Tascio è bello
Ci sono tasci e tasci. Nessuno mi convincerà del contrario. C’è il tascio inside, quello stagionale,quello “ricorrenziale” – matrimoni, lauree, funerali, sono tutti suoi – quello di provincia e quello di città. Su tutti, però, in questo periodo, fa molto glam il tascio da mare.
Domenica di luglio, 40 gradi e più, non era proprio il caso di restare in città.
Insieme al mio compagno puntiamo una spiaggetta da Tropici in Sicilia: Giallonardo. Sabbia soave e mare smeraldo, incastrati a meraviglia tra i tanti scempi della costa agrigentina.
Manco pare vero: è domenica, ma c’è poca gente. Parcheggiamo, alla rinfusa, ombrellone e teli mare e subito splash, contro l’arsura.
Il tempo di tornare, però, la sorpresa.
Un coro di «Bongiornooooo!».
Naso a naso ci ritroviamo con una colonia imprecisata di bagnanti che, nel giro di trenta/trentadue secondi piantano, nell’ordine: 4 ombrelloni, due mini gazebo, il necessaire per una funzionale cucina da campo/terremotati, un corredo, all inclusive, di dieci borse frigo e di una bella ghiaccera, fondo rosso con coperchio ecrù (molto, ma molto anni ’70). Poi le vivande: “miluni d’acqua” – anguria – debitamente sotterrato in zona bagnasciuga, “miluni di sciauru” – cantalupo – inscatolato, a misura, dentro ermetici contenitori Tupperware e, immancabile, una teglia “tanta” di anellini al forno, con doppio ragù, “basciamella” cavuda cavuda, mozzarella a basilicò, che forse forse, si sente ancora ‘u sciauru.
La comitiva, una ventina in tutto, non poteva fare torto ad alcuna fascia d’eta. Dal bimbo appena “vattiato”, bianco, ma bianco, che poverino con gli occhietti supplicava: “mammina mia al sole no, ti prego”. Poi l’arzillo nonnino, che per non bruciarsi le gambe, ci fa alla nipote adolescente: «Cetty, Cetty, passacci i bernuda a nonno tuo». E Cetty, “pircingata” di tutto punto, a nonno suo ci passò non solo i “bernuda”, ma anche la canottiera di rigatino bianco, sennò a nonnò «ci piglia ‘a purmunia».
Bagno: entrano tutti in acqua, all’unisono come un coro al ritornello. I padri famiglia – con un’abbronzatura ascellare tanto perfetta, che se l’avessero fatto apposta, meglio non poteva venire – annaspano in mezzo metro d’acqua. Le mogli – trentenni peperine, tutt’altro che silfidiche – giocano a fare le sirenette. Il neonato, imbardato dentro il salvagente con apposita mutanda, manco il tempo di fare “mi scantu”, che si rivolta a testa sotto. Nel giro di due secondi e mezzo la comitiva: salva il bimbo, pronuncia la maestosa promessa che «a mare nun ciù purtammu cchiù l’addevu» e si prepara per l’ora X. Tutti a riva, la comarca apre tre tavoli di plastica, tira fuori, nell’ordine, la teglia di anellini al forno, i panini imbottiti con cotolette “uovo e pangrattato”, un contorno di patate al forno e uno di peperonata, una “froscia” alla ricotta. Dulcis in fundo, dalla ghiaccera esce un trionfo di cannoli e un vassoio di tiramisù. Concluso il momento luculliano, gli uomini, panza all’aria, lanciano arie sparse, dal naso e non solo, mentre le donne fanno la fenomenologia della ricostruzione delle unghie. Lunga digestione, ultimo bagno della giornata e poi la partenza. Le donne, siddriate, fingono eritemi, colpi di calore, abbassamenti di pressione e crisi di identità. Il bimbo non dà segni di vita, mentre il nonno di tornare a casa non ne vuole sapere. Cetty si è persa, insieme al bagnino, quello con le meches, la magliette con le maniche girate e il tatuaggio “Anna ti amo”. Il capo clan incita il resto degli uomini al grido: «Pronti semu, amuninni. E questa è la prima e l’ultima». Dopo una buona oretta e mezza di preparativi, conditi da sciarre coniugali e semine di vaff…………., la colonia sfolla. Io e il mio compagno sorridiamo compiaciuti. Ci hanno fatto passare una delle giornate di mare più divertenti delle nostre rispettive vite. Perché in fondo – storci il naso quanto vuoi – tascio è bello e ogni tanto fa anche invidia.
Non son “tasci”, son “tatuuuccioooo !”.
Grazie comunque del tuo avvistamento e segnalazione, li credevo estinti.
taninoooooo
usci dall’ acqua che ti rifreddi!!
u viri, u viri,
avi tutti i pilpistrelli arrappati!!
Roba da far accapponare la pelle! In questi casi fingo sempre di non essere siciliano. Non vorrei essere accomunato! Cos’è l’addevu?
@Rob lo snob “l’Addevu” significa “il bambino” ed è molto usato nelle zone dell’Agrigentino .
Evidentemente la nostra autrice è di origine Agrigentina lo si intuisce anche dal cognome 🙂 .
