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giovedì 19 dic
  • La mafia vista da Londra

    Dopo neanche un mese a Londra tre persone mi hanno chiesto di raccontare loro qualcosa sulla mafia.
    Non ero pronto a questa domanda, non mi era mai successo a Roma.
    Non mi chiedono una cosa specifica. Dicono la parola “mafia”, ed è come se dal nulla dovessi raccontare tutto quello che so.
    E all’inizio quasi mi offendo, perché l’argomento è venuto fuori troppo presto, tra un “da quanto tempo vivi a Londra” e un “come ti chiami”, eppure, a pensarci bene, quando ho conosciuto un tipo iracheno non ho esitato neanch’io a fare la mia bella domanda stronzetta a proposito della guerra.
    Così supero la fase dell’incazzamento, deglutisco, sorrido nervoso, e mi dico: «Ok, adesso hai il potere di creare, in cinque minuti e nel tuo broken english, il concetto di mafia nella mente di questo perfetto sconosciuto».
    Mi passano per la mente le immagini di Blu notte, le fotografie di Letizia Battaglia, i film su Falcone alle scuole elementari, le puntate di Pif su Addiopizzo.
    Il tipo davanti a me ha ancora un mezzo sorriso di cortesia e sta sorseggiando la sua terza pinta.
    Così comincio: «La situazione in Sicilia è abbastanza diversa dalla mafia che hai visto in film come Il Padrino. Ci sono ancora quegli uomini d’onore, ma non siamo più ai tempi dei gangster né quel genere di omicidi. Oggi la mafia fa più affari che omicidi».
    Mi rendo conto di parlare come una puntata di Quark. Allora cerco di pensare a qualcosa di più personale. Ed è più o meno a questo punto che il sangue mi ribolle dentro, e mi vengono in mente immagini che avevo sotterrato in qualche angolo della mia mente.
    Ripenso a quando facevo a botte per giocare a pallone vicino casa.
    Ai bambini che minacciavano di ammazzarmi.
    Al primo “fermo” al Giardino Inglese.
    Alle volte che davo i soldi ai posteggiatori abusivi.
    Alle volte che ho litigato con i posteggiatori abusivi.
    All’incidente d’auto al Capo con lo spacciatore di turno.

    «Sinceramente penso che il problema non sia la mafia. La mafia non potrebbe esistere senza uno strato molto, molto più grande su cui ha messo le sue radici, che è la cultura mafiosa. In Sicilia viviamo tutti a stretto contatto con questa cultura: o favorisci qualcuno, o ricevi un favore. O qualcuno ti nega qualcosa che ti spetta, o lo neghi tu a qualcun altro. Chi subisce un torto non si ribella più di tanto perché sa che prima o poi arriverà il suo turno di fare un favore o riceverlo».
    Così l’ho detto.
    Una cosa abbastanza grave, credo.
    Una cosa che forse tutti danno per scontato, o che viene ignorata, o che non si conosce. Sinceramente non ne ho idea. Sette anni fa non parlavo di queste cose con i miei amici di Palermo. Non mi interessavano. Non c’erano associazioni come Addiopizzo che cercavano di risvegliare gli animi. Le cose saranno cambiate adesso?
    Lui fa un mezzo sorriso di nuovo, con l’aria di chi ha capito tutto.
    Sorseggia un altro po’ di birra, poi chiede: «E che lavoro fai qui a Londra?».
    Sorrido e bevo un sorso anch’io.
    Mi sento un po’ frastornato dalla serie di emozioni che ha provocato quella domanda: stupore, rabbia, delusione. Ho una gran voglia di dire scusa a quell’iracheno a cui avevo chiesto della guerra.
    Certe cose sono molto complicate da spiegare, e sinceramente non credo che si potranno mai eliminare del tutto.
    Eppure questo non mi discolpa affatto.
    È stato fin troppo facile conviverci tutti i giorni, ignorando la loro esistenza.

