Chi salverà Palermo?
«Palermo 21 marzo 2013, anche Alberto se n’è andato, costretto ad abbandonare la nave. Credo che ora sia diretto verso la Svezia,o la Danimarca, o giù di lì. Neolaureato in ingegneria, una persona capace ed in gamba, saprà farsi valere. È il quinto caro amico che lascia Palermo nell’arco di un anno; è l’ennesima testa pensante che lascia il proprio paese».
Per i ventenni palermitani sono tempi duri, o forse lo sono sempre stati, ma comunque lo sono diventati ancora di più da quando la metamorfosi è stata definitivamente completata: sì, la loro città, abbandonate le vesti di metropoli e assunte quelle di piccolo paese di borgata, giace come una civita vecchia in un bell’angolo di Europa, quasi dimenticata dal Tempo: in cui tutto è ancora com’era una volta. Una fortezza che ancora resiste al progresso, e che tiene in ostaggio tesori dall’inestimabile valore, quali cicatrici riportate in valorose battaglie di epoche lontane e leggendarie, e che il tempo, prima o poi, si prenderà la briga di far sparire.
In questo contesto non v’è spazio per i giovani, per gli intraprendenti, per gli artisti. Non vi è vento favorevole per chi vuole proiettarsi in avanti. Che se ne faranno i giovani panormiti delle loro lauree, delle competenze d’avanguardia in un contesto così arretrato? Riuscirà il sistema a riassorbire e sfruttare tutta la ricchezza intellettuale dallo stesso prodotta? Non si può dire, ma non ci sono grandi e gloriose aspettative. Chi può continua a preferire abbandonare la nave. Continua »
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