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giovedì 19 dic
  • Come andare in Grecia senza muoversi da casa

    Tabella del rischio di default (Cma)

    Crisi, piani anti-crisi, credit default swap, spread, P.I.G.S., bond, titoli di Stato, debito pubblico, Grecia, sommosse popolari, salvataggi lacrime e sangue…in questi giorni nei media mondiali non si legge altro che di questo.
    Il mondo oggi non sembra riuscire a stare un po’ tranquillo; vero, ma in fondo qui in Sicilia, soprattutto con l’approssimarsi dell’estate, non va poi così male. In un modo o nell’altro, nonostante qualche difficoltà, si va avanti senza tirare troppo la cinghia, anzi, la maggioranza della popolazione, difficilmente rinuncia a qualcosa.
    Eppure, nel breve-medio periodo, qualcosa potrebbe turbare il nostro indolente tran-tran.
    Giovedì 6 maggio nel silenzio assoluto dei media, la Regione Sicilia, per la prima volta ed all‘improvviso, fa il suo ingresso nella top ten (che onore! Clap, clap…) dei debiti sovrani a rischio default. Cosa? Come? Anche la Sicilia, ma cosa c’entra?
    Vediamo con ordine: secondo la Cma, prestigiosa società che pubblica in tempo reale i dati economici e finanziari delle principali borse anglosassoni, la Regione Sicilia, risulterebbe al decimo posto tra le entità governative (unica non nazionale) con debito pubblico a rischio insolvenza. La Sicilia, si pone infatti in classifica, con un rischio default sul debito sovrano del 23%, immediatamente dopo l’Iraq (si, proprio quel disgraziato paese mediorientale teatro di guerra da ben sette anni) e immediatamente prima dell’Irlanda, paese europeo già di fatto dichiarato insolvente qualche mese fa e fatto oggetto di piani di salvataggio lacrime e sangue da parte della Ue.
    Per intenderci sull’entità del rischio siculo, senza voler fare catastrofismo, si può osservare che la Grecia nella stessa classifica si trova al primo posto con un rischio del 52%, ma che appena qualche mese fa si aggirava intorno al 20%.
    Con ciò non voglio certo dire che tra un paio di mesi ci troveremo per le strade a protestare per le misure antidefault, ma certo il dato appare come un sonoro campanello d’allarme meritevole delle opportune attenzioni da parte della nostra Amministrazione.
    Naturalmente associato al rischio insolvenza si muove lo spread sul Credit Default Swap (i famigerati CDS), che sostanzialmente rappresentano il costo per assicurarsi dal default; in questo momento per esempio per assicurare il debito a cinquy anni della Regione Sicilia si pagano circa 30.500 euro ogni milione di euro, mentre per assicurare la stessa cifra di debito greco ci vogliono circa 90.000 euro.
    Tutto ciò impone almeno tre riflessioni:

    1. l’entità del debito siciliano potrebbe essere considerevole visto che viene associato a quello degli stati nazionali;
    2. con un elevato rischio default potrebbe essere complicato rinnovare in futuro il debito regionale;
    3. stante i valori di CDS attuali, probabilmente al momento la Regione Sicilia sta pagando un costo molto ingente sul debito. Sul mercato, infatti, ad elevati rischi sono infatti inevitabilmente correlati esosi tassi di interesse.

    Il rischio default come il perpetuarsi o l’aggravarsi di un costo del debito così gravoso, presto o tardi, costringerà un intervento della Regione sul prelievo fiscale e/o sulla spesa pubblica regionale, influendo dunque sulla vita di ognuno di noi.

