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Sito: http://inogniluogo.blogspot.com/

e-mail: cogliandro@virgilio.it

Biografia: Laurea in architettura, insegna (involontariamente) storia dell'arte nei licei palermitani (il plurale è d'obbligo visto che, pur di ruolo, cambia scuola ogni anno) talora con soddisfazione. Annovera in Palermo 5 amici veri, gli altri sono profili di Facebook. Qualche esperienza editoriale, gratis et amore Dei; diverse letture, varie, e ascolti musicali opinabili. Compra, ogni tanto, film originali in dvd. Per scelta: non segue il calcio, non ha televisore e chiama scooter il "motore". Ha cambiato casa tre volte, ed è in procinto di arrivare a quattro.

Domenico Cogliandro
  • Parole

    Da pochissimo ha aperto il Teatro delle Balate, in città. Il programma proposto, da qui a giugno, ha il pretenzioso nome Utopia e dipana una serie di appuntamenti di giovani compagnie. Prevale, su tutte, quella di chi gestisce il teatro: Nina Lombardino e Dario Ferrari. Credo sia comprensibile, ma vorrei andare oltre. Ritengo (avendo esperienze di libri, e dunque estrapolando le mie conoscenze) che fare l’attore sia una precisa e sofferta scelta di vita, continuare a farlo in un luogo in cui i teatri non hanno un pubblico di massa sia una sfida, aprire un teatro e gestirlo nel meridione d’Italia è una follia, pensare di continuare a viverci in una città come Palermo è quasi una perversione. Però.
    C’è almeno un però che va scandagliato: questa perversione fa i conti con una precisa ricerca, con un’idea di teatro che, per dirla con Foucault, “risale alle origini, esponendole”. E quali sono queste origini? Secondo me – per quanto il mio essere profano aiuti, appunto, a profanare con alcune ipotesi un luogo che non mi è proprio – la ricerca riguarda l’esibizione delle parole. E cioè? Continua »

    Palermo
  • Zisa

    Ugo Rosa - “Attraverso la Zisa”

    Ho contribuito alla realizzazione del nuovo libro di Ugo Rosa “Attraverso la Zisa” che narra, in maniera assolutamente originale (leggere per credere), la vicenda di questo “gioiello senza pari” nell’universo del patrimonio storico siciliano. L’ho fatto curando l’edizione e allegando un racconto fotografico, realizzato col fotografo Mario Virga, attraverso l’edificio, appunto. Perché? Basta leggere alcune righe in cui l’autore scrive che “la Zisa non si qualifica come novità, se non per il fatto che non si trova dove esattamente ci si aspetterebbe di trovarla, e cioè a sud del Canale di Sicilia. Questo lieve spostamento, per quanto sia (geograficamente parlando) poca cosa, basta tuttavia a modificare completamente la fruizione dell’opera. Talvolta si coglieranno delle affinità, e talaltra di tenterà ad individuarne l’anomalia rispetto alle architetture nordafricane, ma l’identità sarà scartata a priori.” Questo mette sotto una luce inattesa il monumento. E allora abbiamo, con Virga, cercato di cogliere quella luce, chiedendo a Ugo Rosa di poter inserire nel racconto letterario una narrazione fotografica. Non è stato facile gestire la differenza, ma pensiamo di esservi riusciti.

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    Palermo
  • FAI da te

    «Sono 212 i Beni che il FAI e Autostrade per l’Italia hanno scelto, dopo un’accurata ricerca sul campo, per l’edizione 2007 delle Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage’s Days). Tra questi figurano anche 20 Beni di proprietà della Fondazione. Di seguito l’elenco completo diviso per Regioni, con l’indicazione del luogo, dell’Autostrada e dell’uscita da prendere per raggiungerli». Basta andare qui e ci si rende conto di cosa offre il FAI. Quasi tutta l’Italia: tranne Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, Val D’Aosta e Trentino. Certo, ci saranno state scelte editoriali precise per organizzarla così. Oppure categorici rifiuti da parte delle regioni escluse, non lo so. Eppure, basta sfogliare Rosalio per vedere che il 25 e 26 marzo 2006 il tour FAI in Sicilia c’è stato. Il 26 novembre 2006 Palermo ha partecipato alla raccolta di fondi per il FAI e il 24 e 25 marzo del 2007 è tornato il FAI di Primavera. Il 21 maggio 2007 altra raccolta di fondi per il FAI, ricordate?, con Roberto Bolle al Teatro Massimo. E un mese dopo, al Premio Mondello, è stato assegnato un premio alla presidente del FAI Giulia Maria Crespi. Dunque, che la Sicilia venisse esclusa stava nelle corde dell’annata.

