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Biografia: Nata e cresciuta in Sicilia tra il mare e la montagna, trascorro giornate intense a Palermo. Scrivevo ovunque anche su un blog. Ho collaborato conQdR magazine, Europa e Madoniepress. Selezionata tra i 70 aspiranti scrittori di Masterpiece con un romanzo scritto in una settimana d'estate, vincitrice del concorso fotografico sul tema della violenza sulle donne e migranti organizzato da Amnesty International Palermo 2014 e del primo premio del Concorso Centro Donazione Organi Regione Sicilia 2014. Laureata in Fisioterapia, creatrice di gioielli, patente B orgogliosamente.

Marianna Lo Pizzo
  • "Una montagna di libri"

    “Una montagna di libri” a Gangi

    Fine agosto, tempo che si prepara a chiudersi in letargo, piazze che cominciano a svuotarsi di emigranti. Sicilia di montagna, Sicilia che balla sulle note della partenza.
    Non è troppo tardi per raccontarci. È solo un inizio, breve, intenso.
    Parole per il Sud, di un Sud che non esiste se non frammentato e mescolato nelle alture del mondo. Qualsiasi latitudine porta nel proprio grembo un seme che viene dalla terra. E le radici sono sempre profonde.
    Della montagna, perché non siamo nient’altro. Terra che si eleva lontano dal mare.
    La montagna, desiderio e fatica, silenzio e precipizio, isola e martirio. Una montagna di libri, nasce per questo. Per desiderio di esistere, di restare anche quando si parte, di partire e non andare. Continua »

    Palermo
  • "Indictus"

    “Indictus – La terra è di nessuno”, la prima serie su arabi e normanni

    Con i piedi saldi sulla terraferma, intorno, il mare. Da qualunque parte dirigi lo sguardo sai o devi sapere che sono lì ad inseguirti e con loro, le lingue e i respiri dei tanti che furono e sono stati attratti dalle sinuose curve delle montagne della Sicilia. È l’anno mille. È il Medioevo. Tempi narrati in tutte le lingue, tranne nella nostra. I racconti della storia si sono persi tra le strade risucchiate dall’asfalto e i grandi fiumi scomparsi anche nella memoria. Nell’immaginario legato alla Sicilia ci sono i carretti siciliani, forse anche la coppola e la lupara. Resistono anche i racconti dei campi, della Sicilia agreste e povera, del tempo in cui gli asini e i muli si incrociavano nelle “trazzere” e le donne con il fazzoletto al collo entravano in Chiesa in religioso silenzio. Ancora dentro le montagne è possibile riconoscere quei volti, non di rado anche incontrarli, mentre ancorati ai sorrisi le rughe svelano il passato non così lontano. È un racconto documentato, nelle fotografie e nei racconti. Da Capa a Scianna, da Verga a Sciascia. Fascino di una terra attraversata da ferite e perdite, da fatiche e lavori di mani forti. Racconto parziale. Le montagne, custodi e fortezze. Altezze attraversate da strade, percorse da cavalli e cavalieri, guerrieri e poeti, arabi e normanni. Insieme in un’unica storia: Indictus,la terra è di nessuno. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Le Gioie di Palermo

    Polmoni. Si aprono come la grande inferriata che ci porta dentro la Villa che Whitaker, l’inventore del vino marsala, archeologo, ornitologo, studioso palermitano di origini inglesi, fece costruire nel cuore della città alla fine dell’Ottocento. Alberi secolari, radici che si inseguono e si fanno inseguire, che conducono lo sguardo fino a perdersi nel fogliame immenso che fa da cupola ai primi raggi del sole di primavera. Sette ettari di giardino e viali che si intrecciano, lì dove uccelli di ogni specie provenienti dall’Africa accompagnarono le passeggiate dei nobili e della moglie Tina. Palermo dorata, Palermo incantata. Una piccola oasi di verde nel caos metropolitano. Accesso libero. Solo di mattina. Bambini che si specchiano nell’acqua della fontana al centro del giardino di fronte alla villa dentro cui, oltre le vetrate, si intravedono i tesori dell’antiquariato collezionati da Whitaker. Prestigio. Ricchezza blindata. Continua »

    Palermo
  • Ginger Bridge, puntiamo al Massimo

    Mi incammino sotto il buio dell’alba, mimetizzata nel mio cappotto nero e dal silenzio delle mie scarpe di gomma lucida. La luce si infiltra tra i ciottoli della via che taglia la strada dietro la Cattedrale, come sampietrini sulle strade di Roma Capitale, e invece mia amata, siamo io e tu, mia anima rotta e splendente. Mia Palermo.
    Sotto la superficie dell’incuria e del disagio, nuda. Così mi appari, e mi penetri le ossa con l’aria del mattino. Sei pulita, non sento niente di tutto quello che ti apparterrà tra qualche ora, quando ti aggrediranno e si dimenticheranno della tua bellezza fragile.
    Ci diciamo cose che solo noi conosciamo. Ci guardiamo con gli occhi di chi ama e tace e amandosi non ha bisogno di niente se non di respirarsi. È così che mantengo i miei passi durante il cammino del giorno, mentre fluisco dentro le tue arterie. È così che ti vedo anche quando il sole si fa alto e diventa caldo il tuo abbraccio in ogni giorno dell’anno.
    È così che decido di cercarti adesso che è tardi.

    Ti cerco dove posso trovarti. Continua »

    Palermo
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