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Biografia: Ho venticinque anni “periodici” e credo di essere diventata, con il tempo, una zingara curiosa. Se potessi scegliere come vivere i prossimi dieci anni della mia vita, deciderei di scrivere e viaggiare, in seguito vorrei fare la mamma. Il mio sogno più grande, adesso, è passare qualche mese in Irlanda. “Fuori dal testo non c’è salvezza”, quest’affermazione di Greimas è una delle frasi che amo di più. La mia passione più grande, infatti, è l’analisi testuale. Ho vissuto in varie città: Agrigento, Palermo, Messina, Bologna. Adesso mi sono fermata a Roma, dove sto svolgendo una consulenza a Rai Due nell’ambito della critica televisiva. Negli anni scorsi ho collaborato, per lungo tempo, con il Giornale di Sicilia e ho diretto Polis, periodico di cultura e attualità. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e al mio corso di studi devo l’amore per la semiotica, ambito che continuo a “esplorare” grazie a un progetto con la cattedra di Comunicazione alla Sapienza - semiosi delle forme brevi audiovisive. Adoro trascorrere interi sabati in libreria a “scroccare” ogni tipo di testo. Scrivere mi fa star bene, nella misura in cui mi fa sentire libera di esprimermi. La musica è la mia valvola di sfogo e la mia maniera di “incorniciare” i personaggi dei miei testi. Da grande? Vorrei conservare l’entusiasmo di adesso e la capacità, straordinariamente infantile, di meravigliarmi.

Maristella Panepinto
  • Tascio è bello

    Ci sono tasci e tasci. Nessuno mi convincerà del contrario. C’è il tascio inside, quello stagionale,quello “ricorrenziale” – matrimoni, lauree, funerali, sono tutti suoi – quello di provincia e quello di città. Su tutti, però, in questo periodo, fa molto glam il tascio da mare.
    Domenica di luglio, 40 gradi e più, non era proprio il caso di restare in città.
    Insieme al mio compagno puntiamo una spiaggetta da Tropici in Sicilia: Giallonardo. Sabbia soave e mare smeraldo, incastrati a meraviglia tra i tanti scempi della costa agrigentina.
    Manco pare vero: è domenica, ma c’è poca gente. Parcheggiamo, alla rinfusa, ombrellone e teli mare e subito splash, contro l’arsura.
    Il tempo di tornare, però, la sorpresa.
    Un coro di «Bongiornooooo!». Continua »

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  • Roma Termini e Palermo Centrale

    Raccogliere uno a uno tutti i pezzi delle feste, infilarli in valigia e chiudere bene, digitando la solita combinazione: la data di nascita di Gilormino, il mio primo cucciolo (pace all’anima sua sempre).
    È così da anni ormai, da quando insieme “all’Epifania che tutte le feste porta via”, apparecchio sconsolata la tavola del mio ritorno in terra straniera.
    Come tutti gli “abbandoni” in grande stile “è forti a passari ‘u distaccu”. Me lo dice sempre mia nonna, “virgulto” novantenne, che concentra lo sguardo energico delle donne di una volta alla capacità di dissacrare se stessa, me e tutte le altre numerose donne della nostra famiglia.
    Ogni 7 di gennaio mi accoglie la solita stazione Termini, fumigante di respiri infreddoliti, odorosa delle migliaia di caffellatte e di cornetti alla plastica, assaggiati e lasciati a metà (come molti amori del resto, ma questa è un’altra storia).
    Mi faccio strada tra le centinaia di persone, che vanno e che tornano e che badano bene di non guardarsi in faccia. In mezzo alla fila indiana di voci, che si accalcano una sull’altra, non riesco mai a distinguere un apostrofo, un accento, un’inflessione che mi dica: “azzzò! Io sono: Esposito Pietro, destinazione Napoli Campi Flegrei”.
    Alla stazione centrale di Palermo è tutta un’altra storia. Continua »

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  • “Dimmi sì” parte il MySpace

    È on line www.myspace.com/dimmidisi. Venticinque autori, nomi noti e meno noti della tv, della musica, del giornalismo, dello spettacolo, si sono uniti per la lotta contro due mali del nostro tempo: anoressia e bulimia/appetito compulsivo.

    Il progetto Dimmi sì è nato dall’idea di un team di giornalisti, che si sono uniti dalla Sicilia a Roma.