    Evidente, questo non vuol dire niente. Continua »

    Sicilia
  • Duo per zero

    Caro Rosalio, il calcolo dovrebbe essere semplice. Duo per zero fa…, fa…, fa… Zero? Forse sì, ma in che senso? Ora te lo dico. Sai che non sono di qui, ma sono venuto a sapere della carta Duo che consente il dimezzamento dei costi di una serie di servizi e locali a Palermo. Lo stipendio è quello che è e se si può risparmiare, ben venga. Allora sono andato sul web, motore di ricerca, ho cercato “carta duo”, ma ogni tentativo è vano: non si accede a niente. Per caso, sempre da un motore di ricerca, ho trovato qualche email, ho inviato ma mi ritornano indietro. Pagine Gialle, niente, Pagine Bianche, niente. Ho iniziato dunque a fare ricerche incrociate, e sai cosa ho trovato? Che esiste un’offerta di Banca Nuova per i propri clienti che si chiama “Conto Forza Palermo”, che fornisce tutta una serie di servizi aggiuntivi tra cui Carta Duo.

    Così recita lo slogan: “CARTA DUO è senza dubbio uno dei vantaggi di punta tra i servizi offerti dal Forza Palermo Club. Basti pensare che solo Carta Duo, che oggi vanta oltre 20.000 titolari, ha un costo annuo di 35 euro. Si tratta di una carta servizi in grado di offrire a chi la possiede reali benefici ed esclusive opportunità d’utilizzo. Essa si è basata su una formula semplice ed efficace, divenuta slogan di una sua famosa campagna pubblicitaria: “Il piacere di pagare la metà”. Continua »

    Palermo
  • “Arancini” on tour

    Particolare sul CitySightseeing

    Abbiamo deciso, mia figlia ed io, di “chiudere” la nostra estate facendo i turisti, in giro per Palermo. Chi abita in città, preso com’è dalla sua vita, dal lavoro, dalle cose, non pensa di riuscire a fare quello che normalmente devono fare i turisti, quelli che di qui passano e poi vanno altrove. Le due Palermo, giusto per semplificare, si corrispondono e si sovrappongono ma sono vissute in maniera differente: chi ci abita ha, in un certo senso, con sé un “traduttore di luoghi” che gli consente di vivere Palermo a propria misura; chi ci passa deve, pagando, delegare altri (le guide Routard o Michelin, i tour operators, gli uffici per il turismo) a tradurre, per proprio conto, semplificando. Da una parte la complessità della vita non consente di assimilare, a fondo, la propria storia; dall’altra lo scivolamento sulla pelle della città dà un’immagine della stratificazione che, però, non entra sottopelle e rischia di sbiadire. Io, qui, ci abito e mia figlia ci passa del tempo, ogni tanto; ma per avere una panoramica sulla città abbiamo scelto la via più breve e sintetica: il Citysightseeing. Continua »

    Palermo
  • For president

    Bandiere per l'Oreto

    Ritorno sul tema delle bandiere per l’Oreto. L’altroieri, in una festosa conferenza stampa Antonio Presti e il suo staff “allargato” di collaboratori, studenti, docenti e volontari palermitani, hanno concluso l’attività iniziata lo scorso ottobre relativa alla sensibilizzazione della città, e dei suoi cittadini, al tema dell’acqua come bene di tutti e alla riqualificazione integrale del fiume Oreto. Non mi ripeto, visto che alcune cose le ho già scritte proprio su Rosalio. Il momento clou dell’iniziativa ha riguardato la presenza di alcune figure istituzionali che hanno formalizzato, e sostanziato, il loro interesse per l’iniziativa, appoggiandone gli esiti. Continua »

    Palermo
  • Bandiere

    Bandiere

    Mille, duemila, non lo so. Certo è che sono molto evidenti. Insomma, Palermo sarà sede di questa esposizione “temporanea” di bandiere colorate a partire dal 18 maggio. Il 18 maggio ci sarà una manifestazione alla foce del fiume Oreto (e rimando ad un mio vecchio post, in proposito) che vede coinvolte oltre 90 scuole della città. Per il secondo anno Antonio Presti ritorna sui luoghi del fiume e lancia un segnale simbolico aiutato da bambini e ragazzi di ogni età, dai 6 ai 18 anni, provenienti da elementari, medie, istituti superiori. Ragazzi, professori, associazioni coinvolte per questo grande progetto di riqualificazione, da una parte, della vallata dell’Oreto e di di sensibilizzazione pubblica, dall’altra, al tema dell’acqua come bene di tutti. Questa la notizia, che trova maggior sostanza sul sito www.fiumeoreto.org. Continua »

