Biografia: Giornalista freelance, fotoreporter e videoreporter. Negli anni ha collaborato con diverse testate giornalistiche, in ambito locale e nazionale: carta stampata (Repubblica, Giornale di Sicilia, Balarm, etc.); televisione (Citizen Report per RaiEducational, Tv News, TVT, Storie di Sicilia etc.), e web (Corriere del Mezzogiorno, Gds online, Repubblica, YouDem, C6 tv etc.). È anche una blogger, appassionata di new media e social networking, e in generale dei nuovi canali e strumenti di comunicazione. Ha una sana passione per l’inchiesta e il giornalismo indipendente, ma anche per la sua terra (la Sicilia, ovvio) “attraversata a penna e inchiostro” per raccontarne storie, tradizioni, personaggi, miti e leggende (nella sua trasmissione televisiva ‘Storie di Sicilia’), ma anche degenerazioni e corruzioni (in servizi di denuncia, reportage video e fotografici). Ha ricevuto riconoscimenti per «l’impegno giornalistico»: Human Rights Defender 2013 di Amnesty International; Premio Donna Palermo 2012 e Premio Verso lo Zenith 2012. All’età di 27 anni ha creato e diretto Zero91 magazine. Ama l’ambiente e gli animali («spesso – dice – anche più delle persone»). Altra cocente passione è quella per la ricerca scientifica indipendente: dal 2003 a fianco dell’Associazione Emmanuele per la Ricerca Scientifica si occupa di disinformazione scientifica e medica, contro gli interessi delle lobby farmaceutiche che gestiscono il “mercato delle malattie”, a favore di terapie complementari per la cura del cancro e delle malattie rare. Cita spesso Fava, nostalgica di un giornalismo che non si usa più. Il suo sogno nel cassetto: essere una giornalista di frontiera (almeno per un po’).
Sembra proprio che anche una giornata di sole e mare stia diventando un lusso per pochi. Da una punta all’altra della Sicilia i problemi relativi alle spiagge libere sembrano essere comuni: dall’assenza di servizi (come docce, bagni, cestini per i rifiuti, parcheggi autorizzati), alla presenza di parcheggiatori e venditori ambulanti abusivi, sino al problema dei rifiuti che rendono gli spazi insufficienti e invivibili. «Possibile che non importi a nessuno che a San Vito Lo Capo di fatto non esista più la spiaggia libera? – racconta Emma Fenice, avvocato trapanese che da anni frequenta la nota località balneare –. Una politica di abuso amministrativo, e il risultato è che per poter fare un bagno si sia obbligati a spendere un minimo di 15 euro per avere un metro quadro. Continua »
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