    La cosa che sconcerta, almeno uno che come me ha sempre seguito le vicende economico-finanziarie, è rappresentata dal fatto che mai si è avuto compiuta contezza del debito pubblico accumulato negli anni dalla Regione Sicilia. Sporadicamente ho letto di emissioni di bond regionali destinate al mercato degli investitori istituzionali, senza che mai nessuno si fosse preoccupato di comunicare né l’entità del debito complessivo, né quanto esso pesi sulle finanze regionali, né quali fossero le condizioni di pagamento sul prestito. D’un tratto invece veniamo sbattuti nella lista dei paesi semifalliti, gravati di un debito pubblico di una certa rilevanza, ma sinora sconosciuto, ai più, nella sua entità. Una vera beffa, tanto più che a fronte di questo grosso debito, che di fatto grava su ogni siciliano, posso tranquillamente affermare, come credo molti altri siculi, di non avere mai goduto di questo denaro prestato.
    Onorare un debito dopo aver scialacquato un po’ di danaro, lo avrei ritenuto quantomeno psicologicamente più accettabile.
    Dove sia finito questo fiume di danaro al momento non è dato saperlo, certamente non in investimenti per lo sviluppo della economia regionale, visto che siamo in stagnazione economica da una decina di anni.

    Quanto sopra riferito naturalmente è relativo a ciò che in questi giorni si agita sui mercati internazionali, che come ben sappiamo non sono certo un esempio di cristallina veridicità. Come contribuente siciliano mi dovrei aspettare un pronto chiarimento dalla nostra Amministrazione riguardo alla reale situazione economico finanziaria regionale ed una conseguente azione politica che possa quantomeno tamponare il (presunto?) rischio default o meglio ancora usufruire dell’istituendo fondo salva-stati, destinato dalla Ue sinora soltanto agli stati nazionali a rischio default (in discussione proprio questo fine settimana), così da mitigare le condizioni di accesso al credito.
    Purtroppo sinora da parte dei nostri amministratori il silenzio sulla vicenda è assoluto (sebbene sia uscita una agenzia Asca venerdì 7 maggio alle 20:51, che certamente non sarà sfuggita ai loro nutriti uffici stampa).
    Sono convinto che si continuerà a far finta di nulla, salvo certamente da un lato aumentare imposte ed addizionali regionali alla prossima occasione e dall’altro limitare ancor di più la spesa per la sanità regionale, a detrimento in primis di quanti già si trovano in condizioni economiche disagiate.
    Spero di essere smentito, i problemi per essere risolti dovrebbero essere affrontati apertamente. Purtroppo nascondere lo sporco sotto il tappeto, sperando che la bufera si estingua spontaneamente, sembra oggi essere l’atteggiamento politico più redditizio di fronte ai problemi reali.

    P.S.: la quotazione Cma è in tempo reale, dunque oggi all’apertura dei mercati la classifica dei paesi a rischio potrebbe variare. Visto che è possibile accedere gratuitamente solo alla topo ten e che la Sicilia è in continuo ballottaggio con l’Irlanda per la decima piazza, potreste anche non riscontrare in alcune fasi della giornata la presenza della Regione Sicilia. In ogni caso a questo link nell’articolo System Meltdown (Catastrofe di sistema) troverete la quotazione di giorno 6 maggio con la Regione Sicilia in classifica.

    Ospiti
  • 19 commenti a “Come andare in Grecia senza muoversi da casa”

    1. incredibile… non ero a conoscenza del esistenza di dati disaggregati per regione… sarebbe interessante avere la sommatoria dei dati per il Sud e per il Nord per poter fare un confronto… le sarebbe possibile recuperarli, dr. Ferrotti? Comunque, concordo in toto con l’articolo e mi auguro che il Governo Regionale (meglio sarebbe senza stimoli tremontiani) capisca la lezione e dia una bella strigliata ai conti, ma ho 26.500 buoni motivi per dubitarne…

    2. Bisognerebbe monitorare e rendere più trasparente l’informazione sulle emissioni obbligazionarie regionali (dalla ROSSINI in poi) e sulla sorte degli accantonamenti, in appositi fondi, del capitale che verrà rimborsato in unica soluzione a scadenza.