    Palermo
  • Purparlé (2nd edition)

    Purparlé 02

    Il secondo appuntamento con Purparlé, iniziativa di Casa Cogliandro, si è svolto in gran segreto ormai una settimana fa. L’occasione è stato il preascolto del programma che Davide Enia ha prodotto per RadioDue, e di cui Rosalio ha comunicato l’inizio una settimana fa. In che consiste un preascolto? Ci si mette attorno ad un impianto stereo, e lo si guarda mentre questo emette suoni, rumori, parole, come si farebbe guardando un televisore, senza immagini. Guarda caso, per una serie di defaillances dell’impianto stereo, è stato utilizzato il lettore dvd del televisore che ha fatto da camino sonoro, la cui fiamma e le cui scintille andavano immaginate inframezzate alle parole. Gli ospiti intervenuti sono quelli in foto, al cui centro svetta un gigantesco Enia. I nomi degli altri sono superflui o, per essere precisi, indicibili, per quanto riconoscibili o noti, per almeno due motivi: chi scrive non li ricorda tutti (e ricordarne uno o alcuni sarebbe indelicato), e poi – quasi tutti – sono i volti delle voci che hanno collaborato alla storia che Davide ha proposto alla radio. Me compreso.
    Quanto prima, sempre da qui, il resoconto di un terzo appuntamento con Purparlé.

    Palermo
  • Woz, laboratorio sperimentale di design

    Woz

    Quando lo scorso anno iniziai ad affacciarmi da Rosalio, per scrivere di architettura, lo feci con un piccolo pezzo sul Laboratorio Woz (basta scorrere indietro le pagine). Oggi, e quasi a ridosso della quarta edizione del Laboratorio, riprendo a parlarne. Per due motivi: perché Woz è rimasto in Sicilia, dopo l’edizione usticese sarà sull’Etna, e perché, tutto sommato, credo che sia ancora un buon progetto da portare avanti. Per averne una vaga idea, basta collegarsi al sito http://wozlab.blogspot.com/ che contiene dei reportages sui laboratori scorsi, e qualche notizia sul prossimo. Ma, come capita spesso, un sito non val bene una messa; l’argomento va affrontato dal di dentro: Woz è un laboratorio di design, ma dentro il quale non ci si occupa del design così come lo si fa ad un Salone del Mobile o in una azienda che produce terze parti per l’industria navale. Il fatto è che spesso, e non mi capita di rado (che è un rafforzativo ma, al tempo stesso, una precisazione), mi faccio influenzare da quello che leggo o che, per vie che ritengo miracolose, intraprendo esagitate avventure e poi, ma molto poi, trovo conforto in letture che precisano il percorso che ho iniziato. Continua »

    Sicilia
  • Recuperare Scarpa

    L’occasione per rivedere Palazzo Abatellis è stata una visita guidata, il pretesto per scrivere questo post l’attenzione rivolta ad una panca. Mi spiego. Fateci caso, molti edifici storici di Palermo sono stati restaurati, più o meno in maniera cool, e restituiti alla fruibilità. I cosiddetti “manifesti rossi” (che poi erano bordeaux) e che mal si attagliano ad una giunta azzurra, per questioni ideologiche più che cromatiche, lo hanno sbandierato per mesi: Galleria d’arte moderna, giardini alla Zisa, villa Giulia, etc… Qui non entro nel merito filologico e nemmeno sulle liceità stilistiche, ogni tempo ha i suoi meriti e le sue disgrazie (ovvero, i suoi architetti): quel che va notato è, ancora, il pullulare di cantieri nel cuore della città. Qualcosa, e più di una cosa, ha cambiato volto a Palermo. O ne ha sottolineato le qualità e le fragilità. Lo stato in cui si trovano ancora alcuni quartieri, non ultimo la Vucciria (su cui tornerò a scrivere presto), sembra fare da contrappeso allo splendore di molti edifici. Certo, è difficile mantenere un equilibrio politico tra chi investe in monumenti (o in edifici storici, o in spazi culturali) e chi ritiene che si debbano rendere vivibili (al momento sono “soltanto” vissuti) determinate aree in cui il degrado prevale sulla normalità. Ma torniamo alla panca. Continua »