Tasci messi a nudo. L’occhio dell’ Autrice si alza ad osservare la spiaggia-contenitore, i personaggi scompaiono come individui, diventano parte integrante ed insieme marginale di un tutto, di un “tutti”, desolante “tasciume”. Anzi divertente alla fine, quasi da far invidia. E lo credo, se paragonato alla spiaggia-passerella alla quale sono evidentemente abituati, lei ed il suo compagno. La spiaggia-passerella, luogo di ostentazione del proprio corpo e del proprio spirito. Entrambi sempre ritoccati e contraffatti : uno dalle creme abbronzanti, da lunghe diete, da studiatissime posizioni; l’altro dall’irresistibile tentazione di apparire, in assenza di vestiti ed automobili, socialmente più in alto di quello che si è in realtà.
saranno pure tasci, ma hai speso una intera giornata a sbirciare anche nei punti più intimi di quell’esercito colorito di bagnanti
scusa, ma non mi sembri meglio di loro!!!
Complimenti Maristella un piccolo quadro Naif, una foto Alinari.
Non vedo cosa ci sia di sconveniente in questo racconto, molto realistico, leggendo e rileggendo non trovo nulla che possa, come dire, toccare sensibilita’ alcuna, il termine *tascio* poi e’ usato come categoria e non in senso dispregiativo.
Poi ci son le chiavi di lettura personali, ovviamente 😉
p.s.
il termine addievu deriva da “allevare” ed e’ in uso anche nelle Madonie 🙂
Candeloro
Povera Maristella, dai due ultimi commenti arguisco che hai offeso la sensibilità di due estimatori delle tribù dei “tatucci !” e che mal te ne incolse, a te ed al tuo compagno.
Da parte mia, estimatore del tuo lavoro scientifico di tasc-watching tutta la solidarietà a te e al tuo compagno !
Brava l’autrice! Hai messo per iscritto delle situazionei che vedo puntualmente ogni estate ad Alcamo Marina. Secondo me è solo gente che ha voglia di passare una giornata lonatana dall’arsura cittadina, che non ha il “villino” e che si arrangia come può. L’unica cosa che mi faceva andare in bestia erano i cumuli di spazzatura che, immancabilmente, lasciavano dietro di se. Immagino qualcuno li abbia messi in riga.
Brava Maristella!
Mi è piaciuto tantissimo!
Ben raccontato e, checché se ne dica, per nulla offensivo.
Grazue!
Condivido su fb!
Ammesso e non concesso che si possa parlare di Spirito, caro Manuelo. Come diceva il tuo amico-regista “le parole sono importanti”, e stavolta, secondo me, sei stato alquanto generoso.
E’ vero che sono belli gli intellettualismi, l’arte oratoria, la scrittura, costruire con le parole, un po’ come un ebanista che costruisce un mobile, ma l’ebanista è contento e si annoia molto meno, anzi forse non conosce affatto la noia.
Come è bello pure, ogni tanto, dire “‘na puacu ri parulazzi” o parlare alla “caccarara”, c’è una sorta di liberazione quando si fa, che ci ricorda che non siamo altro che animali che per nascondercelo adorniamo di etichette, clichés , manierismi, le semplici funzioni vitali, ma pure quelle banali della quotidianeità.
Anche la teatralità spontanea di questi tasci è meno noiosa di certi intellettualismi, certo sono meno acculturati e non seguono “disegni studiati” come gli altri tasci (a modo loro lo sono) di “Casotto”, ma perlomeno sono portatori di residui di umanità genuina.
@Diarioelettore. “Tribù dei tatucci”. Estimatore, dice. Non so spiegare precisamente. Di sicuro apprezzo quel presente felice, l’attimo per l’attimo, proprio di queste, come dice lei, “tribù”. Provi ad osservare anche lei, sgombrandosi dei suoi pregiudizi, vedrà che c’è tra loro una ormai rarissima ebrezza ed una felicità, forse artificiali, di sicuro provvisorie, ma non per questo meno vere.
mmm… ma gli anelletti al forno nell’agrigentino vi giuro che non esistono però!.. saranno stati tasci d’importazione!
Molto carino. Anzi, riteniti fortunata, perché tutto sommato sei andata in una spiaggetta deserta e ti sei imbattuta in questa singola tribù e te la sei potuta godere in pace, prova ad andare a Mondello una Domenica mattina e nel giro di un paio d’ore potresti scriverci un libro: la calata degli unni! L’intera spiaggia e i cortili diventano un unico e rumoroso pub all’aperto, fatto da quelle persone che non hanno il cosidetto “villino” e si arrangiano così, attrezzandosi al massimo possibile, con annesse station wagon di terza mano cariche all’inverosimile! Però, nel fare i loro traslochi balneari, si sentono felici e “impuittanti” e, finché non disturbano eccessivamente, sono anche simpatici da osservare!
Maristella, solo una domanda: hanno lasciato “munnizza” per la spiaggia e recato estremo disturbo alla restante popolazione balneare presente quel giorno? Se sì: deprecabili e stomachevoli; in caso contrario: oltre le loro pittoresche figure, sinceramente nulla si può muovere contro tali persone.
Bellissimo resoconto!
Sei fortunata però a incontrarli solo la domenica a mare i tasci, sarebbe molto peggio averli come vicini di casa, consolati!!!
Non vedo nulla di “tascio” in questo racconto!
Ma vedo una famiglia siciliana che non potendosi permettere fine settimana costosi, lidi balneari, ristoranti e quant’altro, si arrangia come può per passare una domenica al mare.
Il “tascio” è un’altra cosa, ma ormai è diventata consuetudine scambiare “ciciri pi fasoli”.
Certo negare che siano un pò tasciuliddi è azzardato.
Però è vero, una cosa sono i tasci “puliti” e una cosa sono i tasci “ciannarè”.
I primi sono in realtà lo zoccolo duro di qualla fetta popolare e popolana di persone che colorano i rioni e le borgate popolari ove regna il motto: POVERI SI, MA ‘NGRASCIATI PICCHI?