    3. A modo suo questo bel post dimostra che la Sicilia è un’entità politica a sé, per quanto non statuale. E come tale è considerata in ambito finanziario internazionale.
      Il problema, nel merito, è molto serio, ed ha radici lontane. Non credo che l’Italia oggi voglia pagare il conto per noi (e, detto tra noi, non credo neanche possa).
      Quindi non c’è scelta. Siamo noi che, finché è possibile, dobbiamo rimboccarci le maniche per evitare di fare una brutta fine.
      Non è neanche possibile attribuire tutte le responsabilità all’attuale governo. Anzi, noto una contraddizione tra lo spirito dell’articolo e la reprimenda sui tagli alla spesa sanitaria perché colpirebbero le fasce più deboli.
      Stiamo tranquilli che il risanamento passa dai tagli, anche da quelli, e le fasce deboli saranno colpite comunque, anche se si colpissero davvero i privilegi.
      Allora dobbiamo deciderci. I privilegi sono organizzati: hanno giornali e siti per demonizzare chi li tocca. Che si fa? Si sostiene un’azione di governo che li snida e si sopportano anche alcuni tagli al sociale, o si gioca al tanto peggio, tanto meglio.
      Mi pare un gioco pericoloso…

    4. Viva la lega!!!
      Siamo una regione di impiegati (statali, REGIONALI, provinciali, comunali) e pensionati/invalidi.

      Falluti semu e con la classe politica/amministrativa che dire mediocre si fa un complimento.

      Io sono felice se falliamo così vedrò tutti sti impiegati riprendere la zappa e almeno produrre qualcosa.

      Bossi ha ragione, fatevene una pure voi!

    5. massimo il problema è che i potentati hanno comode poltrone all’ars mentre chi di asl ci vive perchè non ha davvero altri mezzi è vittima dei progettini per accaparrare voti facili..

      è un circolo vizioso, l’ars ha sperperato soldi in maniera assolutamente non trasparente dal 1948 ad oggi senza creare alcuna via di sviluppo, non nel turismo non nell’industria o agricoltura, abbiamo fato solo terziario e di quello più scadente..adesso ne piangiamo le conseguenze, e non vedo prospettive di crescita perchè per fare cose radicali ci vuole un cambiamento di mentalità che non c’è..
      cadiamo dalle nuvole e se ad esempio la provincia investe in titoli e non nelle persone e perde milioni di euro noi non scendiamo in piazza a chiedere dimissioni, ma dimentichiamo..

    6. Io ci andrei cauto con sta faccenda degli impiegati, in Sicilia un impiegato pubblico ogni 14 abitanti, media italiana uno ogni 18, la Sicilia è al +28% uno scarto elevato ma non così tanto da poter spiegare il divario di reddito procapite, Sicilia al 60% rispetto al reddito medio italiano. Gli impiegati produrrano poco e male ma in ogni caso l’onere dell’ordinamento e della consistenza dei servizi non è a carico loro ma a carico dei dirigenti, e comunque (perlomeno) le tasse sul reddito gli impiegati le pagano.

    7. @pepe’,
      dove hai trovato questi dati? grazie mille!

    8. A Luciano Lavecchia
      Non si tratta di dato disaggregato, ma di debito autonomamente contratto dalla Regione Sicilia.
      Va aggiunto a quello italiano. L’entità mi è ignota. Ci vorrebbe una interrogazione parlamentare.

      A Massimo

      1)Non attribuisco responsabilità specifiche al governo attuale.Sconoscendo la tempistica della emissione del debito, Lombardo potrebbe anche essere soltanto uno sfortunato erede di precedenti gestioni allegre. Certamente il silenzio sulla vicenda rende ai miei occhi l’attuale amministrazione poco qualificata e poco credibile per il risanamento. Magari mi sbaglio, ed è solo un problema di scarsa comunicatività.
      2) Sui tagli. La soluzione è figlia della causa che ha generato il problema. Siamo in questa situazione economica a causa di uno stato sociale troppo generoso? Allora tagliamo tutto. Io però non credo. La Svezia nei primi anni ’90 ha rischiato il tracollo per questo motivo, ma io non vedo oggi svedesi attorno a me.