    Palermo
  • Come orologi

    Mi è capitato di entrare dentro una casa palermitana del centro storico. Certo, dire centro storico è come affermare l’esistenza della terra, non ho ancora chiari i limiti, ma insomma “intra muros” potrebbe chiarire la cosa, da-a. Palermo ha un centro storico che in realtà sono più centri, ognuno a sé e, come ricordo scriva Billitteri nel suo giallo, ognuno con una identità e una “proprietà”. Kalsa e Albergheria sono centro storico, così quanto Ballarò e Vucciria. Eppure, nonostante sia “extra muros”, alcuni pensano che anche via Libertà lo sia. Allora, cercherò di essere preciso: sono entrato in una casa nella zona dei Cintorinai. L’aspetto non era invitante, né tantomeno l’androne. Lo spazio di accoglienza ricordava le atmosfere kafkiane del Castello, oppure qualche cascinale da B-movie. Niente di tranquillizzante, e la scala d’ingresso ai piani superiori sottolineava se non l’abbandono perlomeno la sciatteria generale: pareti scrostate, polverose lanugini in terra, un odore di piscio di gatto. Eppure in quella casa abitava una persona che avrei dovuto incontrare, e non la sapevo sciatta né tantomeno decadente. Continua »

    Palermo
  • Palermo come Venezia?

    L'alluvione del 1931 a Palermo

    Quando le disgrazie non vengono mai sole e, se volete, accadono a chi già disgrazie ne ha abbastanza si dice “piove sul bagnato”. Per via di metafora il senso di questo detto può essere allargato. Penso, certo, al tessuto urbano di Palermo di cui, ormai, mi pare, s’è perso il senso e si continua ad operare sulle ferite e sulle cancrene senza mai risolvere, in maniera organica, lo iato tra città vissuta e città perduta. Ovvio, non è solo Palermo a sostenere questo disagio. Le grandi città – prive di un programma che le proietti, a medio e lungo termine, verso una condizione di riconoscibilità estesa (penso al caso spagnolo di Barcelona, che ha superato ogni aspettativa) – rischiano di implodere e rimanere, anche nei loro centri, periferie del vissuto, onanistiche archeologie del tempo, con grande gioia dei conservatori tout court.
    Ci sono momenti in cui bisogna provare a leggere il disagio da piccoli segnali non impercettibili. Talvolta la natura esonda, sottolinea il suo “portato”, e fa emergere, in maniera elementare (come lo sono le forze che la scatenano), le cicatrici non rimarginate o i tumori non esaminati. Sono cose che il tessuto, come la pelle, nasconde dietro l’apparenza, ma che covano nell’ombra.
    Il 20 febbraio del 1931 un’intensa depressione si stava spostando sulla Sardegna dall’Atlantico e da qui verso la Sicilia, per cui verso sera iniziò a piovere. Continua »

    Palermo
  • Centro isterico (1)

    Angel

    Poniamo che all’interno della città di Palermo esista un luogo che per comodità, e senza scomodare ipotesi censorie, chiameremo Piazza Garraffello, un nome d’invenzione. Alla Borges, dunque: “Per oltre tre secoli la piccola piazza, d’impianto basso medievale, è stata uno dei polmoni commerciali dell’organismo chiamato Palermo. Non a caso. Il progressivo interramento del bacino naturale del porto ha creato le condizioni per la realizzazione di spazi urbani nuovi, sempre dediti alle attività di scambio che fosse acqua o terra quella che stava sotto i piedi. La piazza era così chiamata per via di una fonte d’acqua (dall’arabo gharaf), non salata, che però non andava confusa con quella di Piazzetta del Garraffo legata anch’essa ad una fonte d’acqua ma d’altra provenienza e che fonti storiche certe la danno più pura e limpida della nostra.” Chi legge potrà notare il balzo del diminuitivo tra Piazza Garraffello e Piazzetta del Garraffo, ma in una storia d’invenzione è possibile questo ed altro. E poi, anche, il bisticcio tra documenti e origini, zampilli e salti: sempre fonti sono. Continua »

