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Sito: http://www.salvatoregiambelluca.it/

e-mail: salvatoregiambelluca@gmail.com

Biografia: Sax, all'anagrafe Salvatore come mio nonno, come lui orgoglioso e testardo, per alcuni antipatico, per mia madre permaloso, per i miei vecchi professori distratto, per pochi romantico. Nato in un caldo giorno d'estate in Sicilia, venticinque anni fa, trascorro il mio tempo libero a leggere e scrivere, ascoltando musica, informandomi, condividendo idee, pensieri e riflessioni. Dopo le superiori a 19 anni vado via di casa, alla ricerca dell’indipendenza e dello stare da solo. Viaggio spesso, col mio inseparabile block-notes appunto la vita, la fotografo, se capita. Sportivo con la passione per la comunicazione, Internet e i social media. In un'altra vita sarò un giornalista, in questa faccio pratica.

Sax Giambelluca
  • Quando torno mi manca

    Quando torno mi manca. Sento quella sensazione che alloggia in fondo, molto in fondo. «Mi è mancata». Mi sono mancate le luci, le strade, quei vicoli, gli incroci, e sì anche i clacson. Non mi soffermo subito quando arrivo. Anzi prima ci litigo. Entro senza chiedere il permesso e mi dirigo dritto in casa avvilendomi contro il volante perché non trovo parcheggio. È tutto così familiare nonostante sia mancato un giorno, una settimana, un anno. Quando ritorno ogni cosa sembra al suo posto, persino quei sacchetti in strada che mi fanno scuotere la testa. Tornare è così, sembra che non sia cambiato nulla, o tutto. Mi guardo intorno. Mi piace farlo. Lo faccio spesso. Guardo quelle cose che quotidianamente fanno parte di noi ma non ce ne accorgiamo. Tempo fa ho letto una statistica impressionante di quanto non guardiamo il mondo che ci circonda. Non ricordo bene il dato. E anche se lo ricordassi non lo scriverei perché i numeri non mi piacciono. Però era assai. Continua »

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  • Supporto elettorale palermitano: “Se acchiana lui, cambia la città…”

    Mi sono sempre chiesto quale fosse quella tanto nominata salita che avrebbe portato il fortunato cittadino chiamato a risolvere i problemi dei palermitani.

    Fin da bambino quando andavo a comprare le patatine con mille lire e la signora mi dava il resto credevo che il termine “acchianare” fosse legato alla nostra Santissima.

    Eppure, senza troppo babbìo, crescendo ho capito che c’entrava qualcosa con quelli che alcuni chiamano: elezioni. Una parola non molto simpatica a cui noi palermitani preferiamo: votazioni. Io per esempio, quando ci sono le votazioni rimango affascinato da coloro che supportano quello che deve acchianare. In alcuni casi sono migliori dei candidati stessi. Continua »

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  • Riflessioni palermitane: “Vabbe’, chi ci fa…”

    «Vabbe’, chi ci fa…» con tanto di puntini di sospensione, è una di quelle frasi comunemente usate da noi palermitani, si proprio così. «Vabbe’, chi ci fa…» è una via di mezzo tra il tranquillizzare la persona con la quale stiamo interloquendo e il minimizzare – allegramente – l’azione che stiamo compiendo. E come molte espressioni sicule, possiede il dono dell’interpretazione. Dietro al «Vabbe’, chi ci fa…» si nasconde la chiave dei palermitani, quantomeno quella chiave che apre molte serrature. Avendo vissuto la vita fuori dalla nostra cara città, a tal punto da capire quali differenze si celano dietro il nostro modo di vivere e quello dei palermitani, ho analizzato parecchi modi di fare e comunicare che mi hanno regalato molti spunti di riflessione, uno di questi è proprio la frase che dà il titolo a questo post. Il «Vabbe’, chi ci fa…» è una di quelle espressioni che risiede sotto la categoria il Palermitano non va capito, va interpretato. Già, ma magari questa frase l’avrete già sentita o letta da qualche parte, o addirittura pensata. Sicuramente. Però a me piace. Continua »

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  • Anch’io voglio una città libera

    Lunedì scorso mentre guardavo la tv e una piazza del Duomo di Milano completamente gremita, venivo assalito dall’invidia. Già, invidia. Avrei voluto essere lì, in mezzo a quei ragazzi, quei padri di famiglia, quelle mamme che tenevano i figli per mano. Dentro di me mi continuavo a dire, tranquillo Sa, accadrà anche qui, accadrà anche per la tua città, abbi pazienza, vedrai che quello stato d’animo che stanno provando i milanesi, lo vivrai anche tu tra qualche anno, lo proverete anche voi palermitani, spero. Lo esclamo ad alta voce, e mi arriva una frase che mi gela, o quantomeno gela la mia speranza. «Figurati, siamo a Palermo, vincerà il solito idiota appoggiato dai suoi compari mafiosi che gli porteranno voti acquistati con i metodi più antichi del mondo che tutti noi conosciamo». Una volta sentita questa frase dentro di me si è come calata una barriera di pensiero, esclamando un «No! non ci credo, non può essere così, non questa volta, non oggi. No, dai». Continua »

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