Bontate, Provenzano e gli orfani piangenti
La mia replica alle parole di Roberta Bontate sui “diritti dei figli di mafia” ha suscitato addirittura l’interesse del legale dei Provenzano. Troppa grazia. Nessun interesse invece da parte della stampa, che ha preferito dare spazio alla figlia del boss ma non alla replica di un familiare delle vittime di mafia. Il giorno dopo le parole della nipote del “Principe di Villagrazia” ho scritto direttamente al direttore de La Stampa e ad Enrico Bellavia, autore dell’articolo su Repubblica. Nessuna risposta, nemmeno un cenno, così, per dire “abbiamo gradito comunque il suo interessamento alla vicenda”. Ovviamente saranno dinamiche prettamente redazionali. Accolgo con piacere la replica dell’avvocato in modo da poter approfondire alcuni aspetti.
La signora che difende Bernardo Provenzano, che dimostra notevole destrezza tra i codici, difetta però nella semplice arte della lettura: la mia lettera non era scritta da parlamentare europeo, ma da figlia di una vittima innocente della mafia, di una vittima di quella mafia rappresentata dal suo assistito, e non chiedeva l’impiccagione per i figli dei mafiosi ma un minimo di rispetto. Non giochi su queste cose, per favore: è il tipico trucchetto di chi vuole caratterizzare politicamente e sminuire una discussione. Vede, signora, fare riferimento alla ‘violenza’ delle mie parole è come darsi la zappa sui piedi. In realtà la cittadina italiana che ha subito violenza sono io e siamo noi, razza detestata degli “orfani piangenti”, e vedo che questo sfugge a lei come agli eredi dei boss. Voglio sperare che le sia solo sfuggito. Io, noi, e non lei o Roberta Bontate, ho subito la violenza dei suoi assistiti e dei loro sodali che hanno assassinato mio padre, come molti altri padri. La storia (e non io) dice che la Sicilia non è abbastanza grande per ospitare gente come i suoi assistiti e gente come le vittime di mafia, e lei sa bene che a pagare sono sempre stati i giusti. Ora basta, mettere i puntini sulle “i” diventa un dovere morale.
Dice di non intervenire come legale di Provenzano ma come cittadina italiana, io invece non posso parlare da cittadina perché sono un politico. Ma che ragionamento è? Se non vuole etichette professionali non provi ad incollarle sulla mia persona. Anche io, sa, sono cittadina italiana, e pure incensurata.
Il giochetto che secondo me non funziona, e mi sorprende che un grande avvocato difensore di un grande imputato, un po’ il grande pennello per una parete grande di una celebre pubblicità, è proprio quello sulle leggi; nel mio articolo su Roberta Bontate infatti non cito alcuna norma, nessun codice. Mai detto che i figli debbano pagare per le colpe dei padri mafiosi, e la sfido a dimostrare il contrario. Quello che pretendo, sì, stavolta lo pretendo, è che non salgano in cattedra a dare lezioni se non prima di aver rinnegato non il padre, attenzione, ma la mafiosità dei padri, degli zii e dei fratelli. Dov’è lo scandalo, l’imbarbarimento, l’accanimento? Mi creda, nessuno più di un familiare di una vittima innocente della mafia può sapere cosa siano l’isolamento e l’etichettamento in una società in costante declino come quella siciliana; il diritto a vivere una vita dignitosa appartiene a me come alla signora Bontate. A dar fastidio è stato il suo orgoglioso salto sul pulpito. Un pulpito che noi, familiari delle vittime innocenti della mafia, non abbiamo mai preteso. Io, avvocato, sono andata a trovare Bernardo Provenzano in carcere, e direttamente da lui ho avuto rassicurazioni: “Sto bene, non mi manca niente”. Se non manca niente a lui che vive in regime di 41bis, si figuri ai suoi figli.
Il mio articolo sul blog de Il Fatto Quotidiano per fortuna non ha attirato solo la sua penna, ma anche quella della razza degli “orfani piangenti”; ecco, testualmente, cosa mi hanno scritto:
Salvatore Borsellino, fratello di Paolo:
“Noi familiari delle vittime di mafia, che ignobile categoria!, veniamo accusati di fare una professione dei nostri dolori. Siamo indotti al silenzio per non essere tacciati di “protagonismo” e “vittimismo”. E a volte ci caschiamo in questo tranello. E ora dovremmo anche tacere di fronte ai parenti dei mafiosi che ci dicono quale è la dritta via, che pretendono senza prima offrirci l’unica cosa che chiediamo: una sconfessione della mafiosità dei loro padri e delle loro madri, niente di più. Pesa tanto questo?”
Monica Iannì, figlia di Carmelo:
“Anch’io come Roberta Bontate ho perso mio padre quando avevo soltanto 11 anni, ma da lei non ho mai preteso nulla. La differenza tra il mio genitore e il suo, però, è sostanziale: mio padre ha combattuto la mafia ed è caduto sul suo altare, il suo è stato la mafia, quella mafia che ha fatto assassinare mio padre e tanti altri padri. Carmelo Iannì, vittima innocente, lo ricordano in pochi. Il boss Bontate, invece, lo ricordano tutti. La figlia Roberta dovrebbe farsi un esame di coscienza, nel rispetto di chi a causa dei suoi familiari si è visto crollare il mondo addosso e non ha avuto indietro nulla. Deve solo rinnegare, ma seriamente, l’operato della sua famiglia, e rinunciare a qualsiasi beneficio tratto da quel tremendo passato. Altrimenti non reciti la parte della donna antimafia, che di fantocci in questo mondo ne abbiamo visti fin troppi”.
