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Sito: http://www.latrazzera.blogspot.com/

e-mail: pippovinci@libero.it

Biografia: Nato a Palermo (via Pitrè) il 30 marzo 1955, in una famiglia numerosa (5 figli); diplomato al liceo scientifico Galilei (quando era alla Palazzina Cinese); volevo fare l’ingegnere ma mi sono laureato in Agraria; insegnante di estimo dal 1985 al 1998 (Parlatore, Juvara, Rutelli, Balsamo); dirigente Tecnico Forestale della Regione siciliana dal 1999; né sposato né papà; mi sono occupato di riserve naturali, oggi di incendi boschivi; lavoro presso la splendida palazzina della forestale che si trova alle falde di Monte Pellegrino proprio all’ingresso dell’"acchianata della santuzza" e che voglio ristrutturare…(temo) devastandola!; ho viaggiato molto e amo scrivere diari di viaggio. Ad oggi ne ho accumulati 16 tra cui quelli relativi al Marocco (2) , al Perù, alla Patagonia, a Cuba, al Messico, alla Namibia; ho vissuto 1 anno in Tunisia per lavoro (1985-86); suono (male ) chitarra, piano e sax; quest’ultimo studiato presso le scuole di musica popolare Brass (Ciccio Marchese) e Kandisky (Wolker Stingmann); musicisti contemporanei preferiti Paolo Fresu e Stefano Bollani; ho praticato (in un lontano passato) pallavolo, pallacanestro e calcio, sempre a infimo livello; ho il brevetto advanced di sub (corso fatto a S. Vito lo Capo) e la mia immersione più remota è stata di fronte le coste della Patagonia, la più emozionante a S. Vito a 45 metri di fronte la Tonnara per visitare il relitto della “nave dei corani”; amo i deserti sia di sabbia (Tunisia e Marocco) che di erba (Scozia); amo studiare le lingue straniere (inglese, francese e spagnolo); leggo preferibilmente i classici visto che in passato ne ho letti pochi; odio le automobili, soprattutto quelle nuove, e quando ne compro una nuova la consumo fino alla morte (sua), uso molto il vespone old style; andavo spesso al cinema, ma non sopporto quelli che mangiano le patatine in sala; cucino il cuscus di verdure (abilità affinata in Tunisia), mi piace molto il vino rosso e mangio molto pesce perché fa bene; da tre anni curo il mio blog personale www.latrazzera.blogspot.com che comprende quattro pagine (home, politica, arte/cultura/folklore, sport) che accumula mediamente 900 visite uniche al mese; mi piace navigare sul web per scoprire notizie che non trovano spazio nei media italiani.

Pippo Vinci
  • I posteggi che non si usano!

    Quante volte avete visto (nell’ultimo mese) macchine posteggiate in doppia e terza fila, sul marciapiede, sulle strisce pedonali, sugli scivoli per gli handicappati ecc ecc? 100 volte? 200 volte? 1000 volte? 2000 volte? Ebbene. Se provate a chiedere ad uno di questi che sono i veri posteggiatori abusivi (ossia i proprietari delle auto parcheggiate in posti dove non dovrebbero parcheggiare) essi ripeteranno come una litania che «a Palermo non ci sono posteggi e non c’è alternativa alla sosta selvaggia».

    Niente di più falso. O, perlomeno, questa affermazione non è sempre vera. Prendiamo il caso del modernissimo ed efficientissimo parcheggio sotterraneo di piazza Vittorio Emanuele Orlando. Al Tribunale, insomma. Adiacente il frequentatissimo mercato del Capo.

    I posteggi che non si usano!

    La foto mostra il numero dei posti liberi in un qualsiasi sabato mattina. Vedete? Ben 207! A volte il numero sale a 256. Al costo di appena 1 euro e 60 l’ora… Giusto il tempo di fare la spesa, comprare il giornale e consumare una ricca colazione magari seduti al tavolino del bar. Continua »

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  • Palermo: vivibile fuori stagione

    Palermo: vivibile fuori stagione

    La città è vuota, le urla, le puzze e gli schiamazzi, si sono spostati sulla costa. Quella costa tanto affascinante e romantica in inverno quanto invivibile e caotica in estate. Addaura, Barcarello, Mondello, Isola delle Femmine, Sferracavallo, Baia del Corallo, Porticello ecc.

