Visti di spalle e a media distanza, Romina e Giulio sembrano due persone normali; in realtà normali non lo sono affatto. Romina e Giulio sono innamorati pazzi nel senso più ampio del termine, sono infinitamente innamorati ma sono altrettanto, infinitamente pazzi. Ricoverati più o meno nello stesso periodo, nel centro d’igiene mentale, vicino la via San Lorenzo, si scelsero immediatamente.
Si guardarono, si avvicinarono e come farebbero due bambini all’asilo, si presero per mano. Se la strinsero forte quasi a stritolarla e quella morsa fu la loro illuminazione, rassicurante come il ciuccio per un bebè.
I primi mesi non si parlarono neppure, ne ebbero una benché minima curiosità di ascoltare il suono delle rispettive voci. Non conoscevano neppure l’uno il nome dell’altra e sedati per com’erano, neanche avrebbero ricordato il proprio di nome. Nel delirio della propria esistenza, nella percezione distorta di tutto ciò che li circondava, l’unione che istintivamente trovarono costituì un’ancora che al meglio li riparava dal mare in tempesta. Agli occhi dei medici la cosa sembrava quasi terapeutica, pertanto, aggiunsero alla terapia farmacologica di Romina un anticoncezionale e a quella di Giulio aumentarono i sedativi. Continua »
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