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giovedì 21 nov

Risultati della ricerca “nacchia”

  • Meteobilli: 1 marzo 2012

    La novità è che nelle mattinate affaccia un poco di nuvolo. Niente di che anche perché verso le otto si allarga di nuovo e a ora di mangiare il cielo sarà pulito pulito come le sacchette degli italiani di questi tempi. Il motivo è che sopra la nostra testa c’è la famosa aria di alta pressione che ci guarda il lato dal malotempo vero e proprio. Ma ogni tanto succede che aumenta l’umidità e l’umidità addiventa nuvolo perché l’aria umita è più leggia di quella sicca e s’innacchiana e si mette in movimento. Ma in questo caso si tratta di nuvolo senza pioggia. Continua »

    Palermo
  • Studeo ergo otium

    Il pensiero filosofico romano aveva elaborato una riflessione sui modelli di vita della propria società, individuando e distinguendo, una “vita attiva” da una “vita contemplativa”; ossia, il famoso contrasto fra negotium e otium. Il negotium era inteso come una vita dedita all’impegno nei campi militare, economico e politico; mentre l’otium rappresentava la sua perfetta antitesi, in quanto, consisteva in una vita di studio e di produzione esclusivamente filosofico-letteraria. Fra i due cliché, la società privilegiava il primo denigrando il secondo, tanto che era perfino considerato sconveniente per il cittadino romano un prolungato approfondimento dell’istruzione. Lo stesso padre di Seneca cercò di distogliere il figlio dalla filosofia. La denigrazione per i lunghi percorsi di studio, soprattutto quando concentrano l’attenzione su materie che sembrano non avere un facile e immediato riscontro pragmatico con la società attiva, sembra quanto mai odierno. Attualizzando la divisione romana della società, potremmo parlare di lavoratori e universitari. Distinzione che nasce spontaneamente se contestualizzata nella sfera socio-culturale palermitana, dove è fortissima la presenza di un vero e proprio culto del travagghio. Continua »

    Ospiti
  • Toujours sans rancune

    Sans rancune: così avevo chiuso la mia letterina con cui le facevo notare le tre figure di merda in cui era incappato. L’ho riletta: non ho mai scritto che il suo «lavoro era assolutamente inutile se non dannoso». Dove l’ha preso? È sua deduzione? Mi sono espresso male? Per quanto riguarda la «somma volgarità del disprezzo» racchiusa certamente in quel «frisca e piriti» (fischi e pernacchie), espressa nel mio siciliano, era chiaro sentimento d’indignazione popolare, riferito a Cammarata e non alla sua persona.
    Vede, esimio professore, malgrado i tempi ruvidi in cui viviamo ci sono ancora tanti palermitani che si indignano. Verbo nobilissimo dall’etimo in-dignari, insomma non stimare degno. Concorda? Ricorderà certamente l’elogio della pernacchia della buonanima di Marotta: scrisse che sta per «tu sì la schifezza, della schifezza, della schifezza ‘e ll’uommene».
    Lei scrive di nostra «vergogna per il folklore esagerato». Le ricordo che il carrettino, assieme alla tavola dell’acquaiolo ambulante, furono invenzione di fine Ottocento di un istriano (Daneu si chiamava) che capì che i “turisti”, sbarcati dalle nostre parti dopo i colti “viaggiatori”, amavano il kitsch. Sublimato più tardi in mafiosi di terracotta e paladini bonsai; al suono di Vitti na crozza e Ciuri ciuri. Che fanno il paio con le «code di scampi al pompelmo rosa» da lei citate. Ma dove è andato a mangiare? Continua »

    Palermo
  • Uscire dalla scoccia

    Preambolo (forse è il cugino del cazzicattommolo, ma nei libri si usa quindi ce lo metto).
    Al giorno d’oggi, se non “apparisci” non ci sei, quindi… (stando al parametro di prima), sono anni che non vivo.
    La nascita dei bambini, l’acquisto della casa con maxiextrasupermutuo, hanno fatto sì che io e mia moglie sono anni che non usciamo più con amici, non frequentiamo locali ecc.
    Qualche volta ci abbiamo provato e lo stress è stato enorme (i picciriddi sempre con noi), probabilmente non riusciamo a goderci le cose, io personalmente, con un passato da animatore turistico, comico (?), attore (?), trovo tutto trito e ritrito, non riesco a guardare uno spettacolino senza fare a meno di pensare…io lo farei meglio; per sfortuna, inoltre, ho una moglie che mi ama, e quella volta che finalmente non ci penso….., lei mi guarda e fa : – tu lo faresti meglio! (Facciamoci del male). Continua »

    Ospiti
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