Una tranquilla passeggiata
Termini Imerese, giorno di mercato. In prossimità della stazione ad un quadrivio senza semaforo, oltre che senza rotonda, un ingorgo d’auto inestricabile. Finalmente cessa il concerto di clacson e le macchine cominciano a sfilare; si fa un po’ di vuoto sulla strada, un cane anzianotto e grassoccio, con una rotonda pancetta, marroncino, scende dal marciapiede e con calma, senza degnare di uno sguardo il mondo circostante, attraversa la carreggiata. Io rallento, quasi mi fermo, lo guardo con simpatia; mentre la gente gira freneticamente in cerca di chissà cosa, lui si gode la sua passeggiata, forse fidando troppo sulla condiscendenza della gente. Ho pensato al mio Thomas, bastardo di pastore maremmano di media taglia, condannato a stare in casa e in giardino, perennemente. Qualche giorno prima della partenza per la Sicilia però ha fatto il furbo: approfittando di un attimo di distrazione, nell’aprire il cancello s’è infilato nella fessura come una furia. Per carità, c’è da giustificarlo, è giovane, i sensi bollenti, la ricerca di una femmina impellente. Non credo che sulle strade si sia comportato con la pacifica lentezza del suo collega di Termini, l’odorato l’avrà spinto a cento all’ora, non avrà avuto tempo per tranquille passeggiate. Disappunto, apprensione e fastidio: per la mia disattenzione, per la paura di ritrovarlo morto sotto un’auto, per la stizza di dover pagare la contravvenzione che non è meno di 80 euro. Sono rientrato in casa cercando di sopportare le inevitabili frecciatine della metà sulla mia presunta sbadataggine. Passano tre quarti d’ora, squilla il telefono, una voce di donna dice: lei possiede un cane che si chiama Thomas? (il nome è inciso sulla medaglietta insieme al numero di telefono), dico di sì; la voce riprende: venga a prenderlo, è qui al canile. Un gran sollievo; tiro la macchina dal giardino e via verso il canile, che si trova dalle parti di Montramito. L’addetta al canile è una ragazza ventenne, alquanto in carne; sorride, è gentile, quasi per scusarmi le dico che mi è scappato in un attimo. Mi fa attendere sullo spiazzo, attraversa un cancello. Poco dopo torna con Thomas al guinzaglio: da moscio moscio che era, fa quasi un balzo e mi fa feste incredibili in preda ad una irrefrenabile felicità, non la finisce più di strofinarsi tra le mie gambe, di leccarmi le mani, di saltellare di qua e di là. C’è da capirlo, lui sa bene cosa significa stare rinchiuso tra le sbarre di una gabbia. Qualche anno fa sono stato io a salvarlo da quella prigione. Per la cronaca, l’impiegata non mi ha fatto pagare l’ammenda perché il cane era stato preso da un agente del canile, su segnalazione telefonica del titolare di un bar, non per richiesta dei vigili urbani, come spesso avviene (in questo caso giù la botta della contravvenzione).
Adesso il tranquillo cane termitano sale il gradino del marciapiede
opposto e prosegue la sua camminata tra l’indifferenza della gente,
ignaro di tanta libertà.
Bellissimo articolo….mi ha fatto ripensare al mio amico…un meticcio di pincher…anche lui salvato dal sottoscritto dalle sbarre del canile…ove era giunto, salvato da altri, dopo essere stato investito da una macchina. Il mio matrimonio è finito…e per scelta congiunta..lui è rimasto con la mia ex…ogni tanto lo vado a trovare…la sue immutate feste e il suo immutato amore nei miei confronti..mi fanno commuovere ogni volta…Si…il cane è davvero il miglior amico dell’uomo.
Forse è meglio specificare che Montramito si trova in Versilia.
Molto carino come articolo, leggendolo penso al mio max, preso cucciolo dentro un cassonetto della spazzatura.
Chissà se anche lui avrebbe voglia di una tranquilla passeggiata.