    9. Toh, ma guarda un po’!
      Non dite che non vi avevo avvertiti: con la funzione “cerca” dovrebbero saltar fuori miei post passati in cui avvertivo che i soldi stavano finendo e che sarebbe stata una questione di tempo, a meno di non invertire la rotta dissennata di sperpero di risorse pubbliche, con l’aggravante che queste risorse pubbliche in massima parte non vengono prodotte in Sicilia ma derivano da Roma e/o da Bruxelles (non vedo però nessuna mappa e tantomeno capitani coraggiosi in grado di vergarne una).
      Eppure una proposta a costo zero la voglio fare lo stesso; vale sia per il debito siciliano che per quello italiano. Basterebbe inserire un comma del genere nella legge finanziaria (statale o regionale o entrambe): “Tutte le risorse liquide o di pronta liquidità provenienti dal contrasto all’evasione fiscale e dalla confisca definitiva di beni di origine mafiosa sono destinate al 100% al servizio degli interessi sul debito esistente ed al suo progressivo abbattimento”.
      Naturalmente l’adozione di una scelta di politica economica del genere presupporrebbe una classe politica degna di questo nome e non semplicmenete una sommatoria di ascari dediti alla conservazione del potere ed all’accrescimento illecito delle proprie ricchezze strumentalizzando la politica.
      Quindi, continuiamo a rimirare la classifica e pensiamo al momento in cui vi entrerà trionfalmente anche il debito sovrano della “Italy/Republic of”.

    10. Dati trovati tramite google, tra le prime referenze prodotte cercando dipendenti pubblici sicilia

      http://www.qds.it/index.php?id=2541

      per il reddito procapite stesso metodo

      in ogni caso il problema ha molte facce, piace ed è più comodo vedere solo quella dell’impiego pubblico

      http://pubblicodominio.blogspot.com/2008/05/sorpresa-litalia-ha-meno-impiegati.html

    11. Viva la lega??Viva Bossi???Ma vedi cosa mi tocca leggere,propio in questo post osannare “I Padani” è fuori luogo dato che anche loro sono stati protagonisti delle nostre disgrazie,a cominciare dal furto delle nostre riserve auree di cui i piemontesi di Cavour avevano tanto bisogno per industrializzare la Padania e per bonificarne le loro lagune malsane,cosa che evidentemente avvenne a discapito nostro tra l’altro in un periodo in cui propio la Sicilia “gareggiava” con i migliori paesi d’europa per l’industria pesante come la cantieristica,le acciaierie e per i suoi prestigiosi mobilifici per non parlare delle tasse imposte dai Savoia ben superiori rispetto a quelle destinate ai cittadini del nord.A qualcuno sembrerà assurdo parlare adesso di queste cose ma è certo che una delle cause della questione meridionale va ricercata propio in quel periodo e mi viene da ridere che propio Bossi ed il suo “popolo”non vogliano festeggiare il 150°anniversario propio loro che hanno usufruito di tutti i benefici dall’unità d’Italia è propio un atteggiamento scandaloso….

    12. Hai proprio ragione, la causa remota della situazione in cui ci troviamo è il saccheggio del sud da parte dei “piemontesi” dopo l’unificazione del regno. Tremonti recentemente lo ha ammesso, se non ricordo male di fronte ai giovani industriali campani.

    13. i piemontesi avevano un debito pubblico ingente per le guerre intraprese ma soprattutto per le opere di modernizzazione: costruzione di canali, strade, ponti etc.

      il meridione non aveva debito pubblico, ma a parte qualche eccezione, non investiva in opere infrastrutturali.

      cosa sia stato meglio non lo so.
      io smetterei però questa polemica del tipo: “il sud è stato saccheggiato” anche perché da questo lato della barricata (nord) dicono esattamente il contrario.

      se proprio si vuol discutere (o scrivere) perché non trattare singole problematiche?

      ad esempio: se sia vero che il 90% del petrolio (italiano) venga estratto in sicilia e se sia vero che le ditte hanno sede legale in lombardia e paghino lì le ricche tasse. la sicilia in cambio avrebbe delle royalty o cosa?
      mi piacerebbe saperne di più.