Gianluca Manca, fratello di Attilio:
“Noi familiari di Attilio Manca brancoliamo nel buio poiché, pur sapendo che la mafia in accordo con altri poteri occulti ha assassinato mio fratello, non abbiamo diritto a vedere riconosciuto il suo sacrificio, e la signora Bontate, occupando un’intera pagina di giornale, rivendica diritti? Se vuole riscattarsi mostri un po’ di buon senso rinnegando di fatto la mafiosità della sua famiglia”.
Antonella Borsellino, figlia e sorella di Giuseppe e Paolo (imprenditori):
“La storia della signora Bontate è emblematica: si ritrova in una posizione frutto di quanto ereditato dal padre e dalla sua famiglia mafiosa. La nostra famiglia, invece, non solo non ha mai avuto alcun risarcimento, nè dallo Stato nè dai compari del padre e dello zio, ma si è sobbarcata le spese dei processi e dei debiti accumulati dalla nostra azienda a causa dell’ingresso dei soci mafiosi che portarono poi alla morte prima mio fratello e poi mio padre. Se vuole anche solo discutere di questi temi, riparta da zero, come noi.”
Concludo, avvocato, sovvertendo la sua ultima frase: essere figli di vittime della mafia non comporta il diritto di emettere sentenze di condanna nei confronti di soggetti incensurati e senza colpe proprie, ma è un grande onore. È l’orgoglio di appartenere ad una Sicilia diversa, la bellezza della libertà e la consapevolezza di aver creduto di essere più forti dell’omertà mafiosa. Esse figli delle vittime innocenti, avvocato non provi ad eliminare questo aggettivo, è un modo di vivere e di agire, è un solco incancellabile, un binario da cui non si deraglia.
(in collaborazione con il Fatto Quotidiano)
signora Alfano. la parte sana di questa terra è con voi e capisce l’indignazione davanti a chi fa l’apologia di certe persone.
qui c’è il rischio di fare di carnefici e vittime la stessa cosa.
le sono vicina.
abbasso la mafia e chi si gode i suoi soldi
Sig.ra Alfano,
sa perche’ dalla Stampa e da Repubblica non le hanno dato risposta?
Perche’ l’ “affaire” beni confiscati è un “non caso”!
Perchè un bassotto con accanto una essere parlante ha sbattuto in prima pagina una donna, una madre, un’orfana facendola passare per il mostro, per la testa di ponte tra Cosa Nostra e i patrimoni confiscati.
Perchè hanno dipinto un prete che fa antimafia con i fatti per un faccendiere senza scrupoli.
Perchè nelle redazioni di giornali seri c’è gente con buon senso che leggendo queste parole…
«Ho un passato con il quale faccio i conti ogni giorno della mia vita, dopotutto sono cresciuta senza un padre e una madre, ma ho provato ad andare avanti, sicura che spiegherò tutto ai miei figli. Il più grande che ha solo sei anni l’ altro giorno mi ha chiesto chi sono i mafiosi: con mio marito gli abbiamo detto che sono i cattivi. Dovrò spiegargli chi era suo nonno e chi erano tutti gli altri. Lo farò con chiarezza e senza sconti. Come ho fatto con me stessa»….
hanno capito che tutto il resto è fuffa!
La saluto.
Personalmente credo che ai figli delle vittime di mafia debbano essere concesse tante cose comprese il sempre lagnarsi di tutto e di tutti. Glielo dobbiamo perché il loro dolore è imparagonabile.
In questa vicenda tuttavia non riesco a comprendere l’accanimento dell’On. Alfano Sonia contro la Bontade. Ovvero, dopo la risposta all’art. di Bontade su Repubblica (nel quale la sig.ra per quello che mi è stato possibile capire ha solo detto di non fare parte dell’Associazione incriminata da Striscia la Notizia e che oggi dopo tanto tempo e con tanto aiuto psicologico è riuscita ad essere mamma di due o tre figli e che vorrebbe rimanere nell’anonimato dal quale Striscia la notizia l’ha tirata fuori ed in cui vorrebbe ritornare per crescere i suoi figli nel rispetto della legalità ecc..) doveroso a suo modo di vedere, cosa c’entra oggi nuovamente con la scusa della lettera dell’Avv di figli di Provenzano accanirsi di nuovo contro la Bontade. Semmai risponda all’avv. Di Provenzano riferendosi ai suoi assistiti. Mi è sembrato che la stessa non le abbia risposto in alcun modo nei giorni passati. Poi se la Repubblica non le abbia dedicato dello spazio magari sarà nel loro diritto di farlo. Per ultimo non capisco l’avv. Di Provenzano: ma che c’è da scrivere alla On. Alfano Sonia? Si sa che la stessa cerca queste provocazioni. Non facciamo che lo stesso avv. cerca visibilità.
