Si può morire per un cappello?
Sono in macchina con mamma Gisella e mentre mi destreggio nel traffico, restiamo ferme all’altezza di una di queste bancarelle del carnevale: le maschere sono tutte appese al tendone che funge da tetto ma, ad altezza finestrino macchina, ecco schierata una doppia fila di cappelli, in esposizione davanti gli occhietti della mia mamma che mentre li indica mi dice: «Ale guarda quei cappelli, pensa che “quel povero ragazzo” è morto per uno di questi… Si può morire per un cappello?».
Non riesce a finire questo pensiero senza gonfiarsi gli occhi di lacrime.
Piange…piange da sabato..mamma Gisella piange perché è nissena come “quel povero ragazzo” che è entrato nel suo cuore, immaginando un venticinquenne che coltivava il sogno di curare pazienti.
Piange perché al tg dicono che la mattina di quel venerdì, in cui non sapeva di essere atteso da una morte cruenta, aveva telefonato a Sua madre dicendole «SONO FELICE»: piange al pensiero che quella stessa sera era uscito con gli amici per onorare la sua laurea in Medicina con altri festeggiamenti in maschera…ecco perché quei cappelli di Carnevale. Continua »
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