Un tuffo nel passato
Ho passato tutta l’infanzia e la prima giovinezza, quella della retorica della scuola legata al territorio, a sognare dei monumenti leggendari della Palermo che fu. Non erano scomparsi o distrutti dal tempo come può capitare, semplicemente erano in stato di abbandono, inavvicinabili, per lo stato di degrado in cui versavano, se non a volte “sepolti” all’interno di caserme o di intoccabili proprietà private. Uno dei massimi gioielli perseguitati da questo destino è il castello arabo della Zisa (La Splendida). Crollata in parte nel 1971, ridotta a discarica abusiva fino agli anni ’80, era per me un mito anche per la leggendaria storia dei suoi “Diavoli” affrescati, impossibili da contare in modo corretto per un effetto ottico creato dal pittore. Una volta riuscii a vederla da bambino, mi fece un pò paura quel ambiente così degradato, sporco e insicuro. Poi nei primi anni ’90 iniziarono i lavori di recupero del castello e del suo giardino grazie ad un sindaco alla fine ripudiato dai cittadini “perché pensava solo all’immagine della città senza affrontare i problemi veri”. I lavori terminarono appena una decina di anni dopo ricostruendo i fasti degli antichi giardini della Zisa. Oggi leggo le cronache cittadine e tutto sembra un ritorno al passato. Inferriate divelte, gruppi di persone che usano il giardino di notte come luogo di ritrovo, bagni vandalizzati e depredati, bookshop distrutto, una carcassa di automobile abbandonata a ridosso di un muro di cinta per facilitare l’ingresso abusivo nottetempo. Continua »
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