Bravo RobLa, ogni tanto si trova qualcuno che va fuori dal coro, capace di ragionare ed analizzare i fatti con la propria testa.
concordo con Robla. Ritengo però sbagliato dire:
“un bassotto con accanto una essere parlante”-
Io non credo che Stefania sia in malafede e cmq ci sono i Tribunali per giudicare le eventuali querele.
Gent.le On Alfano
alcune premesse sono d’obbligo per sgombrare il campo dai tanti malintesi gia’ occorsi.
Mi permetto di segnalarLe intanto ,e forse Lei gia’ sapra’, che cio’ da cui prende spunto la nostra riflessione e’ gia’ stato argomento,(limitatamente e specificamente all’aspetto che riguarda la sig.ra Bontate e la partecipazione in qualita’ di socia in una associazione promossa dal Centro Padre Nostro e d P MArio Golesano), di un articolo di qualche giorno fa proprio su questo spett.le Rosalio giornale -blog ,articolo che prendendo spunto dall’inchiesta giornalistica della sigra Petix , ha visto la partecipazione e l’interesse di molti commentatori che hanno contribuito con i loro differentissimi punti di vista,e che Le cosiglierei di consultare per alcuni passi fondamentali.Il mio personale punto di vista desidero adesso ribadire qui sinteticamente.Occorre pero’ come dicevo far “pulizia ” di interferenze di dati,indebite contaminazioni con altre storie e casistica,fatti,personaggi che non darebbero al giudizio la necessaria nettezza.E’ mio intendimento infatti limitare cioe’ “chirurgicamente “,come necessaria explicatio terminis ,la considerazione al solo caso della sig.ra Bontate. On Alfano,mi, permetto di esprimere quindi subito il mio disappunto per la seguente Sua frase “il suo orgoglioso salto sul pulpito ” come scritto sul blog presente, e la parola -verbo “pretende ” sottolineata nel Suo intervento sul Fatto quotidiano ,riferite alla sigra Bontate.Io penso che chiunque si senta tratto a forza e chiamato in causa dall’oggi al domani, costretto nuovamente a uscire dal legittimo sano anonimato-privacy di comune cittadino per vedersi sbalzato e sbattuto inopinatamente sulle pagine dei giornali e delle TV con la riapertura di ferite che meritano le assicuro la stessa considerazione delle Sue personali(tutto infatti dipende dalle scelte interiori della propria coscienza sul cui sacrario solo al buon Dio e’ consentito disquisire e alla quale non e’ lecito in alcun modo e a nessuno chiedere ulteriori autoflagellazioni o autodafe’) chiunque dicevo ha il diritto di rivendicare e pretendere un minimo rispetto.Quindi un minimo di attenzione e di precisazione CRONOLOGICA,sulla tempistica e sulla provocazione e sulla conseguente impulpitazione.Quindi nessuna preclusione all’uso della parola pretendere.
Poi in merito alla condanna e alla presa di distanza dalla storia personale e familiare precedente mi pare acclarato che la sig.ra Bontate abbia affrontato un pur difficile e doloroso cammino di rivalsa e redenzione sociale che l’hanno portata a formare una famiglia spero improntata alla buona e sana educazione e trasmissione dei principi della legalita’ e della moralita’ .Su tale scelta a nessuno e’ permesso sindacare,ne’ richiamare illazioni e sospetti.
Se si aggiunge poi che l’inchiesta giornalistica di cui sopra sembra davvero nata in un clima di inutile rimestare scandalisticamente il passato ,senza che si comprenda bene dove stia l’illecito segnalato ,semmai facendo confusione tra opportunita’ e legalita’,misconoscendo il valore educativo e pedagogico dell’associazione, prendendo questo caso come esempio per i tanti altri casi che certamente vi sono in italia,cioe’ con una chiara strumentalizzazione,allora si comprendera’ bene il disappunto.
Cio’ non toglie ,anzi conferma il mio richiamo e la mia indubbia solidarieta’ a tutte le vittime della mafia e loro familiari che dovrebbero essere chiaramente logicamente i primi destinatari in ugual misura di un sostegno delle istituzioni e della societa’.Senza dimenticare pero’ che come in un qualsiasi altro processo di pacificazione tra etnie e culture diverse (perche’ la mafia si propone come modus vivendi,cultura o se preferite sub cultura di morte e sopraffazione ,di omerta’ o comunque cultura di violenza )la prima pacificazione dev avvenire PROPRIO TRA VITTIME E CARNEFICI o meglio tra familiari di questi.(vedi ex jugoslavia,vedi MEdio oriente ,vedi Africa etc etc).E NOn prendiamoci in giro dicendo che non e’ cosi’.
Distinti saluti
schifo schifo schifo per come è ridotta la società italiana, siciliana in particolare, di oggi
@giuseppe
scusa ,cosa significa SChifo X 3 ?
e’ come dire
!!! oppure mmmh oppure ???
Chi bbo’ diri ?
scrivo perchè comincio ad essere preoccupato.
da giorni vedo come siano sempre gli stessi, robla boris e altri 2 , a scrivere contro chi combatte la mafia e a fovore di chi si nutre di quel pane. io credo sia deleterio il loro messaggio e comincio a pensare siano parenti dei soggetti in questione.
chi sostiene la mentalità mafiosa e getta fango su chi la difende fa solo male a questa terra che ancora amo.