    14. Non sono un “indipendentista” ma non mi piace minimizzare. Perché il Regno di Napoli avrebbe dovuto investire in opere infrastutturali come canali strade e ponti? Aveva investito nella marina mercantile perché lì erano localizzate le sue industrie, le pianure del sud sono situate lungo le coste e profonde al massimo qualche decina di kilometri. Cito da un documento trovato usl we, da verificar enaturalmente: “Nel 1839 le Due Sicilie vantavano una flotta mercantile di 9.174 navi con 122.677 marinai impiegati, terza Marina europea per tonnellaggio complessivo (243.192 tonnellate), primato che avrebbe conservato fino all’unità”. Le royalties petrolifere credo siano meno di 1/5 di quanto dovrebbero essere, ma sono sicuro, non ho sottomano l’articolo di QdS che trattava l’argomento.

    15. Oggi su Milano Finanza
      http://www.milanofinanza.it/giornali/giornali.asp?codiciTestate=39%7C40&argomento=MF%20Sicilia

      si riprende la tesi di questo post. In prima pagina campeggia “La Sicilia rischia come la Grecia”.
      All’interno l’assessore Cimino dichiara “posso assicurare chiunque, detrattori o corvi, che la Regione non si trova assolutamente in queste condizioni”.

    16. A proposito del debito Siciliano, argomento di oggi e commentato da molti italiani sui Blog.

      Cari lettori, mi sto rivolgendo a tutti coloro che commentano e scrivono senza riflettere,soprattutto se parlate di Sicilia e siciliani. E’ doveroso dire la verità anche se non assoluta, prima di esprimerci con libertine considerazioni dobbiamo conoscere i fatti, di cosa parliamo e di quello che gli altri capiscono quando leggono un messaggio in un Blog come questo. Per primo, la Sicilia che ancora è Italia, avrà pure un debito, ma le altre Regioni sono immuni da questa malattia? ve lo siete chiesto chi contribuisce a pagare i debiti della Lombardia? Dove vanno a finire i risparmi dei siciliani che ancora continuano a versare nelle banche del nord? A chi finanziano le banche al Sud? Andando a scomodare la storia, riscontriamo che parte delle città del nord italiano è stato costruito con il furto Savoiardo al Banco di Sicilia ed al Regno delle Due Sicilie, lasciando stragi e miseria al popolo locale. Relativamente ai politici ed a loro mi riferisco per ogni ordine, grado e razza, come afferma qualcuno tra i messaggi di commento letti, con la Sicilia si arricchiscono e mi riferisco anche a coloro che vi dicono che “Roma è ladrona”, coloro che governano e che gestiscono la cosa pubblica secondo un interesse privatistico verso i poteri forti della società tutta. Vi informo che in Sicilia vivono persone come voi, gente che lavora con molta umiltà contribuendo alla grande famiglia dello Stato, uomini che della conoscenza hanno fatto un motivo di vita, di sani principi, amorevoli e con il forte senso patriottico, dell’ospitalità e della fratellanza tra i popoli; naturalmente la Sicilia volutamente viene tenuta sotto una cappa alimentata dai politici di tutta la nazione, con l’avallo, tristemente per loro e per i siciliani, dei cosidetti politici indigeni siciliani. Sulla nostra isola è alto il numero dei disoccupati a causa delle poche possibilità di aziende sul mercato; questo fenomeno di disoccupazione incide negativamente su tanti giovani i quali, fortunatamente in pochi casi, vengono avviati dal sistema a delinquere proprio per garantire l’azione del sistema dei poteri forti della società. Vi prego altresì di non generalizzare confondendo questo fenomeno delinquenziale con la parola Mafia che sicuramente avrà avuto origini locali, diffondendosi ovunque nel mondo perché è stato visto come un fenomeno di potere ancora più forte degli altri, occulto per certi aspetti, dove agiscono i cervelli, i colletti bianchi, coloro che in altra veste vediamo nella trama della politica a gestire in tutt’uno gli affari e gli interessi privati con soldi pubblici a tutte cure e spese del contribuente e dei cittadini tutti inconsapevoli ed ignari, coloro che facilmente credono a tutte quelle affermazioni sconsiderate che vengono fatte contro i siciliani ed il Sud in genere. Cari amici, nel siciliano troverete un grande amico, un fratello, un popolo che ti tende la mano e non come molti del nord, che non conoscendo parlano per bocca e cervello di altri. Il Federalismo lo vogliamo noi, i siciliani che non fanno parte del clientelismo politico del centro nord Italia; stimo cercando di combattere per chiamarci i diritti di un popolo e riaccreditarci in un contesto più ampio di quello che può essere la territorialità italiana, autogestendoci nel rispetto di tutti, ma soprattutto delle nostre nuove generazioni che devono continuare ad essere orgogliosi di essere Siciliani, figli di una terra crocevia di tanti popoli con la loro rispettabile cultura. Imparate a conoscere la Sicilia ed i siciliani, la sua cultura del fare e creare; imparate ad essere amorevolmente uomini e donne giusti, facciamo attenzione che questi falsi profeti reputati amici politici, fratelli, traghettatori, se sono legati a questo sistema a questo modo di governo della falsa denocraziadi, sono il vero nemico della nostra libertà, sia del Nord che del Sud.
      Mario La Spina

