“Pensieri pensati a bassa voce”
Cari tutti,
è stata pubblicata una piccola raccolta di pensieri, da me scritti, editi dalla casa editrice Albatros.
Cari tutti,
è stata pubblicata una piccola raccolta di pensieri, da me scritti, editi dalla casa editrice Albatros.
Altissimi grattacieli, bandiere degli States che sventolano ovunque(ma glielo diciamo una volta e per tutte che l’amo capito che ci troviamo in America? Mica in Italia stendiamo al posto dei panni il Tricolore!), taxi gialli che superano il numero delle automobili presenti per le vie, schieramenti di immensi fast-food, colossi della McDonald’s e Dunkin’ Donuts che si impongono con la loro immagine mastodontica e colorata insieme alla pubblicità della Reebok e Nike, Starbucks, H&M, i mega mall aperti tueniforauarsadei (ventiquattro ore al giorno…mi dovesse venire in mente alle 4 di notte di voler comprare un ventilatore, un ombrello, un orologio..). I quartieri dei Robinsons, di Arnold, la Harlem dei Neri dove si ascolta la musica afro-rasta-rap a palla in macchine scassate con gli sportelli aperti e i finestrini abbassati, Chinatown e Little Italy dove trovo persino il Caffè Palermo, i poliziotti (cops) con gli occhiali da sole a gocce, pistola, manganello e distintivo appiccicato sulla camicia celeste abbottonata ma che sta per esplodere, gomma da masticare in bocca e una panza che ha appena ingurgitato uno dei tanti (salutari) hAt-dog (la o è stata dimenticata dalla fonetica). Continua »
Seduta su una panchina di via Cernaia Anna osserva Torino, dipingendola con lo sguardo come una sofisticata signora aristocratica,
chiude gli occhi,
immagina di essere nella sua città natale, Palermo, il cui ritratto è forse quello di una bella zingara a piedi scalzi, dalla pelle olivastra.
Con la nostalgia nell’animo
ritorna nei luoghi a lei cari, riesce persino a vedere la luna riflessa in uno specchio d’acqua, incorniciata tra il blu del mare e del cielo, spiata di nascosto da uno sguardo , folle di amore che la segue ovunque con il cuore..
Il ricordo di un momento passato torna allora indietro nel tempo e mette in scena uno spettacolo malinconico.
Al centro del palcoscenico due ombre, visione sospesa di una sensazione inafferrabile.
Sono balli taciturni che ignorano la musica, segno di un’insostenibile timidezza che non permette di inebriarsi del profumo che i loro respiri racchiudono, che consente al tempo di prendersi gioco dell’irripetibilità di ogni singolo istante.
Caos che giunge in punta di piedi quando l’anima è ancora una volta addormentata,
quando dell’intimità resta la frantumazione di un secondo che sarebbe passato. Continua »
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