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lunedì 24 feb

Archivio per la categoria 'Ospiti'

  • StataWe, una nuova app sulla gente social di Palermo

    StataWe è una nuova app per iPhone incentrata sulla raccolta di dati statistici relativi alla popolazione di un dato territorio e che interagisce sui social network.

    Nell’idea principale c’è di includere ed interconnettere alcuni dati statistici provenienti dai social network ma, per semplicità implementativa e per raggiungere quanto prima il rilascio sullo store di Apple, ho preferito partire ed includere al momento soltanto uno dei diversi aspetti di cui l’app sarà composta. Continua »

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  • In Sicilia si può (fare)

    Ho letto con molta attenzione l’articolo di Ugo Parodi Giusino apparso su Rosalio.it all’inizio di settembre e con molto stupore apprendo dai commenti dei lettori che l’atteggiamento dei siciliani nei confronti del successo è sempre molto discutibile. Chi vi scrive in passato ha già postato su questo blog e posso comunque definirmi un “collega” di Ugo anche se la sua impresa Made in Sicily è di un altro ordine di grandezza rispetto alla mia. Per questo motivo vorrei correre in soccorso del messaggio lanciato dal collega per ribadire dei concetti che andrebbero assimilati dai giovani siciliani per dare alla Sicilia un destino diverso da quello prospettato dai soliti pessimisti. Continua »

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  • Cara Palermo, io vado…

    Cara Palermo, ci conosciamo da ventitre anni, alcuni dei quali vissuti intensamente, pieni di amore, gioie, sole, spiagge fantastiche, cibo meraviglioso.
    Ventitre anni in cui hai tentato di donarmi il meglio che avevi da offrire, tutte le tue sfaccettature più belle, gli stralci di una vita millenaria che ti hanno cambiata, modificata, migliorata.
    Per qualche tempo, in passato, mi sono rifugiato sul tuo seno, come un figlio che cerca protezione dalla madre da tutte le cose negative che la vita gli pone nel corso del suo cammino. Ultimamente, invece, non so cosa sia successo. Non so se stai male, se è un tuo modo di fare che mi hai tenuto volutamente nascosto o se ti sei fatta condizionare dalle persone che ti circondano, ma la realtà dei fatti è che non ti amo più. Continua »

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  • “Quello che non ti aspetti” al Teatro Biondo Stabile

    Il Teatro Biondo, si sa, è il teatro stabile della città di Palermo. E di stabilità negli anni ne ha ammassata tanta, tantissima, fin troppa. Da un anno con l’insediamento del nuovo direttore Roberto Alajmo, che questo blog ben conosce essendone stato scrittore, il processo è stato quello di alleggerimento, di apertura. Come le finestre sornione del teatro che per anni hanno guardato con sguardo pigro la trafficata via Roma, e che finalmente da un po’ di tempo a questa parte respirano e si spalancano.

    Quello che non ti aspetti

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  • Chiudere la Favorita alle auto è logisticamente impossibile

    Il dilemma si ripropone da sempre. Abbiamo il più grande parco urbano d’Europa e non sappiamo come sfruttarlo. Sulla Favorita ne sono sentite di tutti i colori, al di lá degli schieramenti politici. Ultima in ordine cronologico la chiusura alle auto. Un provvedimento che fu preso in considerazione già dall’amministrazione Cammarata, e che contestai già allora con una motivazione ben precisa: chiudere la Favorita alle auto è logisticamente impossibile. Renderebbe difficilmente raggiungibile Mondello, intasando irrimediabilmente tutte le zone limitrofe, dall’Arenella a Tommaso Natale. E soprattutto il Parco così com’è resterebbe poco fruibile, senza lo sviluppo di servizi accessori. Continua »

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  • Una notte all’Ospedale Civico a Palermo

