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lunedì 24 feb

Archivio per la categoria 'Ospiti'

  • Rosangela

    «Nni ‘stu supermercato su’ tutti fuoddi! Unu nurmali ‘un c’è». Questo pensò fra sé il venditore di sale quando alle 13:30 spaccate, puntuale come ogni giorno, vide entrare nel parcheggio del Carrefour, la Smart guidata dalla signora Rosangela.

    «Pi carità ‘u primu fuodde sugnu iu» aggiunse, sia perché lo pensava davvero, ma soprattutto, per rafforzare quel senso di appartenenza al microcosmo che quella porzione di via Lanza di Scalea rappresentava per lui.

    Puntuale come un orologio svizzero, tutti i giorni alle 13:30, la signora Rosangela si recava al Carrefour e più che far la spesa vi trascorreva un’ora a spingere il carrello lungo tutti i corridoi del supermercato. Continua »

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  • Scene di ordinario degrado urbano

    Scene di ordinario degrado urbano

    Davanti a situazioni come questa (la foto l’ho scattata ieri mattina in viale Strasburgo, quasi all’angolo con via De Gasperi) vorrei porre una semplice domanda, tramite Rosalio, al sindaco Orlando: c’è qualcuno, a Palermo, che risponde del degrado urbano di cui questa foto non è che una delle numerosissime evidenze? Se questo responsabile esiste, in che modo ne risponde? Ho la sensazione che in questa città, dove si vive alla rovescia, dove ogni giorno si assiste ad episodi propri del teatro dell’assurdo, chi ricopre ruoli di responsabilità nel settore pubblico non abbia nemmeno la consapevolezza del significato della parola “responsabile”, del fatto che questa voglia dire “rispondere del proprio operato”, tanto di ciò che si fa quanto di ciò che non si fa. Un cordiale saluto.

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  • Guardate negli occhi le prostitute della Favorita

    Salve lettore palermitano e no, come detto già altre volte io pongo domande, per lo più folli, solo a me stesso.
    Forse non oso farlo, non ho il coraggio o forse, ad esser sinceri, non ho proprio la voglia di rivolgerle ad altri, tanto è lo sdegno e la stanca incomprensione.
    Questa volta il mio alter-ego mi chiede il perché, sotto gli occhi di tutti, per le vie della Palermo by night (e non solo), vi siano delle prostitute.
    “Sotto gli occhi di tutti” non è una locuzione che tende a sottolineare la perdita del decoro e della morale della città ma piuttosto serve ad esprimere l’incredulità sul fatto che queste donne siano lì. Stanno in quei incantevoli luoghi della Palermo da visitare e della Palermo del tempo libero, poiché sfruttate. Tutti lo sappiamo.
    La cosa è nota all’opinione pubblica ed alle autorità pubbliche.
    Le auto delle forze pubbliche passano dalla Favorita…..le auto blu dei politici passano dal Foro Italico….adesso non voglio fare la banale e retorica morale ma pensandoci bene è sempre un’assurdità che possiamo costatare ogni giorno. Continua »

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  • Si gira “War’s Sunrise”

    Dopo i risultati raggiunti con la web serie Shadows of the Plague ho deciso di dare inizio alle riprese di War’s Sunrise, il mio primo cortometraggio di guerra con la collaborazione del club Terronisti soft air di Palermo. Io ed il mio staff abbiamo iniziato a girare il 5 agosto all’aeroporto abbandonato di Birgi.

    Si gira “War's Sunrise”

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  • Mafia export

    Mafia export

    «Non vedo, non sento, non parlo», questo è uno dei messaggi più gettonati nella produzione di souvenir “made in Sicily”.
    Bancarelle, negozi, botteghe artigiane, sono letteralmente invasi da merchandising a tema: magneti, grembiuli da cucina, tazze per il the, borse da mare, teli da spiaggia, t-shirt, boule de neige e quant’altro, rigorosamente in “Mafia style”. Ma la cosa tragicomica (più tragica che comica) è che questo tipo di mercato ha grande presa sui turisti. La statuetta del mafioso con la lupara in mano è di gran lunga la più venduta, da anni. Chissà quanti turisti l’avranno in bella mostra nelle proprie vetrinette. In Germania, in Svezia, in Giappone, in America… In seconda posizione la maglietta con la stampa della famiglia mafiosa (padre, madre e figlio) e, in carattere strong, l’immancabile testo: «In Sicilia sugnu». Continua »

