Parole
Da pochissimo ha aperto il Teatro delle Balate, in città. Il programma proposto, da qui a giugno, ha il pretenzioso nome Utopia e dipana una serie di appuntamenti di giovani compagnie. Prevale, su tutte, quella di chi gestisce il teatro: Nina Lombardino e Dario Ferrari. Credo sia comprensibile, ma vorrei andare oltre. Ritengo (avendo esperienze di libri, e dunque estrapolando le mie conoscenze) che fare l’attore sia una precisa e sofferta scelta di vita, continuare a farlo in un luogo in cui i teatri non hanno un pubblico di massa sia una sfida, aprire un teatro e gestirlo nel meridione d’Italia è una follia, pensare di continuare a viverci in una città come Palermo è quasi una perversione. Però.
C’è almeno un però che va scandagliato: questa perversione fa i conti con una precisa ricerca, con un’idea di teatro che, per dirla con Foucault, “risale alle origini, esponendole”. E quali sono queste origini? Secondo me – per quanto il mio essere profano aiuti, appunto, a profanare con alcune ipotesi un luogo che non mi è proprio – la ricerca riguarda l’esibizione delle parole. E cioè? Continua »
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