I secondi sono ben altra cosa. Sono quelli che cercano la “sciarra”, parlano “vastasi” e ostentano modi “bardasci” e un pò “cagnoli” (inteso alla palermitana, ovviamente).
Qualsiasi buon palermitano sa bene cogliere la (non) lieve differenza.
@ Gigi. La spiaggia c’è quasi sempre nei film di Moretti. C’è un momento bellissimo, per esempio, in “Bianca”. Di fronte alle coppie in amore sulla spiaggia assolata Michele, sorridente, si sdraia su una giovane ragazza sola. Alle urla di lei, i maschi si alzano e lo cacciano. Al desiderio succede l’angoscia. Questo avviene sule note di una canzone di Battiato, “Ho fatto scalo a Grado”. Una canzone le cui parole sono focalizzate sulla convenzionalità di certi comportamenti dei fedeli in un paese, la domenica di Pasqua.
Il solito post tascio
Famiglia semplice ma nulla di tascio .
Sicuramente a mondello ci sarà di peggio. Comunque gli anelletti a forno nell’agrigentino non ci sono proprio.
Tasci? Forse, ma non tutti possono avere villino, multiproprietà o casa vacanze. La cosa più importante è che dopo la giornata marina non abbiano lasciato sporco… poi ognuno fa le vacanze come e dove può, senza che altri critichino o inorridiscano.
Sono d’accordo con Enza.
@Full
Ci sono tante famiglie siciliane che non possono permettersi villini e vacanze fuori ma mantengono un comportamento educato, fine e composto, diversamente da alcuni comportamenti che l’autrice ha descritto e che comunque, come dicevo, fino a un certo punto sono tollerabili e anzi, fanno pure tenerezza.
Concordo pienamente con gli ultimi post.
ciccio anche io, e con enza.
…mi è sembrato… finto. Sì, un racconto raccontato. Non è vero che l’autrice è andata in quella spiaggia e poi è successo quello che ha scritto… Cioè, per me non è vero… Cose raccontate da qualcun’altro, ricordi, storielle sentite e poi confezionate con tutta una serie di stereotipi riconoscibilissimi (e oramai noiosi) da chi sta attento all’antropologia del proprio territorio (muluni, anelletti, cannoli, genti ca panza e dalla grottesca abbranzatura…). Il finale poi, ecco… diciamo che… poteva pure risparmiarlselo.
kafka sulla spiaggia [bellissimo libro] ho avuto la tua stessa sensazione.
Mariastella
tascio è bello e ogni tanto fa anche invidia
ci credi fino in fondo ? dì la verità ?
Bellissimo!
Complimenti all’autrice,mi sembrava di essere lì con loro e vedere ciò che tante volte ho visto nelle nostre spiagge agrigentine,anelletti al forno compresi ormai sdoganati,più comodi e facili da porzionare degli ziti al forno di vecchia tradizione.
Mi sembrava di sentire voci e odori, con una certa nostalgia, perchè i miei non lo hanno mai fatto e da bimba,confesso, invidiavo quelle allegre tribù,tranne che per i loro rientri,stanchi,sudati e anche un pò incazzati si caricano di sedie, ombrelloni,giocattoli e bambini e vanno via litigando e dimenticando sempre qualcosa..o qualcuno!
OK, ora mi tocca fare la parte del cattivo, superbo, rompino, ecc.
Mariastè, credimi, mi dispiace, ma sono daccordo con chi l’ha gia scritto:
Puzza di costruito anche attraverso il monitor, ci sono dei periodi che … come ti posso dire …
Insomma Mariastè, capisco che a luglio… vuoi il caldo, vuoi la penuria di idee… , ma che scrivere su Rosalio non diventi (come purtroppo credo) un obiettivo.
Se non abbiamo idee, se non sentiamo le “viscere” tremare … “desistiamo” ( come diceva Totò), tanto Rosalio lo trova il modo di farci commentare, come ho gia scritto in passato, basta un post dal titolo ” La scoreggia milanese profuma, il pirito palermitano FETE” e vedrai che “accucchi” almeno 70 commeni in un giorno.
GOKU mi sembri eccessivo…secondo me il racconto è carino e ben scritto. Se poi è stato aggiunto qualche particolare per “colorire” il tutto non ci vedo nulla di male. W i totucci al mare 😉
@ Solaris, credimi non sai quanto me ne duole quando sono così … sincero che mi taglierei i polpastrelli, non sai quanto spero di sbagliarmi nel mio giudizio, ma … haimè .. è il MIO giudizio, è soggettivo, e non vuole essere distruttivo ma costruttivo.
Mi dispiace ma per me fete, fete dall’inizio alla fine.
Non c’è patos ( che non è uno dei 4 moschettieri) e s’avverte.
Mariastè .. riprova sarai piu fortunata. 😉
@Rob lo snob
Cosa fai per fingerti non siciliano?
cambi inflessione? che tristezza.
D’accordo con Kafka e Goku, troppi stereotipi tutti in una volta. Sento puzza di falso, certamente scontato.
Ma l’autrice non poteva fare il bagno anzichè sbirciare morbosamente il fare dei suoi cospiaggianti?
Gigi, il casotto, una giovanissima Jodie Foster, un millantatore Paolo Stoppa, una cruda Rina Morelli, Sergio Citti, Gigi Proietti, Michele Placido, u muluni (anche li) poi perso, purtroppo.
Ok GOKU, lo avevo pensato anche io, volevo solo addolcire la pillola…. 😀
se non sentiamo le “viscere” tremare … “desistiamo” ( come diceva Totò).