Sig. Parisi,
io non sono robla, boris ne uno degli altri 2 (immagino folklorista sia uno di questi). non sono un mafioso, nè appartengo a famiglie mafiose, ma ciò che è più importante, non capisco perchè criticare un (discutibilissimo) servizio della brava Petyx (che però potrebbe aver sbagliato in questo caso) o un intervento dell’ On. Alfano, debba essere un supporto alla Mafia. Si discute e si dissente, e non per questo si è mafiosi o favoreggiatori dei mafiosi. Personalmente condivido molti dei dubbi sollevati dagli autori che lei cita sia sui servizi della Petyx che sugli interventi dell’Alfano e non penso proprio di essere un sostenitore della mentalità mafiosa che è prima di tutto sopraffazione e violenza, come lo è dipingere una bella linea (arbitraria) e dire “chi sta di qua è buono e chi sta di li è cattivo”. Spero se ne renda conto…
@sig Salvatore Parisi
scusi egregio signore,ma lei ha provato a leggere la sostanza degli interventi ? oppure, per noia , si limita a produrre pollice verso ogni qualvolta si pronuncia la parola mafia senza cercare di capire qual’e’ il discorso ?
Ma mi faccia il piacere! e’ grazie alle persone come lei semmai che noi ci troviamo in questa salsetta Feltriana.Diamo pane al pane e vino al vino.Quando Borsellino levo’ in alto il rotolo del discorso a San domenico io c’ero,e l’ho fotografato nel mio cuore.Lei c’era ? o era nascosto tra la Palermo codarda?
@Parisi
Potrei darle subito del mascalzone!
Non lo faccio….lo faccia da lei non appena vedrà che in nessuno dei miei interventi, e sono sicuro, degli altri nick da lei citati, si sostiene o si fa apologia della mentalità mafiosa.
Ma da quando c’è una graduatoria per chi ha più diritto a soffrire o a piangere e chi ne ha meno?
:-O
Quello che ho capito da tutta la vicenda è che il Comune di palermo ha dato provvisoriamente beni confiscati a chi non aveva le caratteristiche previste dalla legge, come rilevato dalla Prefettura le cui prescrizioni si sono volute aggirare con un tempestivo quanto maldestro cambiamento della compagine sociale delle associazioni cui ha fatto riferimento il servizio TV. Padre Golesano per leggerezza o altro si è associato a persone con cui non può chiedere l’assegnazione di beni confiscati perchè ricevere questi beni non rappresenta un diritto, ma un’opportunità di riutilizzo degli stessi come ha scritto qualcuno. Tirata in ballo tra quseti soci ingombranti, la signora Bontate reclama un diritto a non essere cittadina di serie B. Ma non avere assegnati questo genere di beni non rappresenta una discriminazione. Se avesse voluto prestare la sua opera in altre associazioni non intestatarie di tali beni nessuno avrebbe alcunchè da ridire. E’ il fatto di aver messo il proprio nome e quello del marito ad aver creato problemi: non lo sapevano forse? E come mai tutti gli storici collaboratori di don Puglisi hanno lasciato don Golesano? Perchè non sentiamo anche loro per completare il quadro?
@cassiel
cerchi di essere un asettico reporter ma inserisci di fatto alcune notizie non fondate:
1 la sigra Bontate non chiede nulla se non il rispetto per la sua vita privata.Non recrimina su alcun bene non assegnato.
2 anzi ha accettato senza alcuna contestazione la decisione prefettizia
3 se le prescrizioni sono state aggirate o meno,questo sara’ la magistratura a deciderlo e non le illazioni sollevate
4 Padre Golesano non ha mai parlato di una sua leggerezza,ne’credo Lui possa essere ritenuto una persona poco accorta
5 fino a prova contraria Don Golesano e’ ancora un sacerdote impegnato nel sociale e contro le mafie.Cosa significa “gli storici collaboratori di don Puglisi hanno lasciato ..”etc etc ?
I collaboratori son rimasti finche’ a loro e’ parso im portante lavorare a Brancaccio.Poi se si vuole li si puo’ anche contattare o chiamare.Potrebbero rivelarci che P Golesano sia un mafioso ?che ne dite?
@ Cassiel
1. Nella tuo ricostruzione manca il fatto che il Tar ha sconfessato la Prefettura annullando di fatto l’informativa.
2. La sig.ra Bontade non si sente discriminata per il fatto di non potere avere un bene confiscato ma per il fatto di volere vivere tranquillamente la sua vita senza essere additata come mafiosa visto che si era allontanata da tale Associazione molto tempo prima di essere tirata in ballo.
3. dalle dichiarazione degli interessati è altresì evidente che hanno le prove che i cambi siano avvenuti ben prima della nota della Prefettura. Ma ciò mi è sembrato di capire è materie di querele e quindi di Tribunale.
@ il folklorista
ma che fa ci copiamo?
…e ci sono anche gli orfani che piangono in silenzio e senza avere un bel “posticino” in Regioni o ASL varie… Sono per la legalità, ma certi atteggiamenti e certe pretese mi danno tanto fastidio.