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  • L’illusione delle “spiagge libere” in Sicilia

    L'illusione delle “spiagge libere” in Sicilia

    Sembra proprio che anche una giornata di sole e mare stia diventando un lusso per pochi. Da una punta all’altra della Sicilia i problemi relativi alle spiagge libere sembrano essere comuni: dall’assenza di servizi (come docce, bagni, cestini per i rifiuti, parcheggi autorizzati), alla presenza di parcheggiatori e venditori ambulanti abusivi, sino al problema dei rifiuti che rendono gli spazi insufficienti e invivibili. «Possibile che non importi a nessuno che a San Vito Lo Capo di fatto non esista più la spiaggia libera? – racconta Emma Fenice, avvocato trapanese che da anni frequenta la nota località balneare –. Una politica di abuso amministrativo, e il risultato è che per poter fare un bagno si sia obbligati a spendere un minimo di 15 euro per avere un metro quadro. Continua »

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  • Status di “Va’zappa” (WhatsApp) a Palermo

    Status di “Va’zappa” (WhatsApp) a Palermo

    Che noi palermitani tendiamo a farci riconoscere ovunque andiamo, si sa, è un dato di fatto. Sarà che la scuola poetica siciliana da anni è motivo di vanto per noi abitanti della Trinacria, ma il palermitano tende a rivendicare quella capacità linguistica a tal punto da universalizzare perfino il proprio dialetto.
    Nell’era dei social network, anche i più conservatori si sono dovuti adattare a parole come hashtag, facebook, selfie e il tanto fantomatico WhatsApp che – tra i più intimi- ha suscitato risa nella sua formula palermitana “Va’zappa”.
    Sembrano passati secoli da quando la vecchia chat di Msn (Messenger) richiedeva di scrivere sotto il proprio nickname, uno status.
    Poi è arrivato WhatsApp e nel rituale d’iscrizione è comparsa – puntuale – la stessa richiesta di scrivere questo famoso “stato”.
    La seguente richiesta che sa molto di “ufficio anagrafe” ha così decretato la distinzione dei palermitani-cyber nelle seguenti categorie. Alcuni hanno perfino preferito mantenere la propria impronta del sud, altri invece preferiscono l’italiano dantesco. Continua »

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  • Lettera aperta alle istituzioni palermitane

    Care istituzioni palermitane, ecco un racconto che dovrebbe farvi indignare (spero).
    Ore 9: felice, con un bel sorriso stampato sul viso, esco da casa e salgo in auto.
    Percorro il primo pezzo di strada e in viale Strasburgo, sempre sorridendo, rifiuto di comprare del sale all’angolo con via Belgio.
    Proseguo per via Restivo e per ben due volte devo dire “no, grazie” a chi vuole lavarmi il vetro. Procedo per via Sciuti, dribblo una vespa, poi una bici che da sinistra si porta sulla destra, un’auto posteggiata in doppia fila (che, in allegra compagnia con altre auto, riduce la carreggiata ad una sola corsia, rallentando così la circolazione) e di nuovo rifiuto un’altra offerta di vendita (questa volta di rose).
    Giungo all’angolo con via Notarbartolo e il traffico molto intenso mi fa attraversare l’incrocio a passo di lumaca.
    Finalmente percorro via Terrasanta, poi via Cusmano e già il mio bel sorriso iniziale era scomparso. Continua »

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  • Al fiasco del Piano Giovani i siciliani rispondono

    Al fiasco del Piano Giovani i siciliani rispondono

    I ragazzi che hanno deciso si partecipare al Piano Giovani hanno dovuto fare i conti con le mancanze delle nostre amministrazioni pubbliche e dei nostri assessorati regionali. Si sono scontrati con l’incompetenza dei centri per l’Impiego che, a seconda della Provincia, a volte rilasciavano la Did e il Patto di Servizio contestualmente, a volte fornivano soltanto la Did per mancanza di carta o di tempo, a volte retrodatavano il Patto di Servizio alla data della Did o, ancora più spesso, mandavano a casa le persone a mani vuote e una nottata di turno alle spalle.
    Alle incongruenze illogiche per il rilascio del Patto di Servizio, a cui si è cercato di supplire con un servizio on line che funzione a singhiozzo, si aggiunge l’inefficienza della piattaforma informatica di Italia Lavoro che ha abortito la seconda finestra di tirocini sul nascere, lasciando in bocca, a quanti ci hanno “voluto” credere, l’amaro che solo una “ordinaria” delusione può lasciare e lo sconcerto per avere irrimediabilmente perso il proprio tempo davanti ad una “ordinaria” inefficienza della Regione Siciliana e di quanti la rappresentano politicamente e amministrativamente. Continua »

