Palermo vista da una parigina
Dopo essermi diplomata nel 2006 ho deciso di lasciare Parigi, la mia città natale, per continuare i miei studi altrove. Mi sentivo intrappolata in questa metropoli, dove nessuno sente realmente la necessità di andarsene poiché la dimensione cosmopolita di Parigi fa risentire ad ogni suo abitante la sensazione di abitare al “centro del mondo”. Ne è un esempio rilevante il fatto che le tensioni geopolitiche si ripercuotano fortemente sulla vita quotidiana dei cittadini. Ricordo che da piccola, a scuola durante la ricreazione, mi capitava di assistere a liti e provocazioni tra i ragazzi francesi di origine ebraica e quelli di origine musulmana. Questo “Melting Pot” fa conoscere al singolo parigino una visione molto vasta ma anche molto superficiale del mondo. Essendo di origine italiana frequentavo la vastissima comunità italiana di Parigi, dove ci si raggruppava, per esempio, per tifare l’Italia, nelle partite decisive contro la Francia. Velocemente mi sono accorta che in realtà nessuno di questi “ritals” (parola in gergo francese che significa italiani) conosceva realmente il paese di origine. Ed è così, che ho deciso di continuare gli studi in Italia senza ricorrere a programmi europei, di tipo Erasmus, per non essere limitata nel tempo. Questa esperienza mi avrebbe permesso di conoscere meglio l’Italia, di cui avevo una visione esclusivamente turistica. Volevo anche approfondire alcune discipline introdotte al liceo come la sociologia, la geografia e la storia è dunque l’aspetto multidisciplinare dell’urbanistica che mi ha determinato a scegliere il corso di laurea in Pianificazione Territoriale. Continua »
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