    Palermo
  • Palermo lontana

    Palermo lontana

    Poco più di un anno che sto qui. Per caso è una città che ha smarrito qualcosa? Vedo molti che cercano la cosa smarrita e non si capacitano del non trovarla. Ho l’impressione di una città senza ombra, non senza ombre. Nonostante il fiorire di cantieri in centro storico, cosa che guardo con distacco, e il fervore culturale, non necessariamente apprezzabile economicamente, in molti gangli vitali, ho l’impressione, anch’io, che manchi qualcosa. Ogni mattina percorro Via dei Mille, Corso Tukory, Via Basile, Viale Regione Siciliana, Via Leonardo da Vinci, Viale Michelangelo, e torno indietro da Viale Michelangelo, Viale Regione Siciliana, Via Notarbartolo, Via Duca della Verdura, Ucciardone, Via Messina Marine, Via Alloro, eccetera. Evidentemente ho saltato dei passaggi, ma non è questo l’argomento. Quando guido sto attento, scorgo cose ma non quelle che cerco. Ho l’impressione, come dire, che Palermo non abbia un carattere, un imprinting che te la fa riconoscere e, di conseguenza, te la fa descrivere. Il mio è uno sguardo “inquinato”, evidentemente. Guardo alla città come un pesce d’acquario guizza tra le alghe e i sassi; so cosa guardare o, perlomeno, uso un traduttore visivo che, in certo senso, decodifica mentre guarda. La mia non è più nemmeno una professione, ma un habitus: un abito mentale. Sono, per questo, abituato a vedere la città, qualunque città, nella sua complessità, ma qui c’è qualcosa, o manca qualcosa, che sfugge e nel suo fuggire determina uno sfaldamento tra la memoria delle cose viste e la capacità di descriverle. Continua »

    Palermo
  • Dopo la Biennale

    Birillo rotto

    Chiudo con tre righe i miei resoconti relativi alla Biennale di Venezia svoltasi a Palermo nelle sedi di Palazzo Belmonte-Riso, del Palazzo Forcella-De Seta, delle Officine Sant’Erasmo, della Galleria d’architettura EXPA. Ogni volta che sono passato da EXPA, che frequento per via di un certo work in progress, ho sempre notato la presenza di ospiti a visitare l’allestimento del concorso Città-Porto. Questo significa, seppure l’analisi sia relativa, che la Biennale ha aperto Palermo ad un pubblico differente. Io non so cosa rimarrà in città dell’evento, né come i palermitani utilizzeranno, nelle varie sedi e secondo le differenti competenze, i contenuti espressi in questa manifestazione, fatto sta che Palermo, per quanto la cosa appaia impercepibile, è stata ospitata dovunque anche grazie a questo accadimento. Una volta Italo Calvino ha scritto di strade che camminavano e che bastava porvisi sopra per arrivare nel posto in cui si desiderava arrivare: una metafora del viaggio, in cui le strade “portano” dovunque. Altra cosa è spostare una città o, di contro, portare in città chi per molto tempo non è riuscito, o non ha potuto, vedere Palermo. Continua »

    Palermo
  • Purparlé (1st edition)

    Purparlé 01

    Si è svolto a Palermo il primo appuntamento con “Purparlé”, iniziativa di Casa Cogliandro (promossa da Biblioteca del Cenide, Lsd Studio e Laboratorio Woz) tesa a rimettere in moto, come scrive Kurt Vonnegut, la “semplice arte del dialogo”. Tra gli ospiti si possono notare due autori di Rosalio, alle ali del gruppo in piedi: Daniele Billitteri (a sinistra) e Francesco Mangiapane (a destra). Sono intervenuti anche la giornalista freelance Jasmina Trifoni (in piedi accanto a Billi), l’architetto Giacomo Pirazzoli (accosciato) e il prof. Vanni Pasca (seduto). Si è parlato di musica, di architettura, di restauri, di cultura siciliana, di design, di città, di Palermo, di libri, di politica, di arte e di cucina, anche invogliati da specialità calabresi, accanto a ottimi vini siciliani, predisposte all’uopo dal padrone di casa; lo stesso, imbracciata una macchinetta fotografica digitale, ha ritratto il gruppo in procinto d’andar via nella classica posa del Gruppo Vacanze. Quanto prima si darà notizia di un secondo appuntamento.

