Sabato sera, subito dopo aver assistito alla partita del Palermo (ero allo stadio, ci vado sempre quando sono nella mia città), sono tornato a casa con i fischi ancora nella testa. Erano fischi meritati, dopo tre sconfitte di fila, forse si potevano evitare prima e durante la partita, ma di fischi non è mai morto nessuno. Mi sono messo davanti al computer e ho scritto di getto un post che ha dato molto fastidio. E che, con il senno di poi, probabilmente non scriverei. Almeno così. Non c’era alcun intento denigratorio e offensivo nei confronti dei tifosi, ma rileggendolo adesso mi rendo conto che è proprio difficile non prendersela. Ha ragione il mio amico Roberto Puglisi: in questa situazione di sfascio, gli ultimi colpevoli sono sicuramente i tifosi che, anzi, hanno avuto pazienza e non hanno mai provocato incidenti come invece avviene in altre città. Con il post che ho scritto di getto ho, senza volerlo, spostato l’attenzione proprio sulla parte meno responsabile (anzi, direi per nulla responsabile) di questa stagione per nulla esaltante. L’ho fatto soltanto per dire che era ingiusto prendersela soltanto con una persona, l’allenatore, che un milione di errori li ha sicuramente fatti ma forse in un momento del genere doveva essere aiutato un po’ di più. Non tanto dai tifosi, quanto da una società che doveva proteggerlo. È andata come è andata, sono arrivato a casa e ho scritto di getto. Perché non mi piace il commento scontato, banale, ma volevo far ragionare i tifosi sul fatto che anche loro (anche noi, l’errore più grande di quel post e aver scritto alla fine: io non sono tifoso) dovevano riflettere e magari non autoassolversi. Come il presidente, come i dirigenti, come la stampa per la parte che le compete. Ho scritto, ho inviato a Rosalio e sapevo che tanti se la sarebbero presa. Ma dal numero delle reazioni, dalla pesantezza delle critiche, dagli insulti in questo e altri siti (poi magari qualcuno mi spiegherà perché uno scrive su Rosalio e deve essere cazziato altrove) ho capito che il post è stato sicuramente inopportuno. Continua »
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