    Mia moglie ha 40 di febbre. È l’1:40 di notte e la sento sofferente accanto a me, emana un calore che non ho mai sentito prima emanare da un essere umano: «Sto male» dice. È una delle prime volte che glielo sento dire in sette anni. «Sto male» ripete. La tocco, prima sul petto, poi sulle guance e sulla fronte. Sta scottando. Mi alzo di scatto dal letto, sveglio mia madre, siamo a casa sua, e torno nella nostra camera: «Dai andiamo forza!» la esorto. «Ma dove?». «Come dove??? All’ospedale». «Non mi sento». «Avanti…ti porto io». In cinque minuti siamo in macchina. Lei è seduta davanti e mia madre guida, verso la salvezza…l’ospedale Civico di Palermo. Il calore del corpo di mia moglie ha fatto appannare i finestrini del suo lato della macchina. È china con le braccia appoggiate sulle gambe mentre mia madre guida cercando di non perdere troppo tempo, ma senza correre troppo. Dopo 30 minuti arriviamo in ospedale. Non siamo mai stati al pronto soccorso del Civico, e non si capisce come ci si arriva con l’auto. Dopo essere finiti con la macchina nei garage ci arrendiamo e facciamo un tratto a piedi. Continua »

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  • Progetti privi dei presupposti necessari sono destinati al fallimento

    A Palermo, in piazza Indipendenza, quasi all’angolo con corso Calatafimi, c’è una targa che ricorda Francesco Paolo Di Blasi.
    Questo avvocato palermitano, teorizzatore di una limitazione dei privilegi del clero e della nobiltà siciliani, cercò di mettere in pratica nella sua città le idee messe in circolazione dalla rivoluzione francese.
    Ma come spesso accade a certi intellettuali, soprattutto a quelli meridionali (che, privi come sono di concretezza, del senso della realtà, del concetto di fattibilità, non considerano la differenza che c’è tra un’idea e la sua realizzazione, risultando in tal modo non solo inutili ma anche pericolosi, per sé e per gli atri), non considerò il contesto nel quale si muoveva, un contesto nel quale l’Illuminismo non aveva creato nessuna forza capace di contrapporsi al sistema feudale, introdotto in Sicilia dai Normanni. Continua »

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  • Ballarò non è un verbo al futuro

    Ballarò non è un verbo al futuro

    Massimo Giannini l’ha fatta grossa. Nel corso della prima puntata di Ballarò, succedendo a Giovanni Floris, in un impeto ben augurale a tutti i costi, nel corso del siparietto camuffato da intervista con Roberto Benigni, ha attribuito al nome della sua trasmissione il significato di un verbo declinato al futuro.

    Cosa ignora Giannini brucia un po’ di più a noi palermitani, che uscendo dalla premessa un poco provinciale che il nostro è il meglio e come tale deve essere conosciuto universalmente, speravamo in una maggiore reattività dell’ottimo professionista ex vice direttore di Repubblica. Continua »

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  • Il prototipo del testa di *bip* a Palermo (quello che si sente figo)

    Partendo dall’alto:

    • capello cortissimo ai lati e lunghissimo in alto con ciuffo enorme vaporoso o in alternativa tirato all’indietro con chili di lacca;
    • barba enorme da spartano;
    • baffetto sottile arricciato da toccare continuamente come fosse un gatto;
    • camicia (rigorosamente orrida con fantasie hippie anni 70) chiusa fino a non potere deglutire;
    • orologio Casio (quello che fino all’anno scorso usavano i lavavetri) color oro;
    • tatuaggio rigorosamente colorato e marinaro sull’avambraccio;
    • pantalone asciuttissimo di dubbio colore (senape, giallogno o roba simile);
    • svoltina tipo inondati del Venezuela;
    • calzina che non è ne corta ne fantasmino, rigorosamente bianca;
    • Vans stretta fino a fare spuntare le varici nei polpacci;
    • per finire, foto e selfie solo con effetti sporchi ingialliti e vecchi.
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  • La catena dei libri reinterpretata alla palermitana

    «Se mi taglio esci tu! Ti amo»

    Una catena (di Sant’Antonio) ci seppellirà, anche io mi appresto ad elencare le dieci letture che hanno cambiato la mia vita:

    1. Se mi taglio esci tu – Tano Zen;
    2. Non posso fare almeno di te – Mimmo Ballarò;
    3. Io per te muoro – Caterina Munnizza;
    4. Mona mour – Emile Schifiè;
    5. Questo amore immenzo per te – Salvo Ruborgo;
    6. Io e te siamo un quore solo – Maria Di Capo;
    7. Prova ha d’amarmi – Filippo Santocannolo;
    8. Ta firi tu? – Jhon Trafic;
    9. Uellcom tu Vucciria – Mike Garrafael;
    10. Sangu mio – Pino u’ Cassatino.