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  • Accenture Outsourcing: #262acasa

    Calda estate per 262 lavoratori della multinazionale Accenture Outsourcing, con sede in via Ugo La Malfa, Palermo: gli impiegati, infatti, stanno consumando un dramma iniziato sul finire dello scorso anno e che oggi sembra essere giunto al peggiore epilogo immaginabile.

    Accenture

    Bt Italia (British Telecom), che ha piantato radici in Sicilia nel 2000, grazie anche agli incentivi regionali erogati, ha deciso di rescindere anticipatamente la commessa per la gestione del suo customer care, consegnato ad Accenture nel 2005, a seguito della cessione del ramo d’azienda. I dipendenti, protagonisti della vicenda, che, in questi anni, forti di un contratto a tempo indeterminato, hanno ipotecato il loro futuro, creando una famiglia,impegnandosi con mutui, prestiti ecc., adesso non hanno più alcuna certezza per il loro futuro. Continua »

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  • Miracolo sulla 806

    Era una mattina, una calda mattina di luglio. Roberto era pronto per uscire, ma, come spesso accade, non aveva ancora pensato a una meta. Gli capitava spesso di uscire e camminare, lasciando che i suoi passi lo guidassero attraverso i volti della gente e i luoghi che fanno loro da cornice. In fondo Palermo è piccola e spesso per trovare ispirazione devi camminare. Appena uscito dal portone Roberto pensò istintivamente di andare verso il centro, dove i volti sono molti e le storie nascono ai semafori. Roberto aveva con sé un biglietto dell’Amat, quel biglietto che tiene da mesi nel portafoglio per tutte le volte che ha rinunciato a prendere l’autobus per via della lunga attesa. In quella calda mattina di luglio un autobus lo avrebbe sicuramente aiutato a raggiungere il centro città, risparmiandogli la fatica che stanca la mente. Ma quella mattina, forse per volontà del destino, passò accanto a lui un 806, la linea che porta a Mondello. Istintivamente Roberto salì sull’autobus, obliterò il biglietto e prese posto sul primo sedile, quello accanto al conducente, quello su cui sedeva sempre da piccolo perché gli dava la sensazione di guidare lui stesso l’autobus.

    Miracolo sulla 806

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  • Il Comune e le fatiche di Sisifo

    Il Comune e le fatiche di Sisifo

    Vorrei chiedere al nostro signor sindaco perché, quando vengono effettuati lavori di diserbo e pulizia, specialmente presso la nostra martoriata circonvallazione, non esiste alcun coordinamento tra coloro che ammonticchiano immondizie e fogliame e la Rap, cui dovrebbe competerne (ritengo) l’immediata raccolta.
    Così, sotto gli occhi di tutti, oltre ad assistere alla snervante lentezza con cui vengono effettuati questi lavori di manutenzione (peraltro discontinuamente), si osserva che – per giorni ed anche settimane – tutto il “raccolto” rimane lì, abbandonato in balia del vento e degli eventi.
    Così pure la medesima immondizia si disperde nuovamente per essere ancora ri-raccolta e poi ri-dispersa e poi ri-raccolta, ecc. ecc. – ciclicamente – in un incalcolabile spreco di energie e di costi per il Contribuente, lasciando – di fatto – i luoghi in uno stato di indecoroso sudiciume.
    Una fatica di Sisifo, per l’appunto. Continua »

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  • “L’altro”, concetto completamente estraneo a molti palermitani