    La nostra città quindi fa il cambio di stagione e si scopre che quella “fuori stagione” è sempre più bella di quella “on time”.

    Via Libertà torna quasi ai fasti sereni della Belle époque, mentre ai tavoli dei pochi bar lungo il viale, i pochi avventori si godono fresco, silenzio, tranquillità e relax. Tutti in un unico drink, senza doversi spostare oltralpe per godere delle stesse cose.

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  • Un mare di record alla portata dei rosanero

    Oramai è sicuro: siamo lanciati di gran carriera verso la B.

    Ma visto che dobbiamo retrocedere facciamolo in modo clamoroso e storico. Ecco tutti i record (negativi) che il Palermo di Sannino e Gasperini si appresta a stracciare. Uno già è suo (peggiore sconfitta esterna: 0-9 a S Siro contro il Milan targato Gre-No-Li del torneo 50-51). Ma possiamo fare ancora meglio sopratutto se verrà confermato Ujkani per tutto il torneo.

    Ed ecco un elenco di alcuni record negativi per i tornei a 20 squadre:

    1. maggior numero di sconfitte (27 Venezia). Siamo già a 4 e mancano 33 partite;
    2. maggior numero di sconfitte casalinghe (13 Treviso). Siamo già a 1, e mancano 17 incontri al Barbera. La strada è in discesa;
    3. minor numero di punti in trasferta (2 Venezia). Siamo a 0 dopo 3 trasferte, bene;
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  • La carne di Ustica

    È impossibile mangiare carne (o formaggio) se si è turista nelle isole! Ustica, Lampedusa, Procida, Salina o Vulcano. Non importa: al ristorante è obbligatorio mangiare pesce. E per chi non ci sta ecco la tristissima fettina ai ferri, scongelata. E dire che le isole pullulano di macellerie (o carnezzerie). Ma nessun canale collega questi esercenti con i ristoratori.

    Ma che pesce si mangia nelle isole ad agosto? Fresco? No! Pescato dai pescatori locali? Non ce ne sono più di pescatori locali! Le ultime testimonianze risalgono ai tempi del «pesce spada pigghialu, pigghialu…» di Domenico Modugno.
    Insomma pesce scongelato, magari di provenienza oceanica pagato, però, come pesce fresco appena tirato fuori dalle acque cristalline a poche miglia dalla costa da immaginari pescatori del luogo! Continua »

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  • Democrazia e ragionevole dubbio

    Le elezioni vanno annullate anche se l’inganno scoperto è di lieve entità. Questo principio serve per salvaguadare al 100% l’unico strumento di democrazia rimasto in mano ai cittadini. Salvaguardarlo e proteggerlo come una specie in via di estinzione.

    Recentemente a Palermo si sono svolte le primarie per la scelta del candidato a Sindaco del centrosinistra. Vince Fabrizio Ferrandelli, ma subito si sollevano sospetti sulla regolarità del voto. Insomma ci sarebbero stati dei brogli.

    Si indaga e si scopre (e si prova) che allo Zen (popolare quartiere “popolare” alla periferia nord della città) in effetti il voto è stato alterato.

    Si riuniscono i garanti che annullano solo il voto del gazebo dello ZEN. Il resto va bene! Rivince Ferrandelli. Alla faccia di tutti i voti “onesti” dello ZEN voti che vengono buttati nel cesso. Ce ne sarà a stato almeno uno no? Niente, vale quanto quello degli imbroglioni: niente. Continua »

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  • Più veloce dei neutrini

    Ieri, smanettando tra le pagine del sito dell’Assemblea Regionale Siciliana alla ricerca di un disegno di legge, mi sono reso conto che la scoperta del CERN di Ginevra (ossia che la velocità della luce è superabile da da quella dei neutrini) è una bazzecola in confronto alla velocità con la quale la Prima Commissione dell’ARS discute, studia e licenzia masse ciclopiche di documenti.