Où viri che io non ho mai detto che i miei viscere tremano. Casomai i miei viscere suonano o cantano quando mancio pasta a forno e cutulietta i miei viscere vibrano.
Non sbagliare a parrare Go’, non sbagghiare a parrari.
Non mi fare parrari i viscere Go’
anch’io a volte osservo in spiaggia comportamenti
e se capita ascolto i discorsi coloriti o isterici
o…tasci…e mi diverto. Un pò di stracchiulismo
passivo è meglio di quegli intellettualismi forzati
angoscianti…almeno migliorano l’umore. BRAVA e
grazie.
favoloso racconto…. mi sono strapisciato dalle risate… Comunque alla fine hai ragione “tascio è bello ed ogni tanto fa anche un po invidia”.
ciao
Maristella mi hai fatto sognare…
siamo quasi ai livelli della canzone “la scampagnata” di Sperandeo e Alamia!!!
vorrei solo farvi presente che questo tipologia di persone è la stessa di quella che infesta le spiaggie con accampamenti, tende, gazebo e quant’altro lasciando cumli e cumuli di sudicio . SONO A DIR POCO VERGOGNOSI. andatevi a vedere com’è ridotta a piccola spiaggia di vergine maria antistante la tonnara Bordonaro. è una cosa allucinante, l’hanno ridotta a cumuli di psazzatura al punto che si fa fatica a vedere la sabbia
tascio è bello e ci siamo (ma va detto con lo stesso tono di “gay è bello”…dunque senza falsi umorismi e falso buonismo,nessuno è meglio di nessuno), premesso questo, copierei e incollerei l’intervento di dove andiamo? anzi lo faccio “saranno pure tasci, ma hai speso una intera giornata a sbirciare anche nei punti più intimi di quell’esercito colorito di bagnanti
scusa, ma non mi sembri meglio di loro!!!” Capisco e condivido il fatto che le abitudini e il modo di vivere DIVERSO da quello di chi va a mare con solo una tovaglia e un libro (tra cui la sottoscritta), rende la visione di quel quadretto grottesco, e offre un motivo di ilarità…ma a vedere bene mi sembra lo stesso atteggiamento che un riccone snob che si posteggia con la sua maserati fuori il locale di briatore potrebbe fare di uno qualsiasi che gli si posteggia accanto con il suo pandino del ’99, e parla siciliano invece che milanese. Traslate contesto e linguaggio ma la sostanza è quella. Io per prima mi sono ritrovata a notare in spiaggia o per strada comportamenti o stili di vita come quelli descritti, che obiettivamente sono lontani dai miei, ma il commento che posso fare è fine a se stesso e finisce li, ognuno per la sua strada, non ne farei un articolo su rosalio, ecco tutto. Se mai un articolo lo farei sull’educazione civica e civile di questi presunti o meno tasci, li si che si può discutere: quando io studentessa che vivo a ballarò vedo le strade sporchissime perchè gli abitanti del quartiere buttano dalle finestre qualsiasi cosa non serva più, dalla sedia di legno fatta a pezzi (scena a cui ho assistito) ai pannolini usati dei neonati, scambiando le strade per una grande pattumiera…
Non sono d’accordo ne con quello che ha scritto dove andiamo? ne con denise. Non ho visto l’accezione negativa che qualcuno ha sottolineato. L’autrice ha semplicemente descritto cosa ha visto. Non credo che non si sia fatta il bagno o abbia passato la giornata a “curtigghiare” sui “tasci”. Se ce li hai accanto in questo modo sappiamo tutti che li noti perchè si fanno notare loro malgrado. Il punto è che l’autrice lo può scrivere qui su Rosalio e parlarne con noi. Dubito che quel gruppone possa fare lo stesso. Ecco spiegato UNO dei motivi per il quale quel gruppo è catalogato come “tascio” e l’autrice (o chi per lei) no.
carino
Queste scene stanno all’estate come Babbo Natale sta all’inverno!
@Quozca
Non confondere educazione con “charme” e “glamour” a mare, non siamo sulla passerella di una sfilata, o sì.
Poi non capisco il perchè debbano fare tutt’al più “tenerezza”. Bho!
@Per tanti altri che criticano o fanno gli snob, direi loro di informarsi cosa facevano esattamente cinquantanni fa le loro rispettive famiglie quando andavano al mare, stesso e identico iter (semplicità, picciriddi, nannò, capanni, tavulini e siggiteddi, vucciria e cunfusione, cosi ri mangiari e di viviri, forsi meno panzi ma c’era chiù pitittu).
Ora siamo tutti intellettuali e altolocati “puru quannu iamo a mari”!!
punto 1) parenti che mangiavano e bivaccavano in spiaggia ce li avrai tu.
punto 2) la panza ce l’avrai tu. stai parlando con uno (cioè IO) che si fa un centinaio di chilometri a settimana tra maratone e semi maratone e che in 17 anni di allenamenti avrà fatto in km l’equivalente di 2 volte il giro della terra
Cara Maristella,
innanzitutto complimenti per la narrazione direi perfetta dell’evento. Nonostante tutto questi episodi li chiamerei “scene teatrali” ottimamente interpretate dai personaggi. Ma si, la vita è fatta anche di questi “incontri ravvicinati” e anche se sconvolta, credo che in fondo la loro “tascioneria” ti ha un pò anche divertita oltre che stupita. O no?
ciao a tutti
Che tasci…. altro al baretto a prendere la brioches (da 8 – 10 euro).. ma no la pastaaaaa al seguitoooo … che tascioni! Meglio spendere 22 euro due persone un ombrellone e due lettini. No questi che vanno gratis a disturbare la nostra quiete!