    Nomino a mia volta il Genio di Palermo, Santa Rosalia e Franco ‘u Vastiddaru.

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  • Il cartello di Rap in via duca della Verdura

    Il cartello della Rap in via duca della Verdura

    Il cartello di Rap affisso sopra un cumulo di spazzatura in via duca della Verdura (pieno centro abitato servito dal porta a porta) serve a farci capire un po’ di cose, non ultima quanto sia difficile garantire la raccolta differenziata in assenza del rispetto delle regole da parte di una inossidabile minoranza di cittadini e senza adeguati controlli da parte del Corpo di Polizia Municipale. Continua »

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  • Palermo e il piano regolatore che verrà

    Palermo e il piano regolatore che verrà

    Si ricomincia.
    Giorno 25 ottobre si terrà il 5° Electronic Town Meeting dedicato questa volta al nuovo piano regolatore di Palermo. In questo mese e mezzo come di consueto vi terremo informati con interviste, passeggiate di quartiere, incontri pubblici e riflessioni.

    Con questo articolo iniziamo ad affrontare il racconto, e il commento, delle “Direttive Generali per la formazione del nuovo Piano”, documento approvato nel 2012 e di fondamentale importanza per lo strumento che guiderà tutte le trasformazioni e gli usi del suolo della Palermo di domani.

    Per chi fosse poco informato o finora poco interessato ad argomenti del genere basta dire che essendo il piano regolatore la legge fondamentale di una città, sarà responsabilità di tutti noi fare in modo che questo venga pensato, disegnato, redatto al meglio, perché, una volta approvato, ognuno di noi nella vita di tutti i giorni dovrà sbatterci la testa e fare i conti con esso, dai servizi che pretenderà di avere, alle regole che dovrà seguire per costruire, ristrutturare, usare un luogo o uno spazio pubblico o privato.
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  • Comunicare il rischio è anche assumersi il rischio di comunicare

    Dal 3 settembre 2014 sul sito del Comune di Palermo è disponibile un avviso che invita tutti i palermitani a prendere visione e pronunciarsi sulla nuova cartografia di protezione civile, relativa alle aree di attesa della popolazione in caso di emergenza o calamità.

    Dal lontano 2001, anno di approvazione del piano comunale di protezione civile della città di Palermo, si attendeva la pubblicazione di queste zone sconosciute ai più, e la divulgazione alla popolazione attraverso l’attivazione di una campagna informativa. La rilevanza di queste informazioni appare quanto mai evidente considerato che la città è esposta al rischio sismico e idrogeologico tanto che la consultazione, avviata online dall’amministrazione comunale, rappresenta un atto dovuto nei confronti della cittadinanza.

    Non vogliamo entrare nel merito della nuova cartografia dal punto di vista tecnico, in quanto tutti siamo chiamati a farlo utilizzando la mail dedicata protezionecivile@comune.palermo.it, ma come cittadini palermitani consideriamo irricevibile il documento di accompagnamento del provvedimento, destinato a spiegare i motivi dell’iniziativa e l’importanza della conoscenza delle aree di attesa. Continua »

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  • Votate per “Expo 2015 sarà per Milano un’occasione straordinaria?”

    Expo 2015 sarà per Milano un’occasione straordinaria? è un post con cui ho vinto un concorso sull’Expo, e che adesso è in finale al Blogfest nella categoria miglior articolo. Ne sono molto orgogliosa e vi spiego perché.

    Quando ho scritto Expo 2015 sarà per Milano un’occasione straordinaria? non si parlava ancora molto di Expo 2015. Poco dopo purtroppo sì, ma più per gli scandali legati alle mazzette, tanto che sul web girava una foto di San Vittore con su scritto «Il primo padiglione è pronto».

    Il mio articolo è composto soltanto da domande, 46 per l’esattezza. Mi sono chiesta da 46 angolazioni diverse come reagiranno Milano e i milanesi all’Expo.

