Emma Dante savianeggia che è una bellezza, aspettando che Palermo sia degna di lei
Potenza della navigazione. Non è fresca la notizia, però è rimasta sul web. Così si legge sull’Huffington Post: “Mi sento un’ebrea nella Germania nazista degli anni 40”. Potenza dell’iperbole dovrebbe dirsi. È Emma Dante che parla e il suo Reich è Palermo.
Di lei si dice un gran bene in società: la più importante regista contemporanea, sia di cinema che di teatro, tanto è vero che ogni suo titolo – “Via Castellana Bandiera” è l’ultimo (vincitore della Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia) – risulta capolavoro in automatico. Solo che lei si sente una perseguitata e proprio a Palermo, lei che l’ha celebrata quella città coi suoi allestimenti, ha trovato i suoi carnefici: i blogger. Uno in particolare, Rosalio, dove s’è data notizia di un fatto inaudito: il flop al botteghino.
Di lei si dice un gran bene in società, è una personalità complicata, è affascinante, sarebbe perfetta come presidente della regione siciliana e ne farebbe l’isola della legalità e dei diritti, o qualcosa di simile, dove “far tesoro dei disagi e delle provocazioni”, se non fosse che tutta quella umanità di tasci o burini che dir si voglia non la capisce e rivolge a lei solo “cattiveria gratuita e immotivata contro di me”. Al punto di farla sentire – come ha scritto l’artista sulla sua pagina Facebook – “un’ebrea nella Germania nazista degli anni 40”. Continua »
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