Senza simboli
A proposito della campagna elettorale in corso a Palermo. Ufficialmente, ricordiamolo, non ancora cominciata, sebbene in corso già da diversi mesi, se non anni, e con divertenti forme di comunicazione. Accanto all’ultima trovata del diffuso cinguettio che il candidato (soprattutto se alle prime armi) ritiene cementificante, ecco il solito manifesto elettorale. E lì è la tragedia – che, come diceva quello, è sempre pronta a trasformarsi in farsa. Al manifesto elettorale, ammettiamolo, siamo tutti affettivamente legati, fa parte del paesaggio urbano, ci distoglie dalla noia del traffico quando siamo incolonnati, ci fa sorridere nel cogliere l’inevitabile goffaggine di chi ci si espone. Per questo è sempre lì, immarcescibile.
A guardare quelli che da qualche tempo riempiono le nostre strade, in questa campagna elettorale permanente in salsa palermitana, si coglie un tentativo che, per amor di citazione nazionalpopolare, chiamerei antigattopardesco. Lasciare tutto com’è per cambiare tutto. Continua »
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