    Quest’anno, dopo tanto tempo, sto trascorrendo un periodo significativamente lungo a Palermo.
    Per muovermi in centro preferisco andare a piedi; ci sarebbero i mezzi pubblici (ai quali ricorro abitualmente) ma, tenuto conto dei tempi di attesa alle fermate e di quelli di percorrenza, muoversi a piedi è la soluzione migliore.
    Mi capita comunque, anche se raramente, di dover fare ricorso all’auto e in quelle occasioni, prima di mettere in moto, faccio sempre il pieno di pazienza, che in questo caso rappresenta un elemento molto importante, quasi quanto il carburante.
    Guidare l’auto a Palermo significa però non solo avere a che fare col traffico di una città caotica, una città nella quale il numero delle auto in circolazione è decisamente sproporzionato rispetto a quelli che sono gli spazi disponibili.
    Guidare l’auto a Palermo significa, soprattutto, prima di tutto, sperimentare un aspetto centrale di quello che è il modo di pensare di gran parte dei palermitani, di quella che è la loro mentalità. Continua »

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  • Vulcano, né fave né piselli please

    Una gitarella a Vulcano, un giorno di luglio apparentemente simile a tanti giorni di luglio siciliano. Cammino a piedi tra le accoglienti stradine nei pressi del porto. Osservo la natura che qui dà prova quotidiana della sua enorme vitalità. Sullo sfondo in alto la sommità e le fumarole del cratere .Le ceneri grigio gialle delle pendici. E da lì i primi cespugli verdi che vincono l’arsura e il calore fino trasformarsi in giardini e poi le abitazioni, alcune turistiche e altre dei residenti, in un fresco alternarsi di vegetazione e cortili. Mentre osservo i profili distanti dei patiti dell’arrampicata che vanno e vengono dalla cima, mi accorgo anche di quelle cose più vicine. Un giardino rispetto ad altri un po’ meno curato, poi un vigneto di malvasia con tanto di scritta “produzione DOC”. Nei pressi delle piscine termali, invece, una prima occasione di avvistamento: un cartello richiama un regolamento comunale o della azienda forestale non ricordo bene, e sopra vi è scritto un obbligo che non avrei mai immaginato potesse essere tale: DIVIETO DI COLTIVAZIONE DI FAVE E PISELLI. Continua »

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  • “Sotto le stelle della Zisa” ai Cantieri culturali

    “Sotto le stelle della Zisa” ai Cantieri culturali
    (foto di Rosellina Garbo)

    Verrebbe voglia di raccontare a chi non c’era (o a chi c’era e pare averlo dimenticato) che cos’è stato il cinema, prima di diventare una cosa del secolo scorso. Verrebbe voglia, in due parole, di raccontare lo stupore e la meraviglia. O di leggere i racconti dei grandi cinefili (che altro non sono se non uomini di passione) e dei loro incontri con la settima arte: incontri che hanno a che fare col caso, col segreto, con l’infanzia. Verrebbe voglia di riscoprire l’infanzia (ha ragione Serge Daney quando dice che il cinema è l’infanzia) e il suo portato di promesse. O di pensare – come mi scrive Paolo Greco, animatore del Nuovo Brancaccio negli anni ottanta e poi del Cinema Lubitsch, ultima sala d’essai che Palermo ha lasciato morire – che «un tempo, tanti, ma tanti anni fa, proprio in giorni come questi, finalmente la sera le arene aprivano le porte al mondo dei sogni. Tutti si correva a guadagnare un posto in prima fila. Famiglie intere, camminando per strade che ancora profumavano di gelsomino, andavano a vivere mondi impossibili. Che cosa bella è stato il cinema!». Verrebbe voglia insomma di legare il cinema alla geografia: e cioè alla scoperta di nuove strade, di luoghi utopici, di cambiamenti possibili. E di pensare che tutto questo è ancora possibile, che non siamo condannati a un’epoca senza cinema. Varrebbe forse la pena di illudersi ancora un po’, e di pensare al cinema come una cosa viva, un gioco serissimo – come tutti i giochi che si rispettano. E forse anche immaginare Palermo come una città che può avere un ruolo in questo gioco. Continua »

