 anni fa.
E, giusto per capirci, non diffido di Gasparri che considero un poveretto
Saluti dalla capitale
certo che ricordare Borsellino e poi fare parte di un partito che massacra la magistratura, che cancellerà a breve le intercettazioni ecc, ci vuole un pelo sullo stomaco del diametro di un metro
Come NON si accucchiano delle buone crocchè: con olio fituso e pariedda spunnata.