    Palermo
  • Senza Oreto

    Fiume Oreto

    L’Oreto è una fogna a cielo aperto, una volta era un fiume. Un corso d’acqua che scendeva da Altofonte fino alla valle cittadina dove, tra sterpi e rovi, e tra muschi e sassi, e su sponde mal messe, donne e ragazzini giocavano a lavare. Alcuni si riposavano sotto le fronde, mi dicono che qualcuno pescava. Gli altri due fiumi urbani, Kemonia e Papireto, sono stati, nel tempo, interrati, coperti, scomparsi, e su di loro è stata costruita altra città. Quegli alvei sono adesso fiumi di gente, o solo balzi torrentizi di carusi sui motori. Non c’è via di mezzo per l’Oreto: o lo si salva, o lo si sotterra. Per salvarlo bisogna muovere il senso civico, le responsabilità, i doveri condivisi e poi un’etica del proprio tempo, le politiche, le idee, le persone. Cose difficili, con cui non abbiamo più nulla a che vedere. Per farlo sparire bisogna soltanto continuare a coprirlo di immondizie, fino al collo. Coprirle e compattarle. Terra, sabbie, ghiaia, e alla fine un bel cappotto di asfalto, una strada a scorrimento veloce, parcheggi e alberi rinsecchiti, una nuova strada su cui si affacceranno i culi delle case a vomitare la loro storia e la loro impossibilità di girarsi dall’altra parte. A voi la scelta!

    Palermo
  • Questa mattina

    Pasquale Culotta

    Pasquale Culotta è scomparso improvvisamente, lontano da Cefalù. In questi casi chi legge pensa al peggio, e infatti è così: scomparso sta per morto. Io penso che Pasquale sia scomparso e, seppur sapendo, lo immagino svanito. L’ho incontrato recentemente, per le vie di Palermo, perché una delle sue traiettorie si è incrociata con una delle mie, e lì s’è creata l’intersezione di abbracci e chiacchiere. Con Pasquale era così, ci si fermava un attimo a parlare dei progetti in corso e si veniva immersi in un tourbillon di idee, notizie, impressioni, attenzioni. Poi lui andava via, spesso trafelato, e svaniva tra la folla e le cose. Mi dispiace di non potere incontrare di nuovo il suo sorriso o lo sguardo di sottecchi, ma sarà altrove a farlo ad altri. Sì, perché per me è soltanto irrimediabilmente svanito, confuso tra persone e architetture, attraverso le quali o dietro cui lo si potrà intravedere, rimanendo accorti o attenti. Il poeta Joao Guimaraes Rosa ha scritto, e così continuo a pensare a Pasquale, “le persone non muoiono, rimangono incantate”: scomparso in questo incantamento.

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  • [Palermo e] Il cuore della Biennale: due lettere

    Porti e Città

    Oggi va bene. Domani andrebbe meglio, ma oggi va abbastanza bene. Ops, l’equivoco del tempo: quando scrivo “oggi” è perché significa oggi, ma quando leggo “oggi” (in qualunque oggi di qualunque testo, tranne che non sia storicamente inquadrato) è sempre oggi. Diciamo allora che in questo momento credo sia giunto il momento (oddio, un altro bisticcio) di scrivere le cose che ho lasciato sedimentare, avendone perduto, come volevo, le scorie. L’evento della Biennale a Palermo. Bisogna, diciamo, avere la disponibilità a leggerne i livelli. Io ne ho individuati tre, ma credo ve ne siano altri: questi altri, o non si vedono (proprio perché sono nascosti a dovere) o si vedranno più avanti, quando scemeranno le sbornie interpretative. Per dovere di cronaca, sono stato abbastanza presente a tutte le fasi interessanti, ovvero quelle in cui i contenuti pubblici hanno prevalso sulle relazioni personali. Mi sono perso il party, ahimé! Sull’incontro d’apertura ho già inviato il primo report a Rosalio. Il giorno “ufficiale” dell’inaugurazione, invece, è stato piuttosto concitato. L’apertura dell’esposizione all’ex deposito ferroviario di Sant’Erasmo ha dato il tocco magico all’esposizione palermitana. L’allestimento è straordinario ed efficace, bisogna dirlo. Continua »

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  • Inizia la Biennale?

    “Mitterand ha dichiarato nel 1981 che ‘dalla riuscita della sua architettura si giudica una civiltà’; e Jack Lang nel 1982: ‘L’architettura non è l’espressione di una società, come si dice sovente, ma quella dei poteri che la dirigono’. Forse i nostri politici pensano ancora che l’architettura consista in un certo numero di monumenti, il cui valore dipende dall’abilità degli artisti disponibili, e non nella capacità di controllo complessivo delle trasformazioni fisiche di cui essi sono globalmente responsabili. Fra i fini della politica non hanno mai collocato, come il presidente francese, ‘il senso della bellezza’. Ma nel futuro tutti aspettiamo proprio questo”, scusate se continuo a menarla ancora con Benevolo, ma la questione non è da poco.

    Conversazioni sulla Città-Porto - 13 ottobre

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