Libera lettura
Spesso chi torna da un viaggio nelle città del nord Europa racconta con stupore di metropolitane e di stazioni ferroviarie stracolme di persone intente alla lettura.
A Palermo sono poche le persone che leggono in pubblico, quasi fosse sconveniente farlo, quasi che l’attenzione debba essere dedicata ad altro; purtroppo, sembra che nulla possa sovvertire questa scarsa propensione.
Durante una discussione sul mio desiderio di conservare ben accatastati in libreria i volumi letti, un’amica mi raccontò della missione di un fantomatico “movimento per la diffusione della libera lettura” i cui aderenti, dopo aver finito di leggere un libro, volutamente lo dimenticano in una sala d’aspetto, in un treno, in una panchina di un giardino pubblico, quale invito ad un lettore sconosciuto.
Sebbene la mia amica vive, legge e dimentica i suoi libri in Valle d’Aosta, devo dire che trovo suggestiva l’idea di lasciare “Il vecchio e il mare” di Hemingway su una panchina, a Mondello o a Sferracavallo, davanti alle barche dei pescatori.
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