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  • Storia di un gatto

    Nerone era un bel gattone che sino a ieri viveva felice nel piazzale dell’aereoporto di Boccadifalco. Nerone trascorreva le giornate sopra a qualche muretto a riscaldarsi sotto al sole, e ogni volta che vedeva partire un elicottero o aereo sognava anche lui di poter volare. Sognava di librarsi nell’aria e poter finalmente cacciare ed acciuffare quegli uccelletti che, quasi a schernirlo, gli si posavano accanto per poi prendere il volo appena sentivano il suo passo felino.
    Nerone era un gatto curioso, e conosceva cosi bene il piazzale di Boccadifalco, che lo trovava ormai noiso. Che noia cacciare le solite serpine, lui voleva esplorare il mondo ed una sera di luglio si era ritrovato a passaggiare sul marciapiede di via Pitrè. Nerone non sapeva che l’oscurità ed il suo colore, vantaggio nel mondo felino, si trasformavano in pericolo sulle strade cittadine. In un lampo, complice la velocità di qualche auto, i sogni e le speranze del giovane Nerone svanirono di colpo. Continua »

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  • Non sarebbe meglio che il Comune si dedicasse alla città, piuttosto che alla politica estera?

    Come sapete in molti, la Giunta Comunale di Palermo ha deciso di prendere una posizione netta in merito alla grave crisi in corso in Medio Oriente.

    Due gli esempi più eclatanti: a Palazzo delle Aquile è stata esposta una bandiera della Palestina; la presenza del gonfalone del Comune alla fiaccolata in favore della popolazione di Gaza.

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  • Isola pedonale violata in via Belmonte

    Non solo le isole pedonali del centro storico, anche quelle del cosiddetto “salotto buono” vengono prese di mira e invase dalle macchine.
    È quanto succede da alcuni giorni in via Principe di Belmonte, in un’area pedonale a ridosso di piazza Ignazio Florio, sorta appena un anno fa su iniziativa dei commercianti e degli albergatori della zona.

    Isola pedonale violata in via Belmonte

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  • Da Palermo un messaggio di pace

    «Sciarra chitarra musica e battaglia», quante volte da bambini abbiamo cantato questo ritornello per sancire ufficialmente un litigio in atto con un amico, è nella tradizione palermitana, una cosa che si è tramandata da una generazione all’altra.
    Chissà da quanto tempo visto che noi siamo di origine araba e dalla lingua degli islamici abbiamo ereditato tantissimi termini di uso comune compreso questo.
    Sciarra deriva dall’arabo “sciara” o più probabilmente dal persiano “sciur”; in entrambi i casi la traduzione è “litigio, rissa”.
    Da bambini litigavamo spesso ma facevamo altrettanto velocemente la pace; i litigi dei grandicelli invece sono di maggiore portata ed intensità.
    Dicono che gli arabi sono litigiosi e quindi noi palermitani gli somigliamo molto; sarà un luogo comune? In fondo noi fummo la capitale del loro regno.
    Di certo facciamo pace alla stessa maniera; sarà capitato anche a voi dopo un litigio tra due persone auspicare “’a vasata”, «amunì, ‘un c’è nienti ‘a vasata».
    Per una questione di casuale assonanza abbiamo pensato per secoli di parlare il dialetto e di dire “la baciata”, invero il tradizionale bacio pacificatore tra due persone che litigano.
    Invece abbiamo parlato arabo utilizzando lo stesso termine che gli arabi usano per le riconciliazioni dopo i litigi o le guerre: “wasatia”, che si pronuncia alla stessa identica maniera, semplicemente perché è la stessa parola tramandata di generazione in generazione di arabi fino ai giorni nostri. Continua »

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  • Aiuole abbandonate in via ammiraglio Rizzo

    Queste sono le condizioni in cui ormai da mesi versano i marciapiedi di via ammiraglio Rizzo.
    Le aiuole sono incredibilmente sporche e piene di erbacce che, in alcuni casi, raggiungono altezze tali da sembrare piante messe lì volontariamente, quando invece questo vale solo per gli alberi, che dovrebbero essere i soli ad occupare i vari piccoli fazzoletti di terra.
    Questo fastidioso stato di abbandono, oltre a dare una sensazione di igiene assente e di degrado, fa sì che si instaurino anche pericolose situazioni, infatti tutta quest’erba secca favorisce l’annidarsi di zecche (diffusissime sul territorio in questo periodo dell’anno, ma intollerabili sul marciapiede sotto casa) che diversi cittadini della zona hanno trovato sui propri cani non appena entrati in contatto con la stessa.

    Aiuole abbandonate in via Ammiraglio Rizzo Aiuole abbandonate in via Ammiraglio Rizzo

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