Abbiamo dimenticato quello che siamo
Un bicchiere di vino al tavolo di uno sperduto bar di provincia potrebbe far da scenografia a classiche chiaccherate che De Andrè ambienterebbe nei postriboli genovesi. Questa volta invece di “stramaledire le donne, il tempo ed il governo” (da “La città vecchia”) c’è toccato riflettere su noi stessi. Proprio come riscoprire un alter ego mai venuto fuori prima. Lui ha 26 anni, palermitano di nascita ed esistenza, una notevole professionalità artistica che lo ha portato a lavorare nei teatri europei senza mai dimenticarsi dove è nato. Uno di quelli che partono per tornare, non per lasciare. Parzialmente scettico nei confronti del futuro dell’isola, amareggiato(ma non arreso) da diversi anni passati a scuotere l’opinione pubblica giovanile panormita. Tristemente cinico verso istituzioni che non sempre sembrano ascoltare i neoelettori. “…alla fine mi ero stufato di parlare a gente che non sa chi è, sono stufo di confrontarmi con chi ha dimenticato chi è. Fra! Abbiamo dimenticato quello che siamo”. Un po’ stupita da una tale affermazione continuo la chiacchierata che nel frattempo aveva risvegliato l’atmosfera sonnolenta del nostro fido bar di provincia. Continua »
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