Piazza del voto
Si chiamava “Piazza del voto”. Molti dei palermitani over 35 dovrebbero ricordarla senza difficoltà. Era una sorta di esedra, piccola, di un centinaio di metri quadri rivestita di marmo bianco e grigio e circondata nel suo perimetro da una serie di statue di santi, al centro delle quali, se non ricordo male, campeggiava la Madonna. In relazione allo spazio circostante, erano piccole e insignificanti. Vi si accedeva per una scalinata anch’essa in marmo e forse eccessivamente sovradimensionata. Tutto intorno era il nulla indiscriminato riempito di giostre e di bancarelle di zucchero filato e di cubaita. Il mare non si vedeva e le baracche e le roulottes di servizio delle giostre formavano una cortina che ne impediva non solo lo sguardo ma anche l’accesso. Si trovava più o meno al centro del terrapieno che oggi è il prato del Foro Italico. È riemersa, tra i ricordi della mia infanzia, durante un pomeriggio passato tra totem e panchine in ceramica smaltata, duxsuasori, palloncini e asiatici che vendono aquiloni e bolle di sapone. Continua »
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