Mha!! Cara mia, mi disturberà più il tuo viso che si contorce, e con le manine aggiusti il telomare… che l’anguria di quei bagnanti! Ognuno fa quello che può per divertirsi! Vivi e lascia vivere! Ciao!
Quoto Goku e la corrente di pensiero dell’ “inventato, pieno di luoghi comuni,errori e quant’altro”. Diciamo varrebbe con la vecchia scala di voti anni 70 un 3 secco, ma fors’anche un 3–.
Quello che non mi va giù, a parte tutto il post,è perchè quella famiglia deve avere il bollo di “tascia”.
Capisco se ha lasciato sporcizie, pannolini seppelliti nella sabbia, bottiglie di Forst per l’arenile o scuocci i miluna.
Ma nell ‘opera dell’ autrice non vi è traccia di munnizze o di particolare casino.
Gli anelletti e le cotolette erano già preparate da casa, si presuppone, perchè portarsi la cucina da campo ? Per cucinare che cosa ?
E’ una storiella melensa e grevia, che suscita una sensazione del tipo ” ma quannu a finisci ?”.
Scusa la brutalità Maristella, ma te la sei cercata…:)
Leggo e mi accodo agli opinionisti Goku, Totò e Giuanni.
Hanno già detto tutto, occorre aggiungere altro?
Beh sì…sin dall’inizio si poteva capire che non si tratta di “tasci” in senso tecnico: infatti hanno educatamente salutato in coro l’Autrice e il di lei compagno, riconoscendone la primogenitura spiaggiale.
Il vastaso se ne sarebbe ben guardato.
Orevuàr.
cari lettori, nel trapanese e agrigentino non ci sono anelletti, ma i maccherroni rigati ,ma il resto della ricetta è uguale. per quanto riguarda lo stile palermitano, da anni nel belice si trovano migliaia di palermitani che avranno portato gli anelletti, che si trovano anche in castelvetrano…per quanto riguardo il comportamento definito tascio, vi dovrei rimproverare… non giudicate . questa usanza di portare cibo cotto sulle spiagge è usanza antica che io rimpiango e grazie a dio sta ritornando, visto che cosa costa andare al mare, intere famiglie non ce la fanno.meglio la tasciaggine che rimanere senza un bricciolo di sole, a volte rimpiango la mia infanzia , e le melenzane fritte e la carne con i panini, e il melone che si rinfresca nelle onde seppellito nella sabbia. forse c’è un pò di casino, ma mica si è ad un funerale… tascio significa ,una persona bassa di statura e grassoccia stile barilotto. non criticate e non abbiate la puzza sotto il naso a vedere famiglie gioiose, già troppo la sicilia somiglia a una cassa da morto….
mi sono ricordato ora mentre scrivo di un episodio storico di comportamento tascio. riguarda pirandello. premio nobel, che descrive una gita con cibo a carico ,in barca verso l’isola delle pomici, cioè l’isola ferdinandea, che apparve nel 1831….pensate a lui e divertitevi..
si dice che cent’anni fa al mare si mandavano i pazzi,e li si immergevano con costumi che ne coprivano interamente il corpo.
Il mare era un lusso per pochi,anche per l’inadeguatezza dei mezzi di trasporto.
I sani andavano vestiti di tutto punto,
con abiti prevalentemente bianchi.
Una tortura,ugualmente.
Oggi al mare si va per rilassarsi,in liberta’,
per l’abbronzatura e per farsi
una bella nuotata,per uscirne tonificati e vigorosi.
Meglio andarci a mezzogiorno,e saltare il pranzo.
Ne trae giovamento la salute.
[I padri famiglia – con un’abbronzatura ascellare tanto perfetta, che se l’avessero fatto apposta, meglio non poteva venire …]
che siano lavoratori le è venuto in mente?
@effe
punto 3) te lo dico in palermitano, picchì ta sintisti tu? Hai forse u carbuni vagnato? A meno che non tu sia un aristocratico di antico e alto lignaggio e i tuoi avi scendevano a fare il bagno nella caletta del loro castello! Ma non credo proprio.
punto 4) che io abbia panza o no questo non vedo come sia pertinente.
punto 5) hai fatto, “du voti u giru ru munnu”, e che cosa c’azzecca chi tasci, e poi a noi cosa c’è ne può fregare.
Mi sa che hai preso troppo sole durante le maratone, stattene un pò al fresco.
Bravo Ziomartin, hai detto bene
@effe
dimenticavo
punto 5)questa è la vera tasciume pensare ed essere convinti di essere “megghiu” degli altri.
Bravissimo Mario, hai detto benissimo
Non riuscirete a convincermi: essi nascono, crescono e muoiono da tatucci. Vivono bene la loro condizione di basso proletariato e non fanno nulla per modificare la loro situazione.
signori ma ci rendiamo conto che l’autrice scrive per una rivista (anche se on-line) e il racconto puo’ anche essere condito da esasperazioni che rendano meglio l’idea che vuole comunicare?
Se li ha visti davvero o no poco importa, era la rappresentazione di un certo modo di essere di noi siciliani che voleva fare arrivare; quante polemiche inutili; non ho sentito alcuna condannna o snobbismo nel racconto solo molta ironia per delle caratteristiche che appartengono alla nostra “sicilianitudine”, un po’ di senso of humor, please!
Saranno pure “tasci” o “tatucci” o comunque appartenenti al basso proletariato ecc… ma chi li prende in giro è sicuramente un razzista-classista. Alcuni lo sono perchè occupano, non per merito loro…, gradini sociali più elevati, per cui non conoscendoli li deridono: quindi sono razzisti-classisti per ignoranza e presunzione (di superiorità). Altri, appartenendo alla stessa classe sociale delle vittime dell’incivile sfottimento, lo sono per voler prendere le distanze -praticamente da se stessi- e sentirsi migliori.
