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mercoledì 25 dic
  • Criteri

    Per via di un diretto interesse alla cosa, ho letto sul sito del Comune di Palermo che è stata avviata l’iniziativa caro vita denominata La Scuola per Tutti, giunta alla seconda edizione. Evidentemente la prima edizione sarà andata bene. A questo punto cito per intero che «La Giunta Comunale ha approvato con deliberazione n° 174 del 20/08/2010 l’iniziativa denominata: “La Scuola per Tutti”. Il progetto sorto dalla collaborazione tra l’assessore Felice Bruscia e l’assessore alla Pubblica Istruzione Francesca Grisafi in sinergia con la Confcommercio-Associazione Provinciale intende agevolare le famiglie, il cui bilancio economico viene gravato dai costi delle rette scolastiche nelle strutture private, per mantenere i propri figli, esclusi, per esubero dalle graduatorie delle scuole comunali. Il progetto, valido per la sessione scolastica 2010-2011, prevede la seguente scoutistica negli Asili Nido e nelle scuole dell’Infanzia legalmente autorizzati ed aderenti all’iniziativa: sconto del 50% sulla quota d’iscrizione – sconto del 25% sulla retta mensile».

    Ora, per chi legge, evidentemente non è prevista una scoutistica ma una scontistica (si vede che il tasto della tastiera era ribaltato). Iniziativa lodevole, ci siamo detti, e siccome ne avremmo bisogno andiamo a vedere de visu la situazione in uno degli “esercizi” riportati nell’elenco. Abbiamo, per via di una ovvietà che rasenta l’idiozia, scelto quello più vicino al posto dove abitiamo. Arrivati, era chiuso. Abbiamo telefonato per prendere un appuntamento, e il giorno successivo siamo entrati a vedere il posto dove avrebbero, eventualmente, dimorato per un tempo limitato i pargoli. Mi duole ammetterlo, per i lettori di Rosalio, ma dirò solo il peccato. All’ingresso un nugolo di bimbi, testé depositati, giocavano sotto il vigile sguardo di alcune maestre all’interno di un “recinto” composto da un vaso di piante da esterni, una panchina in plastica bianca, due panche in legno e alcune sedie. Ci accoglie una ragazza, responsabile delle relazioni coi genitori, per farci vedere i locali e darci le indicazioni su costi e organizzazione. Fantastica, lei, e deprimente, il posto. Ma non l’aria che si respira, solo alcuni dettagli di cui riporto breve testimonianza.

    Sedute in ferro nei corridoi con spigoli vivi (e se un bimbo cade? e se batte la testa nello spigolo?), camera del riposino con una serie di passeggini variegati (di proprietà delle famiglie) ivi parcheggiati e rivolti ad una parete cieca, cucina (per eventuali pappine o biberon) condivisa tra piccoli e grandi (pappine e caffé, le une accanto all’altro), nessun tipo di rivestimento alle pareti per attutire eventuali rimbambinimenti (la parola è corretta così), un bagnetto monofasciatoio per cambio pannolino (i pannolini li portate voi, e anche le tovagliette, e anche i saponi). Abbiamo sorriso, ringraziato per la gentilezza e siamo andati via. Io capisco la “Scuola per tutti” e la possibilità data a chi non è stato accolto negli istituti comunali, ma ci dovrebbe essere un limite: oppure un criterio di selezione. E ci piacerebbe capire in quale capitolato sono individuati i criteri di selezione degli istituti che possono (ritengo, sostenuti da un protocollo amministrativo) rientrare in quel ristretto elenco di “legalmente autorizzati”. Certo, siamo andati solo in un posto (ma i bambini “a rischio vita” c’erano, erano già in un recinto), non in tutti. Ma, per farci un’idea precisa dello stato delle cose e fare la nostra scelta dobbiamo proprio visitarle noi tutte queste scuole? O attendere che lo faccia “chi di dovere”?

    Palermo
  • 5 commenti a “Criteri”

    1. domanda : ma le scuole comunali sono tanto meglio ?

    2. Ogni iniziativa può essere migliorata con il contributo delle parti in causa.
      Secondo me, è già tanto aver preso coscienza del problema e aver tentato di trovare una (possibile) soluzione.
      E’ inutile attendere che “chi di dovere” intervenga: in troppi casi, purtroppo, l’esperienza insegna che ciò non avviene.
      Meglio confidare nel buon senso delle famiglie dei piccoli e nella buona volontà degli operatori coinvolti.

    3. Non si può chiedere ad uno Stato di controllare qualsiasi cosa! Anche perchè in occasione di una ispezione si possono fare trovare situazioni migliori. E’ il mercato che dovrebbe eliminare le situazioni estreme, oppure NOI a fare intervenire “chi di dovere”.

    4. @KK
      La seconda che hai scritto.

    5. Intervengo per dire due cose. Una. La lista di quei luoghi non è infinita, anzi. Se io Ente, chiunque io sia, non verifico di persona a chi sto dando credito io stesso non sono credibile. Vige invece la consuetudine che se un posto ha ricevuto la grazia una volta perché non dargliela la seconda? Seconda. Le norme di sicurezza, maggiormente per spazi dedicati all’infanzia, sono conformi ad ogni ambiente di lavoro. La legge 81/08 in tal senso è abbastanza chiara, la si legga. Ma per quanto viga una norma recente, rivista, rettificata, etc, non si è mai pronti, aggiornati e adeguati all’evento normativo: si vive sull’affanno verso le cose e si preferisce intervenire ex post, chissà perché. Dinanzi a queste evidenze è impossibile far radicare una popolazione civile.

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