    Ospiti
  • 16 commenti a “La mafia vista da Londra”

    1. e sì…è un pò come un iceberg: 9/10 sono sott’acqua.
      si parla dei fatti eclatanti, dei picchi di criminalità, del riciclaggio, degli appalti. poco si parla del substrato di piccole vessazioni, sudditanza psicologica, bisogno del favore. quando alleviamo i nostri figli nella mancanza di regole, diritti e doveri e li facciamo crescere nella cultura della richiesta del favore, penso che il risultato sia scontato.
      come tirarsi fuori dalla palude se ad ogni mossa si affonda un pò di più?

    2. Ottimo post, Luca.

    3. Caro Luca, credo che tu abbia fatto la cosa più evidente in questi casi. Anch’io mi sono trovato alcuni anni fa in una simile situazione. Mi trovavo a Elk Groove Village (Chicago) con connazionali abitanti lì e indigeni. Atorno ad un tavolo durante la cena la moglie (americana e giovane) di un siculo-americano (giovane) mi chiede a bruciapelo notizie della mafia ed io rispondo più o meno come hai risposto tu all’iraniano. Bene, lei alla fine credo sia riuscita a capire poco, soprattutto per la mentalità di noi siciliani di fronte a questo fenomeno. Perché – ha detto – non vi ribellate? Perché non dite tutto alla polizia e li fate arrestare una volta per tutte? Lei non riusciva a capire che la mafia è strutturata in un angolo del nostro cervello, quasi una mutazione genetica evolutiva dell’homo sicilianensis… purtroppo.

    4. E alla domanda “che lavoro fai qui?” tu hai risposto, allargando le braccia: “estorsioni”.
      No, scherzo. Goditi Londra.

    5. comunque non credo che il tuo amico abbia capito. complimenti per il post.. ascolti marianne faithfull?

    6. Avevo un bellissimo appezzamento di terra,con una presenza fastidiosa in quanto il confinante era un mafioso.Nulla quaestio fin tanto che il vicino non decide di mettere il suo cavallo nella mia’ proprieta’.
      Dopo molti mesi decido di andargli a parlare e dopo aver sollevato il problema ricevo questa risposta “Il cavallo salta nel suo terreno di sua volonta’ ma in ogni caso che fastidio le da’” ?
      Morale della favola ,il terreno me lo sono venduto ed oggi quel mafioso è in carcere con una richiesta di condanna all’ergastolo per omicidio..
      Questo serve anche a capire cosa è la Mafia…

    7. me lo chiedono anche a me e allora spiego, ma non mi faccio tutti questi problemi, soldi soldi soldi, sporchi, hai un negozio e se non vuoi problemi gli dai soldi, hai bisogno di droga o cerchi un lavoro, e gli dai soldi, serve o non serve un ponte non importa noi ci mettiamo i soldi e loro mettono poco cemento e fanno soldi, insomma soldi sporchi che vengono puliti, li spediscono che so a Milano e ci costruiscono città, poi con queste città fanno soldi e potere di ricatto su chi le ha costruite, e con questo potere creano un circolo..ovunque ci sono soldi c’è qualche furbo che ne approfitta per reinvestirli, ogni tanto ci scappa qualche centinaio di morti gente onesta con pincipi (sigh!) e gente sporca dentro e collusa, e poi c’è la televisione, il padrino è ambientato prima e poco dopo la guerra e sono passati anche sessanta anni, ma non molto è cambiato.
      sono felice perchè comunque qui a londra mediamente le persone leggono molti giornali quindi queste cose le sanno, sanno che il nostro premier è un pluri indagato sanno che la sicilia e povera ma Bellissima..il problema siamo noi, prova a spiegarlo a un palermitano cosa è la mafia..
      e poi il commento della guerra in Iraq la potevi evitare, ti ricordo che prima del 1991 nonostante Saddam che è sempre stato un mostro, era uno dei paesi arabi più avanzati come servizi medici e scuole, c’era la dittatura ma 2 guerre hanno portato milioni di morti e ripiombato una nazione ricca di petrolio a livello del terzo mondo, e soprattutto non per liberare da Saddam il popolo come ci hanno fatto bere, ma per i Soldi..