Lei è poco informato: gli storici collaboratori di padre Puglisi lasciarono l’associazione in contrasto con Golesano che vi aveva introdotto la politica. Golesano è stato anche nominato consulente da Cuffaro, condannato in appello: selezionare le persone non è il suo forte.
La signora Bontate, le sia concessa un’ignoranza che la legge non scusa, ha rappresentato con il nome suo e di suo marito una violazione delle norme in tema di assegnazione di beni confiscati vagliata dalla Prefettura che non deve essere avallata da nessun giudice.
Capisco che molta gente mangia a questo piatto intriso di mafia ammantata di antimafia e certe inchieste hanno rotto le uova nel paniere, altrimenti non si spiegherebbe tanta insistenza nel ripetere ossessivamente cose non vere.
I giudici del TAR hanno preso un abbaglio: è evidente e perderanno in appello.
@michele
caro Michele ,un uovo e’ sempre un uovo da qualunque parte lo guardiamo.
Qualcuno invece al posto dell’uovo vede CACOCCIOLE con le spine !
@senso civico
non ci sono pretese ex abrupto,ne’ richieste di lavoro.
In Sicilia poi ci sono almeno 22 mila precari che sembrano essere stati stabilizzati a “trasi e nesci “,domanda ai politici di turno.La stessa ONorevole sigra Alfano non puo’ dire di essere stata dimenticata dallo stato,in quanto vittima e familiare di un valoroso uomo di cultura e antimafia .E questo e’ sacrosantemente giustissimo.
@cassiel
il suo commento si commenta da se
Buonasera EGREGIO SIGNOR TAR.
@cassiel
riguardo poi alla Sua ricostruzione delle vicende interne alla parrocchia di Brancaccio e al Centro Padre Nostro,anch’io conosco benissimo,mi creda ,l’ambiente ecclesiale,i miei amici nemici blogger testimonieranno sul mio sincero fervido bigottismo.Con assoluta certezza posso dirLe che gestire le opere “pie” non e’ mai cosa facile e possono esservi differenze legittime e tuttavia perfettamente legali di vedute tra laici e parrini.
Le sue insinuazioni sul Cuffaro e altri devo supporre siano da rivolgere anche a grande altra parte della Chiesa Palermitana con a capo l’Arcivescovo vescovo di palermo dell’era Cuffaro ,S E.Cardinale De Giorgi,col quale non si contano e sono documentate le performances da “vasa vasa” del caro buon Toto’ il cannolaro.
Risparmi per gli ingenui le sue arguzie,la prego.
Si parla a ragion veduta ,caro mio.
Distinti saluti
@ Cassiel: aggiungerei anche qualche parola sugli altri due filantropi menzionati nell’informativa e poi coincidentalmente e con perfetto tempismo passati ad altre occupazioni. Nonchè sul fatto che “sfaccendati” della Direzione Investigativa Antimafia e Procura indaghino su questi giochi di prestigio almeno dall’inizio del 2010.
@ Sig. Cassiel,
vediamo se riusciamo ad arrivare al punto della questione.
Tutta la normativa antimafia si basa sulla legge citata nell’altro 3d.
E’ pacifico che un bene confiscato non possa ritornare ad essere usato dal soggetto a cui apparteneva o da suoi affini di qualunque grado.
Su questo siamo d’accordo? Io lo trovo perfettamente legittimo! Se ci troviamo d’accordo su questo possiamo continuare….
(continua)
Condivido pienamente il pensiero di Sonia Alfano!!
mi rattrista che ci siano persone che ancora fanno finta di non vedere come il comune di Palermo attraverso la mancanza di trasparenza e controlli abbia creato una situazione di clientele che trasversalmente e` scivolata in strane collusioni di intenti per evidenti arricchimenti personali.
utilizzando i limiti e le ombre di una legge che andrebbe perfezionata e in presenza di ambiguita` ha messo le mani su un sistema di scambi proficuo in soldi e voti.
Stefania Petix lavora su questo!!si e` aggiunto che attraverso alcuni prestanome alcuni parenti di boss mafiosi siano entrati dalla porta principale, per uscirne da quella secondari alla prima avvisaglia di un controllo esterno all`amministrazione comunale.
I parenti dei boss non sono cittadini di serie B, lo diventano se apparentemente rinnegano la mafia per poi entrare in strane collusioni e si inseriscono in situazioni sospette come quelle dei beni confiscati..
il caso c`e` eccome e da cittadino mi vergogno che per difendere l`onore di un prete che e` sempre un essere umano e quindi imperfetto come me e chiunque altro, si faccia finta che il problema sia solo una montagna di nulla!!
pro
Confermo: un bene confiscato non può essere assegnato a persone con legami di sangue o di affari con mafiosi o con prestanome degli stessi.
@Sig. Cassiel,
cosi’ facciamo confusione.
Mi conferma quanto scritto da me sopra?
E’ d’accordo con me con quanto scritto sopra?
I commenti e i dubbi li lasci alla fine della nostra passeggiata nella vicenda.
(continua)
@tonio
il tuo approccio e’ smaccatamente politico strumentale ,non stiamo parlando della giunta Cammarata.
