Perché io valgo
Ebbene sì: una nuova primavera elettorale ci attende.
Nuova? Insomma. Le solite facce, le solite critiche, la solita superficialità.
Io non voglio però soffermarmi sulla superficialità dell’elettore attivo: di questa si è scritto e si è detto tanto negli anni passati (ops, mesi): e poi spero che le tante manifestazioni cittadine, le testimonianze nelle scuole e gli arresti di grandi latitanti, abbiano smosso le coscienze e fatto capire all’elettore che la scelta è responsabilità, e sta tutta nelle sue mani.
Per una volta, vorrei che immaginassimo di essere dall’altra parte: io mi porto alle elezioni.
Inutile raccontare a tutti coloro che vivono la città di Palermo, quali siano i metodi propagandistici utilizzati da me, candidata: giganteschi manifesti, con la mia bella faccia sorridente e rassicurante, magari una di quelle dove sembro anche più bella e più giovane; discorsi, discorsoni nelle piazze e dentro i bar, prometto una svolta solo se vengo (ri)eletta.
Pubblicizzo il mio nome, a destra e a manca, per tutta la città. Ovunque devono sapere che mi sono candidata: da Tommaso Natale a Brancaccio, dalla Statua a alla Stazione, almeno un voto l’a pigghiari.
E intendo farlo con le parole, perché i gesti arriveranno quando sarò salita. Perché chi mi vota, deve avere fiducia in me, nei miei colori, nei miei blablabla.
Io attacco manifesti, anche se non conosco la realtà di quel quartiere; lì nessuno mi ha mai vista e forse mai mi vedrà ma tanto sempre elettori sono, a votare ci devono andare.
No. Non è così che deve andare. Continua »
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