    8. Il post è corretto e equilibrato.
      Io avrei risposto così.
      La mafia si fonda su due cose: una è quello strato di “cultura mafiosa”, che poi è l’antica cultura feudale che in Europa è scomparsa da secoli e da noi è sopravvissuta incancrenendosi, come se qualcosa (io penso di sapere cosa) avesse impedito alla Sicilia di avere uno sviluppo da paese europeo normale.
      L’altra, che non hai detto, è il fatto che la politica in Sicilia controlla quasi tutta l’economia. E dove ci sono soldi pubblici c’è potenzialmente corruzione e mafia. La Sicilia è una specie di paese socialista fuori tempo massimo, con la differenza che puoi arricchirti se arrivi ad attaccarti come una sanguisuga al denaro pubblico.
      Poi gli avrei detto anche un’altra cosa. Che la mafia in Sicilia oggi “sta male”, molto male. Perché quella cultura un po’ è in ritirata, le persone oggi “parlano”, e perché non ci sono più soldi pubblici da spartire. E infatti la mafia internazionale italiana oggi è quella dell’Italia meridionale. Chissà, forse ce ne libereremo, nonostante noi. O grazie ad alcuni di noi, a seconda dei punti di vista.

    9. Grazie Massimo, mi hai fornito degli ottimi spunti per la prossima volta.

    10. scusate ma secondo me sta benissimo, il penultimo presidente regionale si è dovuto candidare Senatore, perchè condannato in primo grado per aver passato informazioni segrete su indagini in corso a mafiosi o loro prestanome, l’attuale va in parlamento e in un’aula stracolma di persone elette da noi e pagati profumatamente coi nostri soldi, racconta la favola della teoria dei complotti che la mafia vede in un lui un nemico talmente pericoloso da arrivare addirittura a pensare alla sua eliminazione anche fisica, dicendo poi che non è vero quando la questura smentisce intimidazioni e minacce alla sua persona..
      un presidente che in meno di tre anni ha dovuto cambiare tre giunte perchè a poche poltrone corrispondevano troppe promesse..con alle elezioni più del 60% delle preferenze (neanche in sud-america)
      scusa massimo ma vedo tutto nero, o sono solo realista???

    11. good
      la prossiamo volta che lo chiederanno a me,pensero’ a te, e non nego che a volte la cosa mi ha agevolato ,vedere cambiare atteggiamento e faccia al tuo interlocutore quando aprendo il tuo passaporto c’è scritto,”nato a Palermo”

    12. Davvero un bel post, ma soprattutto una bella risposta, che non meritava assolutamente un cambio di discorso e tanta freddezza/disinteressamento, mi sovviene un dubbio: Non è che chiedere ad un Palermitano/Siciliano della mafia, è diventata routine, un po’ alla maniera della domanda ” Come stai “?

    13. Tonjo, ti ricordo solo Addio Pizzo, Sicindustria e tanti, tanti collaboratori, denunce e arresti che quand’ero più giovane (devo dire così purtroppo) non credevo sarebbero mai arrivati.
      Ti ricordo che a Roma e a Milano c’è solo la Ndrangheta, ti ricordo che Cosa Nostra è tagliata fuori da molti anni dal traffico internazionale illecito e che la branca americana è a brandelli.
      Le convulsioni politiche io le leggo in positivo come la caduta di un muro.
      Sarò un inguaribile ottimista ma mi ostino a vedere il bicchiere ormai un quarto pieno (ieri vuoto) e non mi attardo a vedere i tre quarti vuoti (sui quali hai certo ragione).

    14. @Andrea No, non ascolto marianne faithfull. dovrei provare?

    15. più fastidiosa per me è stata la domanda -come la percepisci la mafia?-
      avrei voluto rispondere
      -è tutto intorno a noi, impalpabile come lo smog e come lo smog pian piano ci avvelena da nord a sud-
      certo al sud…
      certo al sud è peggio, infatti sto al nord ma da qui ho messo a fuoco ciò che prima non vedevo/capivo.
      ad ogni modo quando respiri tanto smog ti sembra impossibile ricordarti com’è respirare aria pulita.

    16. Il primo no, ma il secondo m’avrebbe fatto inca….
      e l’avrei mandato a quel paese. Almeno fallo col quarto…ci sarà…..
      Trovo più preoccupante il degrado e l’illegalità che non si ha voglia di combattere da tutti i fronti. DEGRADO e illegalità sono il mangime per
      la mafia…..che secondo me sta meglio i prima.

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