È il primo maggio. È la festa dei lavoratori. L’articolo 1 della Costituzione della Repubblica che conoscono anche i bambini recita: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Vista così la nostra nazione sembra un baluardo per i lavoratori, una casa santa dove tutti possono trovare riparo perché a qualsiasi costo lei, la amata Patria ci difenderà. Sembra così ma so già che molti di voi sorrideranno sapendo che nulla di quello che viene proclamato così ad alta voce non è neanche lontanamente simile alla realtà. Scrivo del primo maggio, della festa dei lavoratori perché voglio dedicare una riflessione a tutti i miei amici e amiche le cui storie le conosco come se fossero la mia, perché spesso le nostre vite si sono intrecciate e perché conosco i sacrifici che fanno tutti i giorni per andare avanti. Non parlo di disoccupati poco scolarizzati o di nulla facenti che attendono il posto fisso…ohh miraggio, non ci sperano da anni. Parlo di persone che hanno studiato, che addirittura si sono laureate in tempo record e con ottimi voti e che lavorano. Bene, questo è un dato, queste persone LAVORANO ma qui si apre il reale problema. Non dico che pretendono un contratto, per carità non siamo in Europa (o sì??), non dico ferie (non siamo dei lavativi), non dico neanche che pretendono chessò un permesso per malattia o per famiglia (famiglia??!?!? Non esageriamo adesso) ma almeno lo stipendio…almeno essere pagati per le proprie compentenze, per il proprio lavoro, per il semplice fatto di alzarsi la mattina, prendere la macchina o i mezzi, recarsi nel luogo di lavoro e fare qualcosa. Continua »
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