@ale
nessuno sostiene che quelli dell’antimafia siano sfacinnati come tu dici,io auspico e tutti auspichiamo che continuino a fare bene come sanno il loro lavoro.Il piccolo problema e’ :ma tu sei cosi’ sfacinnato da voler contribuire da volontario?
@cassiel-altrimenti detto IL Grande Inquisitore
se tu leggessi gli interventi del blog precedente ,(Petix e beni confiscati II)avresti gia’ i riferimenti e le risposte.E’ stata citata la legge di riferimento ed e’ stata commentata.Cio’ che dici e’ valido per affitti e vendite,non per l’ uso in concessione ad associazioni senza fini di lucro ,la cui presidenza e rappresentanza legale e’ cosa ben diversa dai singoli soci .A questo si aggiunga la prospettiva di alcune persone che hanno certo manifestato ed espresso il proposito di inserimento in una dimensione socialmente positiva .Se sara’ necessario ritornero’ sull’argomento.Ma credo che il buon Robla Ti condurra’ prima meglio di me al quid.
Preferisco attendere la prossima puntata della Petyx: lei è più chiara e documentata e mi ha convinto.
@Sig. Cassiel,
Nessun problema, la strada che porta alla verità è sempre impervia e stancante.
La capisco.
Visto i dubbi espressi qui mi sembra opportuno dare anch’io la mia testimonianza anche per integrare i messaggi ricevuti dei figli di vittime della mafia proposti dalla sig.ra Alfano:
Io sono una vittima della mafia. Mio padre è stato ucciso perché non ha permesso a loro di entrare nella sua azienda. La faccio breve, quest’anno a causa di alcuni mutui contratti da mio padre la banca ha messo all’asta l’appartamento dove viviamo insieme a mia madre ed altri parenti per un residuo di mutuo che non siamo riusciti a coprire. Ho chiesto aiuto ai “big” del settore, associazioni che dell’antimafia hanno fatto la loro bandiera (compresi ex collaboratori di don Mario Golesano prima nominati) e che sono guidate da parenti di nostri eroi uccisi dalla mafia. Mi hanno chiuso tutti la porta in faccia perchè loro non gestiscono fondi per la solidarietà. L’unico ad aiutarmi come un padre è stato p. Mario Golesano e lo posso benissimo documentare. Non vi nascondo la rabbia di vederlo messo ingiustamente alla berlina. Grazie p. Mario io e la mia famiglia ti saremmo per sempre grati.
@ Caro folklorista, lei che da dello sfaccendato a me, considerando la quantità di prolissi posts a sua firma che circolano su questo blog è un tentativo mal riuscito di sviare da due punti da me menzionati e di non secondaria importanza.
Ci racconti qualcosa degli altri due filantropi menzionati nell’informativa della Prefettura e che si astiene accuratamente dal citare.
@L.T.B, sarebbe però opportuno sapere COME, e in che termini ti ha aiutato golesano: materiali, aiuti legali o supporto spirituale?
se materiali di quale entità e da dove venivano i fondi?
ti sarei grata se documentassi.
@per molti altri
ultimamente avvistati in loco soggetti non identificati in missione per conto di dio.
pare quasi abbiano interessi personali da difendere, altrimenti non si spiega tanta solerzia e frenetica attività.
spero che abbiano almeno il tempo di assolvere ai primari interessi fisiologici, non vorrei che in nome di dio, incatenati alla tastiera, ci schiattassero come gli antichi schiavi vogatori. e neanche per un glorioso naufragio, bensì per un misero blocco renale!
@gentile Ale
ricordi sempre che la spada con la quale verbalmente si ferisce alcuno puo’ sempre essere usata e rivolta contro se medesimi.Nessuno ,tranne lei e per evidente ischerzo, si e’ permesso di denominare sfaccendati gli investigatori.Quindi ,io per evidente ischerzo ,ho risposto ad libitum.Non si offenda la prego.
Riguardo poi alla sua osservazione concernente coloro che Lei definisce due filantropi (il Signore e’ grande e misericordioso,li ripaghi del bene )francamente nulla so dirle,se non che non sembrano particolarmente sensibili alle provocazioni di certa stampa.Non avendo essi ,mi pare , rilasciato pubbliche dichiarazioni ,ne’ precisazioni ne’ richieste riguardo alla citazione dei loro nomi e della loro privacy, nEmmeno io osero’ metter becco
e mi atterrei scrupolosamente a quanto emergera’ dal lavoro della magistratura.NEl caso in cui dovessi conoscere una loro pubblica presa di posizione non esiterei a farne menzione.Mi sembra l a posizione piu’ corretta e rispettosa,in un paese caratterizzato da civilta’ giuridica e non da barbarie e governo del Terrore .
Cordiali saluti.
@cassiel
beh certo ,la fatica dell’intelletto e’ ben grave rispetto alla visione di simpatici spot giornalistici seguiti peraltro da ondivaghi annacamenti e discinte visioni velinarie ,…e naufragar ci e’ dolce in quello sculettante mare onirico mediatico.