In ogni caso, a mio modesto avviso, sempre di comportamento asociale si tratta.
Saluti
mi pare che stiamo esagerando.
Le spiagge sono di tutti e vanno rispettate.
Se si va in spiaggia col concetto della grande abbuffata,qualunque sia il ceto sociale cui si appartiene,e’ ben difficile lasciare la spiaggia in ordine,mentre i residui lasciati sull’arenile poi divantano motivo di attrazione per insetti fastidiosi,come le zanzare.
Inoltre nelle spiagge libere non ci sono i servizi igienici,e quindi gia’ immagino cosa succede durante una giornata al mare con queste premesse.
Paese che vai usanza che trovi.
A Londra le famiglie inglesi nel week end organizzano pic nic a St. James. Ma questa cosa non ci fa alcuna impressione perché magari gli inglesi sono un po’ più accomodanti: panini, bevande gassate, succhi di frutta, patatine e via.
Ognuno ha le sue tradizioni: loro i panini e noi la pasta al forno!
Quindi mi (e vi) chiedo:
– che male c’è se una famiglia numerosa (di quelle che ahimè non esistono più) decide di trascorrere una giornata al mare?
– che male c’è se il papà, a causa del lavoro, c’ha l’abbronzatura ascellare?
– che male c’è se non potendosi permettere una costosa pausa pranzo nella vicina trattoria ci si porta tutto da casa, inclusa la cucina da campeggio (più che da campo/terremotati) e la borsa frigorifero “big size”?
Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Siamo tutti bravissimi a giudicare il prossimo ma, diciamoci la verità, a chi non è capitato, una volta nella vita, di portarsi dietro almeno un panino per una qualsiasi pausa pranzo (a mare come in ufficio).
Educazione, rispetto per il prossimo e raccolta dei rifiuti prodotti durante la permanenza sono alla base di tutto ovunque e comunque.
Per cui, a mio modestissimo parere, se queste persone non hanno offeso o disturbato i vicini e, soprattutto, se hanno pulito dopo essersene andati: non sono tasci, hanno semplicemente trascorso una bella domenica al mare, sia loro che se la sono spassata, sia Maria Stella ed il fidanzato che si sono diverti a guardarli (manco avessero visto la famiglia di Totti e Ilary Blasy).
Ma, ad un certo punto, la domanda sorge spontanea: tu ed il tuo fidanzato che avete mangiato a pranzo? Perché sai: “….tascio è bello e ogni tanto fa anche invidia.”
PS: Maria Stella il tuo racconto (che sia reale o inventato) è ben scritto, ritmato e divertente. Mi è piaciuto lo stile.
Me li vedo già gli inglesi a St. James: Edward usci dall’acqua sennò ce lo dico a tuo padre, Carolyn la vuoi la fetta di muluni? Priscilla si ti pigghiu ti rumpu i ammi, mother can i have menzu pani ca cutuletta? John veni ca che facemu i tocchi di birra. ma vai da, fuori dal corso, non fare questi paragoni che non stanno ne in cielo ne in terra. Questi non sono pic-nic, sono vere e proprie schiticchiate alla grande fra urla e schiamazzi, bambini a frotte degne di una crescita demografica, ragazze ciccione con bikini ridottissimi, tatuaggio ultimo grido e manicure stile edward-mani-di-forbice, uomini panzoni e caciaroni con tanto di mezzo etto di collana con il Cristo che, ciondolando, reclama pietà, sacchetti dela coop a uso borsa mare, tavolini sedie e ombrelloni come se la spiaggia fosse tutta loro. Il villino dei poveri!
Evidentemente non hai mai visto gli inglesi al mare. Non hai mai frequentato la spiaggia di Magaluff a Palma di Maiorca o quella di St. Julian a Malta o Gumbet sulla costa turca o ancora Playa del Ingles a Gran Canaria. Non li hai mai visti già ubriachi alle 9 del mattino, o vomitare in strada due ore dopo. O ancora affollare i fast food a pranzo tutti rigorosamente a torso nudo sudacchiato. Oppure lanciarsi i boccali di birra da una parte all’altra della discoteca a mezzanotte. Insomma, non li hai mai visti. Fossi in te, cambierei il nick in Rob il provinciale
mi è capitato da bambina di andare al mare così con tutta la famiglia. con 4-5 ombrelloni, borsa frigo, panini o insalata di riso o di pasta(perche a casa mia non amiamo gli anelletti al forno), bidoncino per l’acqua fredda. stavamo tutti insieme, cugini, zii, zie. i bambini che giocano tutti insieme, le donne che fanno comunella, gli uomini che giocano a carte o dormono sotto gli ombrelloni con la panza all’aria.tornavi a casa distrutto e mezzo ustionato nonostante i 5 ombrelloni, ma ti sentivi felice. altre volte andavamo al ristorante tutti insieme ma generalmente preferivamo mangiare li che fare avanti e indietro. a fine giornata poi raccoglievamo tutto e ci portavamo dietro il sacchetto con la spazzatura. ma non mi sento tascia se penso a quelle giornate. anzi invidio quel senso di famiglia che c’era e ora non c’è più.
sinceramente mi sento piu tascia quando vado la domenica a mondello e pago 25 euro per un ombrellone e 2 lettini, e altri 8 euro per una vaschetta di bresaola e rucola. credo che a quei tempi i miei spendessero meno di 66000£ per fare la spesa per noi 4 per una giornata a mare.. e poi capitano domeniche in cui voglio risparmiare un pò e mi porto il panino da casa, stranamente non divento tascia solo per questo e riesco tranquillamente a mimettizzarmi con tutta l’altra gente che comunque esce sempre qualcosa da mangiare dalle borse, specie chi ha bambini, che improvvisamente e continuamente chiedono qualcosa da mangiare.
credo che il post sia solo parzialmente veritiero e che alcune cose siano state inserite per fare “vucciria”, tipo la cucina da campeggio, le liti coniugali e la flatulenza degli uomini di casa, nonchè la sparizione della ragazzina con il bagnino che sembra uscita dal film sapore di mare..