    L’ordine del giorno della seduta del 20 settembre scorso prevedeva ben 22 punti: da esaminare dieci disegni di legge e ben dodici pareri di altre Commissioni su altrettanti disegni di legge.

    Ebbene, la Commissione, presieduta dall’On. Vinciullo, ha iniziato i lavori alle ore 12:20 (!?) e li ha conclusi alle ore 13:20. Quindi 60 minuti per 22 “esami”. Non ho letto l’intera relazione, e non so se si siano discussi tutti i 22 punti. Se così fosse significa che per ogni disegno di legge sono stati utilizzati appena due minuti e 49 secondi circa. Non credo che i neutrini avrebbero saputo fare meglio di Vinciullo e soci. Continua »

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  • Preconto?

    L’altro giorno sono andato al bar Alba di Mondello, quello nuovo aperto da poco al posto (chissàperché) del più antico e tradizionale Caflisch che pure faceva affari d’oro, sopratutto in estate e non solo. Comunque, finita la consumazione al tavolo (un toast ed un latte macchiato), ho chiesto il conto.

    E mi arriva un pizzino stampato simil scontrino con la somma da pagare ed una dicitura piccola in fondo che diceva: per lo scontrino fiscale rivolgersi alla cassa.

    Mi avevano portato il famigerato preconto, un pezzetto di carta senza alcun valore fiscale che molti di noi per ignoranza o per lagnusia, scambiano per scontrino fiscale.

    Ed io ho protestato dicendo che lo scontrino fiscale non lo deve chiedere il cliente, peraltro facendo la coda ad una cassa affollata di gente che paga, ma è obbligo del gestore emettere lo scontrino e consegnarlo al tavolo del cliente

    OVVIAMENTE, dopo la mia protesta lo scontrino è arrivato al tavolo. Ma quanti clienti fanno questo? Continua »

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  • Stadio (semi) vuoto, biglietti introvabili!

    A: «Pronto Gigi? Ciao sono Antonio».

    G: «Ciao Antonio, come stai? Come mai mi chiami?»-

    A: «Niente, volevo chiederti se martedì sera volevi venire a vedere la partita di Coppa Italia del Palermo».

    G: «Un’ottima idea, ma martedì è un giorno pesante al lavoro e non so a che ora potrò liberarmi».

    A: «Beh, allora facciamo così: martedì stesso nel primo pomeriggio mi chiami e decidiamo sul da farsi. Tanto ho letto che vendono i biglietti fino alle 21».

    G: «Va bene Antonio, spero di farcela, sarebbe bello! Ci sentiamo martedì».

    Arriva martedì ed arriva il pomeriggio di martedì. Gigi si è liberato
    all’ultimo momento ed i due amici trovano l’accordo per andare allo stadio a vedere Palermo – Parma di coppa Italia.

    Alle 19:30 si ritrovano davanti la rivendita Lottomatica di via Piemonte. Coda mostruosa e biglietti esauriti. I nostri eroi vanno allora alla rivendita di piazza Leoni. Stessa solfa: coda e biglietti esauriti. Continua »

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  • A Palermo funziona!

    A Palermo funziona!

    Quando uno di Palermo parte da Palermo, si aspetta di trovare, fuori dalle mura, un mondo perfetto dove tutto funziona e dove tutti rispettano tutti.

    Ed in effetti quello che si trova è quello che ci si aspetta. A volte anche di più. Ovunque il palermitano trova modo di verificare la ipotesi secondo cui a Palermo quello che c’è funziona male o non funziona per niente.

    Ma la sorpresa si ha quando si torna a Palermo. E ci si trova di fronte all’unica cosa che a Palermo funziona più e meglio di qualsiasi altra parte del mondo. Berlino e Milano comprese. È il recupero bagagli all’aeroporto di Punta Raisi. Non esiste al mondo analogo servizio più efficiente. E se esiste certo non è quello di Milano Linate dove si aspetta anche più di 30 minuti prima di vedere affiorare la sagoma della tua valigia. Da noi no! Tempo che scendi dall’aeromobile e giungi al nastro trasportatore ed ecco che la tua valigia è già lì che ti aspetta e forse ha già fatto un giro a vuoto sul tappeto mobile.