    «Quante lingue si parleranno sullo stesso tram? Le maghe di Brera stanno imparando l’arabo, il russo e il giapponese? I senzatetto moriranno di fame anche durante l’Expo? E le modelle mangeranno di più? Troveremo una mattina il dito medio di Cattelan sporco di nutella?».

    Ma l’Expo a Milano durerà soltanto sei mesi, dopo i quali tutto tornerà al suo posto, e allora mi sono anche domandata se Milano riuscirà a cogliere l’occasione più straordinaria che le viene offerta.
    Quella di smetterla di fare la prima della classe con il resto dell’Italia.

    Milano ammetterà di poter rappresentare le eccellenze italiane davanti al resto del mondo, anche grazie al contributo del resto dell’Italia e degli italiani?

    “Milano cuore d’Europa” o “Milano cuore d’Italia”?

    Da palermitana che vive e lavora a Milano da 18 anni, spero di sì. Continua »

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  • A Palermo tutto è fuori posto

    Immagino l’espressione algida di un’intera famiglia di tedeschi capace di non far trapelare neppure una smorfia di sdegno. Qualche cinese di certo avrà pensato bene di immortalare la scena degna del più grande film tragicomico pensato nella storia dei film tragicomici. Alcuni americani si saranno chiesti perché “lui” sì e un bar no. Nel volto dei musulmani, invece, riesco a scrutare l’invidia di chi ha intenzione di emulare nelle proprie moschee. Il palermitano non se n’è neppure accorto.
    È un giorno come tanti a Palermo. I turisti battono a tappeto la zona del Centro storico, tra Quattro Canti e mercati tipici, fino alla Cattedrale. Qui stranamente, il silenzio tipico di questo luogo sacro è raddoppiato. Sembra quasi di ritrovarsi in un film muto in bianco e nero. Eppure in casi come questo è d’obbligo, perché quando non bastano le parole è meglio tacere. In prossimità dell’altare, una freccia indica la direzione dietro il tabernacolo. A chiare lettere si legge “WC Toilette”. “Gentili” penso subito, gli adepti dell’arcidiocesi hanno pensato di scriverlo in inglese così da poter essere compreso da tutti. Vedo turisti stupiti. Io invece non lo sono affatto.
    Qua a Palermo ogni cosa è fuori posto. Continua »

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  • Nino, continui a fare “‘u ballerino” e non “‘u truffaldino”, Palermo ha anche il suo volto

    Nino, continua a fare “'u ballerino” e non “'u truffaldino”, Palermo ha anche il tuo volto

    E se vi dicessi che il suo vero nome è Antonino Buffa? Lo so non vi dice nulla. Troppo comune e insignificante per incarnare colui che a Palermo è considerato il Re del cibo da strada. Infatti, come ogni star che si rispetti, si è corsi subito ai ripari attribuendogli un nome d’arte inconfondibile, un marchio a fuoco, che profuma di frittura e ha il gusto “maritato” del panino con la milza. Nino ‘u ballerino è focaccere da quattro generazioni, “s’annaca” durante la “conzatura” del panino (da qui “u ballerino”) e qualche tempo fa ha lasciato le sue panelle per un giorno per intrattenere una lezione universitaria sullo street food. Dalla friggitoria di corso Finocchiaro Aprile a Palermo alla cattedra della Bocconi di Milano.
    Eppure, nonostante la fama mondiale del suo pani ca meusa, di panelle e cazzilli, della sua rosticceria, Nino rappresenta il palermitano doc e non solo quello che ha nelle vene olio di frittura bollente, zibibbo e un po’ di sano colesterolo. Nino ha in sé il gene primordiale. Quella palermitanitudine che contraddistingue Buffa così come Giuseppe, Salvatore, Filippo, Domenico, Lia, Vincenzo, Lucia, Caterina, Gaetano e che può declinarsi in un unico modo: furbizia. Perché a Palermo sei furbo e lo sei dalla nascita, sei furbo più degli altri e non puoi essere fregato, al massimo fregherai. Continua »

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  • Facciamoli andare via, loro sono la nostra primavera sicula

    Ugo è una persona che stimo molto ma che non ho avuto ancora modo di conoscere personalmente.

