In questi cinque anni e mezzo, attraverso un grande impegno di tutta l’amministrazione ed una attenta programmazione di interventi, progettazione e finanziamento di opere siamo riusciti a rimettere in movimento Palermo, una città rimasta vittima per quasi un ventennio di un colpevole immobilismo. Abbiamo sostituito i fatti alla demogogia parolaia che l’aveva fatta da padrona. Ci sono circa quaranta cantieri aperti in città e moltissimi sono gli interventi già realizzati e in via di definizione: dal sottopasso di via Perpignano al raddoppio del ponte Corleone, dalle tre linee di tram al parcheggio sotterraneo di piazza Vittorio Emanuele Orlando, dal cantiere per gli alloggi popolari dell’Insula 3 allo Zen al cantiere per le case di via Ammiraglio Rizzo.
Tutti cantieri che danno lavoro e che, una volta concluse le opere, consegneranno a Palermo e ai palermitani infrastrutture di grandissima importanza che ci eravamo impegnati a realizzare e che, come promesso, sono in corso di ultimazione.
Opere che si aggiungono alle molte che in questi anni abbiamo già consegnato alla città: il Prato del Foro Italico, la galleria di Arte Moderna al Complesso monumentale di Sant’anna alla Misericordia, il nuovo Montevergini, il sottopasso di via Leonardo da Vinci.
Molte altre, moltissime altre opere potrei elencare. Ma quel che è utile sottolineare, più che la teoria degli interventi, elenco lungo di cui possiamo andare orgogliosi, è invece il metodo di governo, la cultura dell’amministrare che ci ha consentito di raggiungere questi traguardi. Un metodo di governo improntato al pragmatismo e all’efficienza ma anche alla trasparenza e alla legalità. Continua »
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