    Lo spazio sarà gestito da 25 autori differenti. Il numero 25 non è casuale, dal momento che uno degli obiettivi del progetto è di puntare sulla serialità dello spazio web e di farlo sfruttando la tematica del “Calendario dell’Avvento”. Non si tratterà, tuttavia, di uno spazio on line di ispirazione cattolico-cristiana (la laicità e la libera espressione degli autori sarà uno degli “imperativi” del progetto). Continua »

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  • Sdegnu di Sicilia

    I Sud del mondo, forse, non saranno tutti uguali, ma si assomigliano parecchio. Domenica sera, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, c’era un’ottima rappresentanza internazionale di “terruna”: dalla Sicilia a Napoli, dal Brasile al Venezuela, dal Sud Africa all’Andalusia. A dirigere il colore di noi meridionali international è stata una maestra d’eccezione: Gal Costa, diva della canzone brasiliana. L’interprete, classe “anta degli anta ma non li dimostro affatto”, si è esibita accompagnata solo dal “Violao”, la chitarra classica, per l’occasione suonata dal bravo Luis Meira. Sono state due ore di voce e di note, indubbiamente noiose se, ad eseguirle, fosse stata un’interprete qualsiasi. C’è stato tanto del nostro Sud tra le atmosfere di Gal Costa – che nello stile e nella volitività ricorda, neanche troppo alla lontana, la nostra infinta Rosa Balistreri (che a lei siano dedicate le migliori note del Paradiso). In Auditorium c’eravamo una buona delegazione di “siculi doc”, da Trapani a Ragusa, passando per i palermitani del Capo, come il mio collega Fofò, che a un certo punto ha commentato: “Azzz, Mariste’, pare di ascoltare un canzoniere siciliano”. Continua »

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  • Francesco Buzzurro: un navigante del Mediterraneo

    Francesco Buzzurro

    Quando si dice che: “Una musica può fare”. Prima di conoscere Francesco Buzzurro, ho conosciuto le sue note, che ho amate una per una. Era un pomeriggio qualsiasi, di scazzo lavorativo e di nostalgia vagante per la mia terra. Sono entrata in uno di quei soliti pastoni-web, dove fare il downoloading di brani musicali è facile tanto quanto entrare da Ricordi Media Store e uscire a mani vuote (perché i dischi, ormai, non si possono comprare più). Ho digitato “Nicuzza” – la mia canzone siciliana preferita – e il primo nome della lista era quello di un chitarrista, Francesco Buzzurro, per l’appunto. La sua abilità di tessere quella piccola melodia, quasi fosse la trama musicale più spettacolare del mondo, ha centrato in pieno la mia malinconia fino a infilarsi nella mia sensibilità musicale. Sono stata sul suo sito web, ho recuperato l’indirizzo di posta elettronica e gli ho inviato, seduta stante, decine di righe, fitte di gratitudine, emozione, riconoscimento. Francesco risponde, e lo fa anche con una certa velocità (cosa assai strana tra gli artisti). Il tono della sua lettera, però, è diverso da come lo immaginavo. Continua »

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  • Palermo-Roma, Roma-Palermo

    Palermo-Roma, Roma-Palermo. Potrebbe essere il titolo di una mini serie, che fa il verso a Sliding doors. Perché, a volte, per acchiappare al volo l’occasione della propria vita ci vuole pochissimo e per perderla, può accadere, che ci voglia ancora meno. Nella vita, si sa, tutto può succedere, anche quello che non immagineremmo, anche quanto non è, assolutamente, contemplato nei nostri desideri. A me, tra mercoledì e giovedì, è accaduto di fare reality show, per ventidue ore consecutive, dentro un treno Espresso, che dalla Capitale doveva riportarmi in terra di Sicilia per le vacanze. Se è vero che la scaramanzia non è mai troppa, avrei fatto bene a non avventurarmi con il compare Savio, che ha fama di far ritardare, puntualmente, i mezzi su cui decide di viaggiare. Spero di cuore che la colpa sia stata solo e unicamente la sua e non del la negligenza del servizio ferroviario nazionale. Mi spiego meglio. Se le ultime 24 ore, per me, sono state una sauna mozzafiato e cattura odori nell’abitacolo di uno scomparto ferriviario, per ben 87 giovani siciliani la sosta forzata sul treno ha rappresentato la fine di un possibile sogno. Il ritardo di oltre 4 ore e mezza del treno Palermo-Roma, di martedì sera e del suo omologo, al rientro, mercoledì, ha fatto perdere, per sempre, un concorso nella Polizia a quasi un centinaio di ventenni siciliani, che, una volta presentatisi, a Roma, nel luogo “del contendere” si sono visti rispedire al mittente la possibilità di trovare un lavoro sicuro. Continua »

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  • Hai presente una mano

    “Hai presente una mano. Prova a riprenderla in primissimo piano. Non ne distinguerai neppure la fibra più piccola. Ti sembrerà, né più né meno, una tessitura compatta di massa di colore chiaro”. Questa frase me l’ha detta un regista, con cui sto lavorando qui a Roma. Lui tentava di spiegarmi alcune dinamiche delle inquadrature. Il suo era un discorso molto tecnico, utile per il mio lavoro da analista dei testi. In realtà quelle sue poche parole mi hanno fatto pensare all’attesa, ai ritorni, al loro valore disarmante e alla loro capacità di riuscire a caricare di senso una parte delle nostre giornate. In questi giorni di dicembre, fatti di corse per non perdere alcuna scadenza, mi ritrovo preda di un entusiasmo, che appartiene alla mia infanzia. Sto aspettando il Natale. Era da anni che non succedeva. Attendo con ansia leggera, ma costante, che arrivi il giorno in cui tornerò nella mia terra. Continua »

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