Saluti e auguri
òstalki stalki
mi mancavano i tuoi cari commenti,ogni volta che ti leggo pavovlianamente si illumina la lucina davanti alla foto ricordo del Papa Ratzinger,che , a proposito ti saluta affettuosamente.
Al caro e coraggioso LTB ,gia’ intervenuto nel precedente blog,consiglierei cosi’ risponderti: CTF.
CTF e’ acronimo di CHETTEFREGA ,e sottolinea l’inopportunita’ oltreche’ la tendenziale tua predisposizione (manifesta in stadiazione grave e irreversibile per la verita’) a non dar credito ad alcun sentimento di fiducia verso alcun prossimo tuo soprattutto se veste una tonaca e porta al petto una croce.
Scusami LTB,ti apprezzo molto.
Proprio per cio’ quando ce vo’ ce vo’!
Con tutte le puzzette del caso.Il Vostro folk
@ps stalki
mai provato con ROCCHETTA all’anice ?
@al novello Piero Manzoni
” Ma sulla gola di K. si posarono le mani di uno dei due signori, mentre l’altro gli spingeva il coltello in fondo al cuore rigirandolo due volte. Con occhi ormai spenti K. vide ancora come i signori, guancia a guancia davanti al suo volto, spiavano l’attimo risolutivo. Come un cane, disse, e fu come se la vergogna gli dovesse sopravvivere. ” Cit.
folklorista, ancora una volta hai dato prova del tuo spessore intellettuale, ma sorvoliamo.
dicevo che non mi sembra una domanda inopportuna, visto quello di cui stiamo discutendo, in che modo padre golesano abbia aiutato L.T.B., visto che lo stesso ha detto di essere stato aiutato, poi se oltre a parlare di flautolenze, alitosi, ed altre amenità come hai fatto in un altro post rivolgendoti alla sottoscritta che per carità “cristiana” non ti ha risposto, vuoi pure imboccare preventivamente L.T.B., siamo al parossismo.
.
ah dimenticavo caro sacerdote, prima di fare dotte citazione latine o pavloviane, impara almeno il corretto uso della punteggiatura e i relativi spazi per poterti far leggere senza che ci venga il sinchiozzo, e il giusto utilizzo di apostrofi e accenti (ad. es. “qual’e'”, come da ella scritto più volte, non vuole l’aposrofo perchè e tronca e la e vuole l’accento perchè è verbo essere)
mi saluti sua santità e i parrini suoi compari
sinGhiozzo, mi scuso
(anche se son peccatucci di battitura e non di conclamata ignoranza)
@stalker
“qual’e’ ” e’ un errore nel quale incorro spesso.Tuttavia Ti informo che molti autorevoli scrittori usano cosi’ scientemente scrivere per alcune ragioni linguistiche e grammaticali che non sto qui a menzionarti.Puoi cercare argomento su link,si trva subito la storia e il contendere tra elisione e troncamento.
La Punteggiatura singhiozzante dipende dal fatto che spesso piango leggendo alcuni commentatori,balenandomi all’orizzonde il destino prossimo della povera Italia.
Comunque ,per quanto possibile,cerco appositamente di non fare il perfettino e offrirmi alla benigna considerazione per errori che nelle mie prolissita’ e foghe apologetiche sfuggono senz’altro.
Attendo ancora dimostrazione della tua capacita’ dialogante ,che pero’ non abbia come primum movens il tuo desiderio iconoclasta e dissacratore e anticlericale che io ben conosco.L’onesta ‘intellettuale prevederebbe che almeno qualche volta si riconosca e si dica :hai ragione.Da te cio’ non ho mai visto scrivere.
Confermo quindi il parere di inopportunita’ e insolenza della domanda rivolta al caro LTB,che comunque e’ libero di risponderti.Se io ti rivelassi che sono ricchissimo tu vorresti forse la copia della mia dichiarazione dei redditi ? o se ti dicessi che sono una donna vorresti forse la mia eco ovarica ?
Se c’e’ stato un atto di carita’ e di assistenza da parte di chicchessia ,e questo ti e’ testimoniato,non capisco in base a quale paranoia uno debba andare a chiedere chi,come ,quando etc! Se una persona ritiene di dar riconoscimento pubblico ad un altra,nel tono colloquiale e non di aula di tribunae ,cio’ BASTA E ASSOVERCHIA,va bene il semplice riferimento e fa testo la buona reciproca fede dei diialoganti.Il resto e’ pura e semplice presunzione.
Cordiali cristiani saluti.
@Sig. Il Folklorista
Lasci stare, ho provato sopra a prendergli le misure…è un bluff travestito da intellettuale.
Cordiali laici saluti.
il folklorista è un fenomeno, considera intellettualmente all’altezza solo chi è disposto a dare ragione a tutte le fesserie che scrive.
ho già perso troppo tempo con un simile personaggio, la chiudo qui.
@caro Robla
la stimo per le sue capacita’ e per la sua lealta’.
Inoltre La ringrazio per il bel riferimento al “Processo ” di Kafka.
Onori delle lettere.
A’ la prochaine fois !
Da un punto di vista giuridico (e sottolineo: giuridico), la lettera dell’avv. Di Gregorio è ineccepibile. Tutti i suoi riferimenti normativi sono corretti e costituzionalmente blindati.