è ovvio che andare a mare in gruppo attira l’attenzione ma non si è tasci se si è in gruppo o in famiglia o se ci si porta da mangiare e non si è automaticamente il top della finezza se si è in due…mi capita spesso di vedere coppie di tasci, e spesso di vedere famiglie non tasce.
come diceva qualcuno sopra: bisogna saper coglier ela differenza. il vero tascio è quello che infastidisce la gente, che sporca, che mette le canzoni napoletane con il cellulare a palla, che urla continuamente. questa era una semplice famiglia numerosa che passa una giornata al mare, come succedeva a noi quando eravamo piccoli anche se ora fingiamo di non averlo mai fatto..
@lucio
Ho vissuto a Londra e andavo a mare a Brighton, se vuoi te li posso “pittare” gli inglesi a mare. E’ inutile che cerchi di insinuare che anche loro siano a loro modo tasci, ovvero rumorosi sporchi e/o carichi di mobili di casa. Non c’è trippa pè gatti lascia perdere.
Il tasciume sta nell’esagerazione,come quelli che passano all’una di notte per le strade con lo stereo della macchina a tutto volume….se ascoltassero la musica a volume basso,chi potrebbe pensare dopo essere stato svegliato,”M….ia,il solito tascione!!!!”
La famiglia descritta nel racconto,vero o fantasioso che sia,esagera in tutte le sue espressioni….e quindi è TASCIA.
@ M.Z.
Io non insinuo. Io esco da casa e li vedo. Non scrivo da Palermo.
Forse l’unico vero gesto da truzzo è quello di cercare di ricreare casa in un ambiente che casa non è. Va bene il panino e la bibita o il frutto ma la sovrabbondanza di cibo, di cose e di rumore ci rende esagerati e sgradevoli.
portatevi una tavoletta di cioccolata
e…godetevi il mare,quando ci riuscite.
In questi giorni su certe spiagge si parla di alga tossica.
Ieri,in una scogliera che non dico,c’era troppa schiuma.Troppi shampoo?
Non sarebbe meglio lavarsi a casa?
Ringrazio le tante persone che hanno commentato e apprezzato o meno il mio racconto. Ci tengo a puntualizzare che la mia non era nè una critica, nè, meno che mai, un giudizio sull’allegra famigliola che ho incontrato. Scrivo per mestiere e quindi adoro osservare. Direi che è quasi un istinto naturale guardarmi intorno con l’occhio di chi dovrà poi mettere per iscritto. Ho fatto una cronaca. Punto. L’ho un po’ romanzata, così da farla diventare più appetibile al lettore, pur mantenendo intatta l’impronta di quanto ho visto.
Per il resto, quella giornata, lo ribadisco, è stata una delle più divertenti della mia vita.
chi si contenta,gode
Dalla lettura dei commenti si evince che la parte romanzata è proprio quella che non è piaciuta e in alcuni casi ha pure infastidito; probabilmente l’intento dell’autrice – divertire con la fantasia romanzando alcune parti dell’episodio – non è andato a buon fine, al contrario ha annoiato, oltre a provocare disappunto…
N.B. Io non ho emesso nessun giudizio sul racconto, perché non ne sentivo la necessità.
pero’,siccome a noi piace trarre il lato positivo delle cose,abbiamo avuto l’occasione per fare risaltare alcuni concetti:
1.
il mare e’ bello e le spiagge vanno rispettate.
Ci va tanta gente ed a tutti piace trovare l’ambiente “pulito”.Il che e’ praticamente impossibile se ci si va a fare le abbuffate.
Tra le cose piu’ schifose ci sono i mozziconi di sigaretta.Poi plastica,bottiglie di vetro che inevitabilmente vengono frantumate,fazzolettini sporchi,residui di cibo e schifezza varie che attraggono insetti fastidiosi.
Incredibile l’immondizia accumulata sull’arenile di Vergine Maria,a Palermo.Ma tutte le spiagge libere siciliane risultano saccheggiate.
2.
L’assenza di servizi igienici nelle spiagge libere dovrebbe consigliare di ridurre la permanenza al
tempo di farsi una sana nuotata e poi andare via.
3.
Non capisco cosa c’entra la tintarella del bagnante con l’abbronzatura del lavoratore.
Ad ogni modo ambedue farebbero bene a stare attenti ai carcinomi basecellulari ed ai melanomi
che arrivano quando meno te l’aspetti se non hai
fatto l’adeguata protezione.
4.
Per togliere il sale e’ sufficiente una doccia
con acqua dolce senza dare quello stomachevole spettacolo di insaponate e schiume che poi finiscono a mare e contribuiscono alla morte del mare.Ci sono zone dove fauna e flora marina sono
scomparse e si puo’ osservare un fondale color
grigio-topo.
5.La notazione sui ceti non c’entra nulla.Anche a chi puo’ permettersi di pagare un lido fa piacere scoprire localita’ meno affollate e possibilmente
incontaminate.
6.ci mancavano le alghe tossiche.
