…e di amarla e onorarla nella buona e nella cattiva sorte
«E così vuoi essere sindaco?
Per questo hai messo il tuo nome e la tua faccia per rappresentare questa città e, mi hanno detto, hai stretto mani, hai promesso impegno, hai offerto da bere e stampato manifesti.
Ma hai davvero pensato a quanto costerà, quale sarà il prezzo, quale sarà il dazio?
Vuoi sentire il tuo nome per sempre associato a questa città?
Vuoi inaugurare strade, annunciare iniziative, chiedere fiducia?
Vuoi ascoltare questi uomini e queste donne, vuoi accusare, comprendere, perdonare, e scegliere?
Vuoi dover avere un’opinione su tutto?
Vuoi vedere il tuo nome scritto sui muri, vicino a parole come vattene, munnizza, merda…?
Vuoi salire sul carro della Santuzza e gridare Viva Palermo e Viva Santa Rosalia, anche se non credi in Dio, e magari non credi neanche in Palermo?
Vuoi non dare mai una data precisa di consegna lavori?
Vuoi essere all’apericena in via Chiavettieri e all’after-dinner al Reloj?
Vuoi fare colazione con la scorta, lavorare in agosto, discutere con i vigili urbani, con l’Amia, con la Gesip, con i precari, gli LSU, con i detenuti, gli ex-detenuti, i mai-detenuti, con i consiglieri, gli studenti, i professori, gli imprenditori, i sindacati, i padroni dei cani e anche con i vicini dei padroni dei cani?
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