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e-mail: avv.alessialarosa@gmail.com

Biografia: che inizia per bio come il nuovo regime alimentare che segue da un paio di mesi perché “se mens sana in corpore sano” allora abbiamo il dovere di curare il nostro motore celebrale.
Alessia La Rosa nasce il 26/03/1982 a Palermo, città che ama moltissimo da cui si allontana spessissimo e nella quale rientra, come un amante irresistibile, sempre più affascinata. Ha studiato legge, è diventata avvocato e svolge il suo lavoro con la stessa passione che anima ogni suo interesse ma, come diceva la sua insegnante di italiano, è nata per scrivere (peccato solo sia così gelosa dei suoi nero su bianco).

Entusiasmo è la parola chiave che stimola ogni sua azione e che trasfonde nel suo associazionismo, nelle vesti di giovane avvocato nel direttivo AIGA a Palermo e nella sua declinazione all’innovazione sociale nella mission ItaliaCamp nel ruolo di coordinatrice regionale.

Curiosa ma riservata, a volte annoiata e mai noiosa, creativa in beffa alla sua razionalità: IDDA, siciliana fino al midollo.

Alessia La Rosa
  • Si può morire per un cappello?

    Sono in macchina con mamma Gisella e mentre mi destreggio nel traffico, restiamo ferme all’altezza di una di queste bancarelle del carnevale: le maschere sono tutte appese al tendone che funge da tetto ma, ad altezza finestrino macchina, ecco schierata una doppia fila di cappelli, in esposizione davanti gli occhietti della mia mamma che mentre li indica mi dice: «Ale guarda quei cappelli, pensa che “quel povero ragazzo” è morto per uno di questi… Si può morire per un cappello?».

    Non riesce a finire questo pensiero senza gonfiarsi gli occhi di lacrime.
    Piange…piange da sabato..mamma Gisella piange perché è nissena come “quel povero ragazzo” che è entrato nel suo cuore, immaginando un venticinquenne che coltivava il sogno di curare pazienti.
    Piange perché al tg dicono che la mattina di quel venerdì, in cui non sapeva di essere atteso da una morte cruenta, aveva telefonato a Sua madre dicendole «SONO FELICE»: piange al pensiero che quella stessa sera era uscito con gli amici per onorare la sua laurea in Medicina con altri festeggiamenti in maschera…ecco perché quei cappelli di Carnevale. Continua »

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