L’annuncio del biglietto unico giornaliero, effettuato in conferenza stampa congiunta tra Regione Siciliana e Comune di Palermo lo scorso 3 luglio, rappresenta un indubbio progresso per la mobilità nell’area metropolitana di Palermo. Basti pensare che il biglietto unico, nel capoluogo regionale, era sparito più di undici anni fa, a causa di contrasti tra Amat e Trenitalia che nessuno aveva saputo, fino a ieri, sanare.
Occorre certamente fare ulteriori passi in avanti verso una mobilità finalmente integrata, pensando, ad esempio, a titoli di viaggio orari o, viceversa, estesi a periodi più lunghi, sull’esempio di altre città italiane ed europee. Ma non c’è dubbio che l’evento rappresenti una svolta fondamentale, non soltanto perché agevola una buona fetta di utenza, ma anche perché scaturisce da un accordo raggiunto fra Enti che difficilmente si riesce a far dialogare. E dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi nell’aver visto, intorno allo stesso tavolo, rappresentanti del Comune e della Regione; circostanza piuttosto rara, ultimamente.
Nonostante ciò, non sono mancati lamenti e recriminazioni. Non soltanto sul web, patria degli “sciarriati con la contentezza” cronici, ma anche sulle pagine dei giornali. Abbiamo letto, ad esempio, sull’edizione palermitana di un quotidiano che il responsabile di una nota testata web cittadina lamenta, riferendosi al biglietto giornaliero, il “rischio” di pagare ogni mese «140 euro circa se lo acquisto ogni giorno per 26 giorni lavorativi». Continua »
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