.
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/98365/tornano-alghe-tossiche-litorale-palermitano.htm
eheheh e chi se lo scorda!!!!! anzi,chi se li scorda!!!!!!!!!!!!! un bacio 😉
cmq una cosa è certa…Il Tascio non passa mai di moda…
Maristella, quello che hai scritto è un’insalatina di luoghi comuni stile anni ’80, descrizione datata, di maniera, trita, ritrita, e tritata di nuovo pure nelle barzellette di tempi andati e nemmeno tanto rimpianti. Gli stilemi che utilizzi sono scontati, prevedibili, in una parola vecchi. Gli anelletti, u mulune, la ghiacciaia, le panze, le canotte a costine che non trovi manco più se le cerchi, mancano le ciabattone a croce, con relativi calzini, e la mini-fossa-settica scavata nel bagnasciuga per i bimbi, le cassette di carmelo zappulla, la ‘fiatunoturbo’ rossa con due scarichi cromati, e via andare…
Che noia.
Dici di scrivere per mestiere e di aver fatto una cronaca, ancorché romanazata. Ebbene a mio avviso si tratta piuttosto di un’insipida teoria di stereotipi, usurati dal tempo, che si cementano l’un l’altro giusto per volere di chi pretende di riportarli, che non per loro intrinseco collante. Una caricatura del proprio stantìo immaginario, più che di una realtà corrente e riproducibile.
Vedi, Maristella, la grandezza di chi scrive, specie di chi ama citare quest’arte quale proprio mestiere, sta a mio avviso nel sublimare le immagini, nel trarne cioè una sintesi, non necessariamente sociologica, ma che porti il lettore, anche quello locale a cui pare sia destinata la tua prosa, a costruire da se i suoi eventuali stigmi, senza che gli vengano forniti preconfezionati. Come le vaschette di anelletti al forno (o anellini come tu li chiami).
Mi è molto piaciuto uno dei commenti letti sopra, dove qualcuno riesce, tra le righe di siffatta proposizione di umanità quantomai becera, a cogliere uno degli aspetti più interessanti, e cioè la genuina vitalità di chi, avendo rinunciato anche alla difficile arte dell’apparire, riesce a ritrovare l’essenza della convivialità, intesa certo a misura dei suoi affini, ma in fondo libera e sincera, perfetta sintesi dell’essere con l’avere.
Tutto il resto, credimi, è quanto mai opinabile.
Il grande Eduardo diceva:”…chi cerca la vita incontra lo stile, chi cerca lo stile trova la morte”.
Essere se stessi, questo si è un valore.
Dimenticato.
Perdonami qualche nota di dissenso. Ciao.
Sergio, prendo spunto dal tuo post per dire che, secondo me, per il livello qualitativo dei post – su Rosalio – di coloro che scrivono “per mestiere”, ebbene, almeno il 70% dei commentatori di Rosalio potrebbero fare i cronisti (perché di questo si tratta nel post che stiamo commentando), perlomeno allo stesso livello, ma molti commentatori lo farebbero meglio di coloro che scrivono “per mestiere”, appunto.
N.B. evidentemente tra i cronisti “per mestiere” che scrivono su Rosalio non mi riferisco pure a vassily. Come lui non c’è nessuno, in un altro senso…
Vi invito a rimanere in tema. Grazie.
Volevo aggiungere una scioccante esperienza che ho vissuto la notte di ferragosto. Con alcuni amici sono andato a Mondello di sera per vedere i fuochi, una delle rarissime occasioni in cui, in estate, mi reco in quell’inferno dantesco. Mi ero già preparato a scene dall’altro mondo, ma quello che ho visto ha superato ogni record di orrori su cui i miei occhi si siano mai posati a Mondello. La sabbia nei cortili non si vedeva più, totalmente ricoperta di teli mare, tavolini e sedie a perdita d’occhio (saranno i suddetti “tasci” che si erano stabilitisi lì di prima mattina?) ragazzini che correvano con gli scooter sul passeggio antistante le terribili grate che impediscono l’accesso. Ma il meglio deve ancora arrivare! In un cortile era stata addirittura imbastita una vera e propria discoteca, c’era il tavolino del dj con le attrezzature (piazzato sul muretto dove normalmente la gente ci cammina), le casse che pompavano, le luci colorate, il tutto alimentato da un generatore diesel messo anch’esso sul muretto, rumoroso e inquinante. Davvero ragazzi non c’è limite, non c’è proprio limite…
Questo quadretto é quello celebrato giá dagli anni 70 dal cabaret di Giacomo Civiletti, ottimo artista che ha fatto da apripista a tantissimi comici siciliani. Quello che mi rode é sentire il racconto di qualcosa che é tipicamente intriso di palermitanitudine da una agrigentina … 😀 … perché la verità … Nel bene e nel male noi palermitani le nostre cose c’è le difendiamo e ci teniamo alla precisione. Allora … Tanto per accominciare noi a mare “addevi” zero , solo nutrichi, picciuttedri, o picciridri! Se dobbiamo parlare di nannó é al femminile, con la sottoveste o prendisole fiorato perché non possiede il costume da bagno, u nannó masculu solitamente parti ra casa già collocato e non scende manco dalla lapa! La pasta é rigorosamente col forno, niente molona di sciauru ma solo muluna agghiacciato, e storicamente non abbiamo Cetty ma Deborha …Samantha …e di recente Illary e Natascia. Per cortesia …non é ca uora cuegghié pigghia e cunta ri Totucci a mare!!! 😀
Avete mai visto i tasci agrigentini??? I più tasci del mondo. W gli agrigendini