    17. bene…se solo imparassimo a guidare la locomotiva e non stessimo sempre a rimorchio…se solo protestassimo per le condizioni delle strade, delle scuole, per i grandi disservizi che subiamo…se solo ci rendessimo conto dell’inadeguatezza nostra prima ancora di lamentarci di quella della classe dirigente e politica (che abbiamo votato noi).

    18. Se il post è ancora aperto, da avvocato orgogliosamente palermitano e, al contempo, integrato nella realtà lavorativa milanese ormai da anni vorrei far presente quanto segue.

      1. Francesco Ferrotti mio vecchio amico e compagno di classe (almeno spero che sia lui, se no va bene lo stesso) ha lucidamente esposto ( In termini quasi ottimistici) una situazione di fatto esistente da anni ma che,sempre da anni, si cerca di ignorare perchè tanto alla fine le cose sono andate sempre avanti così, noi siamo i meglio e finchè possiamo godere delle nostre bellezze chssenefrega ;
      2. possiamo parlare dei piemontesi del 1860, della devastazione conseguente al terremoto di Messina del 1908, delle ricadute negative della prima guerra mondiale, della devastazione conseguente alla liberazione – invasione americana del 1943, dell’effetto serra, del venir meno della mezza stagione etc., ma resta sempre un fatto: dal 1946 in poi (cioè prima della promulgazione e dell’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana) noi siciliani abbiamo avuto le strutture isituzionali ( ottenute con la forza a seguito di tentativo quasi riuscito di secessione armata, alla faccia di quel fesso di Bossi che alla fine vuole meno della metà di quanto previsto nel nostro Statuto )i soldi, le opportunità ed i tempi per fare della Sicilia lo STATO più ricco del Mediterraneo e NON ABBIAMO FATTO NIENTE!
      3. L’unica soluzione possibile è dar fondo e soprattutto applicazione pratica al sicuo ingegno ( che chi sa perchè qua al nord e nel resto del mondo funziona benissimo mentre in Sicilia è ottenebrato da atavica lagnusìa)delle persone per bene di cui parla Mario La Spina e DARSI UNA SMOSSA PERCHE’ I SOLDI DA BUTTARE SONO EFFETTIVAMENTE FINITI E L’ALTERNATIVA E’ IL CAOS (in mezzo all’immondizia )!
      Fatto questo, che non è poco, sono sicuro che le soluzioni a tutti i singoli problemi pratici più o meno drammatici, che sono tantissimi, verranno.

    19. Ciao Andrea

      leggo soltanto ora,si sono io.
      Fatti sentire se ci riesci tramite mail.
      Mi farebbe piacere

      F.F.

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