Il punto però è un altro.
La Alfano (a proposito: parafrasando una nota frase detta in ben altro contesto dico che “di persone come lei ce ne dovrebbe essere una a ogni incrocio stradale” e buona caccia al tesoro della citazione originale, per chi ha tempo da perdere) sottolinea una cosa diversa: e cioè che, E’ TROPPO COMODO, da figlio di mafiosi, reclamare una normalità di vita e relazioni sociali (e, perchè no, anche “rispetto”) SENZA PRIMA avere dato prove e segni tangibili della propria estraneaità alla mentalità ed ai legami di sangue mafiosi e, non ultimo, ai vantaggi patrimoniali che la mafiosità dei propri ascendenti ha prodotto.
Nessuno pretende che ogni figlio di mafiosi segua il nobile, coraggioso e tragico percorso di Peppino Impastato (per chi non lo sapesse, anche lui era figlio di mafiosi) ma un minimo di serietà, quello sì. Ancora meglio poi evitare di farsi beccare con le mani nella marmellata mentre si pontifica ex cathedra.
Per rispetto alle storie dei parenti delle vittime della mafia, in primo luogo. E, secondariamente, della nostra intelligenza.
P.S. Se all’avv. Di Gregorio hanno dato fastidio le parole della parlamentare Alfano, che infatti le ha qualificate come “violenza verbale nei confronti di liberi e incensurati cittadini italiani”, posso stilare un folto elenco di soggetti che esercitano analoga “violenza verbale”. Con l’aggravante però che rappresentano le istituzioni.
Intanto lo staff della Alfano ha sbugiardato il giornalista Enrico Bellavia che sosteneva di non aver ricevuto nulla dalla parlamentare: http://yfrog.com/f/c8bellavia2j/
Il tramonto di Repubblica …
@stalker
..correggi..non “a tutte”,chiederei troppo,ma almeno a UNA …mai successo,lo giuro!
@leone
la cronologia .CAro LEone,la cronologia.In ogni caso nei precedenti non si e’ commentata la lettera della Di Gregorio.Se si vuol parlare del generale problema lo si faccia anche,ma senza tirare in ballo casi specifici dai quali si evince tutto il contrario.
@orchiclasta
noi di quanto scrive o non scrive repubblica ce ne freghiamo,ed e’ vero che a nessuno compete dare giudizi sulla linea editoriale.Se il giornale piace lo si acquista,altrimenti adesso ci sara’ anche il corriere della sera.
Mi piace in questo momento ricordare un altro esempio di redenzione silenziosa e possibile,purtroppo finita tragicamente,cioe’ quella della commovente e forte Rita Atria.Mi sembra che tutti noi, gentili siggri Leone, Cassiel e altri gentili intervenuti ,dobbiamo un solo attimo fare esercizio di umilta’ e di empatia ,riuscendo a cogliere quello che puo’ essere il dramma esistenziale di queste persone e come SOPRATTUTTO in questo difficile cammino queste donne hanno bisogno di un qualcosa in piu’,di un appiglio progressivo,di solidi riferimenti ,senza i quali diventa,nelle varie fasi ,addirittura privo di senso continuare a vivere,Rifletteteci un po’,per favore.
Impariamo a usare un linguaggio meno portatore di una subdola e latente carica di violenza e risentimento ,abituiamoci a non impantanare arbitrariamente gente che secondo noi pontifica nelle marmellate (forse siamo noi che invece pontifichiamo e ponziopilatiamo)
egreggio folklorista, se lei si rileggesse nel suo commento del 13 ottobre delle ore 14:41, credo converrebbe con me che le rimbalsano in faccia le monte false.
sulla sua malafede ne abbiamo ormai preso atto, ci risparmi almeno gli atti di ipocrita umiltà.
torni a baciare il […] ehm…..dicevo, torni a baciare la mano di sua santa bianchità
@stalker
in un consesso civile ,cara stalker.la tue opinioni andrebbero almeno giustificate e supportate d a argomenti..Io non so cosa trovi di ipocrita nel commento da te citato,e dubito francamente che tu abbia saputo seguirne il filo argomentativo.Se poi credi di poter dare insegnamenti di umilta’,il tuo ultimo e’ ulteriore conferma di quanto sia una dote da te coltivata.
Nessuno desidera convertirti ne’ battezzarti a forza,e tu non fare lo stesso con altri per la tua religione laica.Invece l’arroganza messa alle s trette da argomenti quale quello della povera Rita ATria e’ costretta a dar conto e a far passi indietro che nel rifiuto del cavallo producono questi manifesti dolorosi inciampi.
@stalker
..si dice baciare ” l’anello ” e non ” il anello”
pardon,due commenti ancora in moderazione
Ribadisco rigo per rigo quanto scritto in tutti i commenti precedenti,e davanti a stringenti argomenti l’impossibilita’ del cavallo a superare l’ostacolo o della volpe a trarre a se’ vantaggiosamente il formaggio si traduce in manifesti dolorosi inciampi anche grammaticali:si dice “baciare l’anello” e non “baciare il anello”
Cordiali saluti
Vi invito a rimanere in tema e vi ricordo che questa non è una chat. Grazie.