Diario per “Aria di libri”
Camminiamo in fila indiana nel caldo.
Le nostre teste scottano per il sole o per il peso del compito che ci aspetta.
Lento io vado in avanscoperta verso gli avamposti.
Li sistemo, porto le vettovaglie e i generi di conforto.
Dei lupi mi guardano affamati. Girano intorno al carro ma i cavalli spingono.
I primi avamposti sono vicino casa.
Sono belli, così solitari, sembrano torri luminose.
Uno si chiama Pallavicino.
Dentro l’aria sembra serena, ma i volti degli abitanti dell’avamposto sembrano chiedermi cosa ci fanno lì. Come se sperassero che io fossi il Generale Caster o giù di lì.
Come se potessi dargli il cambio e portarli via.
Siamo nella Frontiera delle Frontiere penso. E Caster sta dalle parti di Torino non qui. E forse è proprio questo il bello.
No, non mi sento un eroe, certo posso parlare per me ma…
La stanchezza comincia a rodere le ossa e piano arrivo a Borgo Nuovo.
La montagna sovrasta questo villaggio e l’avamposto dove devo consegnare le provviste è nascosto, reso invisibile quasi a forza.
Anche qui i coyote mi guardano. Il loro sguardo è famelico ma c’è nella loro ferinità una genuina cattiveria, mista a riconoscenza. Per cosa e per chi non so. Continua »
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