    Può essere mai? Sì può essere. Certo non succede sempre così, ma male che vada i tempi di attesa sono veramente ridotti.

    E il bello è che nessun palermitano lo nota e lo dice. Forse teme che Palermo possa perdere quel primato e quella fama di inefficienza che fa sentire tutti un po’ migliori degli altri considerati responsabili di tanta incuria. Invece dovremmo dirlo sia perché, oltre alla squadra di calcio, questa è l’unica cosa che da noi funziona a livelli di eccellenza, sia perchè è giusto fare un applauso a tutti quei lavoratori che fanno in modo che questo accada.

    Sia perché, infine, si potrebbe cominciare da questo per impegnarsi un po’ tutti al fine di rendere l’intera città efficiente almeno quanto i nastri
    trasportatori dell’aeroporto di Punta Raisi.

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  • Il villino

    Il villino

    Nei dintorni di Palermo, città dove vivo fin dalla nascita, c’è una mania molto diffusa: il villino. Il villino se lo possono permettere quasi tutti ma, principalmente, esso rappresenta una caratteristica peculiare del dipendente pubblico e del piccolo commerciante . I liberi professionisti ed i grandi commercianti hanno la villa.

    Prima caratteristica del villino è la durata della sua costruzione che ha i tempi di una opera pubblica di grandi dimensioni. L’intervallo di tempo che passa dallo scavo delle fondazioni al completamento del manufatto oscilla tra i due ed i cinque anni. Il motivo è semplice: il povero impiegato non ha sempre a disposizione il denaro per pagare i “mastri” e così i lavori si interrompono spesso in attesa che arrivino i famosi “arretrati” per un ricorso fatto anni prima contro la Amministrazione che ti campa. Ricorsi che durano lustri, ma che, alla fine, si vincono sempre. Continua »

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  • La palazzina della Forestale alle falde di Monte Pellegrino

    I croceristi che approdano a Palermo e la visitano mangiando e fuggendo sono tutti affascinati dalle bellezze della nostra città. Noi, che sappiano come era e come sarebbe potuta essere ci mostriamo sì lusingati, ma in cuor nostro rimpiangiamo le bellezze da Belle Époque, la Conca d’Oro, il fu profumo della zagara, le ville della via Libertà e così via.

    Tra venti, trenta o quaranta anni i croceristi, magari scendendo da una astronave della Costa-Galactica continueranno ad apprezzare quel poco che resterà e noi, o chi verrà dopo di noi, rimpiangeremo la Palermo degli anni dieci che non ci sarà più.

    Ma possiamo noi fare in modo che Palermo, almeno, mantenga i tesori attuali? Non dovremmo batterci per salvare il salvabile?

    Sìììì, ripondete in coro. Vi sento. E allora, rimbocchiamoci le maniche e segnaliamo quello che qualcuno vorrebbe toglierci dalla vista per riporlo solo nei nostri ricordi.
    Oggi vi segnalo un prossimo piccolo grande scempio. La palazzina della Forestale alle falde di Monte Pellegrino.

    La palazzina della Forestale alle falde di Monte Pellegrino

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  • Il gazebo di Aluia

    Il gazebo di Aluia

    Gentilissimo signor Aluia,
    sono (o ero?) un affezionatissimo cliente del vostro bar. Amo (o amavo ?) venire lì da voi ogni volta che mi è (era?) possibile perché amo il posto, amo la vostra cucina, la vostra pasticceria, la gentilezza dei vostri impiegati.

    Sedevo lì il sabato mattina (e non solo), sotto il bianco ombrellone a gustarmi un latte macchiato, mentre sfogliavo uno o due quotidiani, incrociavo il saluto degli amici che numerosi passavano di lì e studiavo la schedina dei sogni da giocare nella adiacente ricevitoria.

    Poi un giorno mi accorsi di “certi lavori” e cominciai a sospettare, a temere. Il sospetto divenne presto certezza e la certezza si trasformò in sgomento. Il sogno svanì.

    Un orribile carrozzone era sorto tetro e sgraziato al posto degli allegri e bianchi ombrelloni. Continua »

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