    Purtroppo questa volta mi trovo in parziale disaccordo con lui.
    Lavoro con gli aspiranti imprenditori da diversi anni ed ho ascoltato migliaia di “idee d’impresa” di giovani siciliani (e non solo) che vogliono provare a fare la differenza. Spesso le idee sono immature, a volte troppo precoci ma nella stragrande maggioranza dei casi *insostenibili* e credo di aver intercettato una delle motivazioni: non sanno neanche da dove cominciare, non hanno guida e metodo. Il problema non sono “i soldi” per partire perché ricordo che qualcuno un giorno mi disse: «Sai qual è il modo migliore per far fallire una startup? Fargli un bonifico e stare a guardare». Continua »

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  • La Sicilia affonda? Non andate via, è il momento giusto per investire

    La Sicilia affonda? Non andate via, è il momento giusto per investire

    N.d.R. (nota di Rosalio): il post è stato inizialmente pubblicato sul profilo facebook dell’autore e non era rivolto al pubblico. Dopo avere richiesto l’autorizzazione per la pubblicazione all’autore è stato postato nella categoria Ospiti. Il titolo non era presente nel post originario ed è stato aggiunto da Rosalio.

    Dopo un bel viaggio all’estero, mi collego e i primi link che leggo rimandano ai soliti articoli sulla Sicilia che affonda e sui giovani che per salvarsi hanno una sola speranza: andarsene… Pensatela come volete, ma fa comodo scaricare la colpa sugli altri, specialmente sulle “vecchie generazioni” che limiterebbero la crescita dei giovani!
    Io non ho mai creduto a questa versione della storia. Vedo piuttosto delle persone al massimo del loro potenziale creativo e lavorativo (che si raggiunge a 25 anni), che amano continuare a farsi trattare da ragazzini. Ma guardiamo un po’ fuori dall’Italia, nessun giovane aspetta che qualcuno gli lasci il posto, se lo prende!! È questo secondo me l’atteggiamento giusto e mi rifiuto di pensare che sono l’unico a vederla in questo modo. Niente mi sprona quanto l’idea, dopo un bel viaggio, di tornare a casa e lavorare davanti al mare di Mondello.
    Inutile dirlo, se ci affidiamo all’attuale struttura imprenditoriale siciliana o ancora peggio al “posto pubblico” è morte certa. Questo è il momento giusto per investire in Sicilia, senza aspettare che sia qualche politico a dircelo, e io spero che fra qualche anno saranno proprio le nuove generazioni a prendersi questa terra con tutte le sue ricchezze senza dover chiedere il permesso a nessuno! Continua »

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  • DeRiva Focus sulla costa sud palermitana

    DeRiva Focus sulla costa sud palermitana

    «Sovente una riviera
    raggia d’astri solenni,
    bugni di zolfo sul mio capo
    dondolano.
    Tempo d’api: e il miele
    è nella mia gola
    fresca di suono ancora.
    Un corvo, di meriggio gira
    su arenarie bige.
    Arie dilette: cui quiete di sole
    insegna morte, e notte
    parole di sabbia,
    di patria perduta».

    Salvatore Quasimodo da Erato e Apollion

    DeRiva ovvero l’abbandonarsi per inerzia al corso degli eventi finendo con l’allontanarsi da forme di vita ordinate e regolari.

    Tutto ebbe origine dal caos. O tutto ebbe fine col caos. O dalla deriva dei continenti. Quel che proveremo a raccontarvi e a raccontarci nella pagina Facebook DeRiva – Focus sulla costa sud palermitana, è il degrado da “patria perduta”alla quale ho assistito con l’amico d’avventura Massimo Mirabile, percorrendo a piedi i 13 km della costa sud palermitana che va dal piano di Sant’Erasmo alla borgata marina di Aspra (Bagheria), passando per Romagnolo, Bandita, Acqua dei Corsari e Ficarazzi. Continua »

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  • Deturpazione di luoghi meravigliosi

    Deturpazione di luoghi meravigliosi

    Scrivo per rabbia, per delusione e per l’amore che provo per questa mia Palermo.

    Da quando sono qui in vacanza (circa un mese e mezzo) quasi ogni sera vado a Isola delle Femmine per fotografare i tramonti splendidi che quest’angolo di Palermo offre.
    Spettacoli che lasciano a bocca aperta, spettacoli che la natura regala a chi di questi doni non è degno. Continua »

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