Piscio sonoro
Ore 11 am, sono seduto sul divano a leggere, le finestre di casa mia affacciano su via Magione, non fa proprio caldo ma sono socchiuse, è l’inizio di gennaio e a quest’ora il traffico di auto passanti non è intenso. Si sentono, mi piace sentirle, le voci del quartiere. Fino a che, lo si percepisce con un certo anticipo, non arriva lo swoom di un woofer a manetta, stump stump stump, mi alzo dal divano per curiosità e per chiudere le ante. Una panda verde pisello, modello 1988, da cui si propaga il verbo musicale di un indigeno a cui si augura, con tutto il cuore, una lunga profilassi futura presso un centro di audiolesi.
Ore 2 pm, provo a vedere un telegiornale locale giusto per il prio di sapere cose che non mi riguardano ma che possono diventare chiacchiericcio da bar. La stanza è la stessa, la casa questa è, il divano pure. Le persiane sono socchiuse, magari mi appisolo pure, e le ante chiuse per il cambio repentino di temperatura. Fuori, alcune folate di vento fanno sbattere le persiane del vicino di casa. Si prospetta una serata di maltempo, forse. Ed ecco che ritorna, o è un altro, stavolta non mi affaccio proprio, il riverbero lontano del solito passeggiatore sonoro: questo è neomelodico, palermitano naturalizzato partenopeo, che fa sapere a tutto il quartiere quanto vuole bene a Serena e quanto gliene vorrà per sempre. Continua »
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