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domenica 23 feb

Archivio per la categoria 'Ospiti'

  • Aldo Naro, un mese dopo

    Sulla morte di Aldo Naro (il trigesimo è stato sabato) si è scritto molto, forse troppo, ma ogni volta che la cronaca ci tocca così da vicino fino a lambire gli spazi di una quotidianità che ritenevamo immune dal contagio della violenza e della morte è inevitabile lasciare libero sfogo al flusso delle emozioni.

    Animati da un dolore incredulo e da una legittima esigenza di verità, abbiamo espresso rabbia, invocato giustizia, ed attraverso la rielaborazione personale abbiamo tentato di fornire una spiegazione a quanto accaduto quella notte.

    Tutti, indistintamente, abbiamo provato un lungo brivido nel seguire gli sviluppi di questa tragica vicenda, animati dalla consapevolezza di aver scampato tante volte il medesimo pericolo in una vita che assume i tratti di una partita a dadi con un destino talvolta benevolo, altre cinico e baro. Continua »

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  • Lavoratori Almaviva: flash mob contro l’immobilismo

    Si sono dati appuntamento a piazza Politeama oggi pomeriggio i lavoratori del call center Almaviva di Palermo e, tra la sorpresa dei passanti, hanno inscenato una protesta non priva di significato. 500 anime che improvvisamente si sono assembrate e, per 5 minuti almeno, sono diventate statue. In mano un foglio di carta, con su scritto #IoSonoAlmaviva, l’hashtag che identifica la loro precarietà. In 1700 rischiavano il posto di lavoro. Continua »

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  • Palermo e… L’ultimo spettacolo

    Quando eravamo piccoli – noi degli anni ’80 – guardavamo in tv i telefilm dove il principale luogo di incontro era, quasi sempre, un grosso centro commerciale con annesse sale cinematografiche. Ci siamo un po’ cresciuti – in effetti – con il mito del luogo di aggregazione e con l’idea del cinema dove poter scegliere tra numerose sale. Oggi, noi che quei telefilm li seguivamo da un tv color 14” in quel di Palermo, sembriamo finalmente esser stati raggiunti da quel progresso, quelle mode e quelle abitudini. Continua »

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  • Vi racconto (da donna) come si fa sport a Palermo

    Intanto mi presento, sono il direttore sportivo della Futsal P5, squadra di calcio a 5 (futsal) femminile che milita nel campionato nazionale di Serie A. Ok, non storcete il naso, avete capito bene: sono un DS donna, gestisco una squadra di donne, sono responsabile di una società interamente composta da donne e militiamo in un campionato nazionale Figc.

    Io lo capisco che il calcio a Palermo è solo “U Paliemmu” e che il calcio è “robba ri masculi”, ma vi posso garantire che anche le “femminelle” hanno tanto da dire. Continua »

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  • L’assuefazione a certi comportamenti non consente di coglierne l’anomalia

    Lo scorso settembre mi trovavo a Palermo e un pomeriggio, a conclusione di una passeggiata nel quartiere del Capo, arrivai a Villa Bonanno, per me uno dei luoghi più affascinanti della città.
    Attraversandola, notai un gruppo di persone sotto il monumento dedicato a Filippo V.
    Incuriosito, mi avvicinai e così vidi che si trattava di persone che partecipavano ad una visita guidata.
    A un certo punto, la mia attenzione fu colpita da un gesto compiuto da un signore, di non giovane età, che collaborava con chi guidava quel gruppo di persone nell’illustrazione di quel monumento: mentre raccontava alcuni episodi legati all’epoca alla quale risale quel gruppo scultoreo, finito di fumare (non ricordo se una sigaretta o un sigaro), gettò il mozzicone, con assoluta naturalezza, all’interno dell’area racchiusa dalla cancellata che circonda quel monumento, di quel monumento di cui esaltava la bellezza. Continua »

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  • Ars amandi

    Pochi giorni fa, il 3 marzo, ho avuto il mio “battesimo dell’ARS”, la mia prima volta alla Sala D’Ercole, la sala del parlamento siciliano, all’interno di Palazzo dei Normanni a Palermo, dove si discuteva un ddl contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere che, insieme a molti altri, ho contribuito a scrivere. Continua »

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  • Un figo di nome Massimo con un cesso che si chiama Palermo

    Tempo addietro passeggiavo per le vie del centro, di lì a poco sarebbe finita l’estate e decisi di prendere una grattatella davanti al Teatro Massimo. Quando pigghiavu e m’assittavu n’u scaluni proprio davanti ‘a ‘nfirriata, orgoglioso per il via vai di turisti che si soffermavano ad ammirarlo, mi scattai un selfie di rito con la grattatella, la facciata del Teatro e la didascalia «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita…la grattatella li rinfresca».
    Ad un certo punto vidi avvicinarsi una carrozza… «Tis is Massimo de Teatr very biuti det de uord. If iu uont tu du en foto, iu du!» (leggasi con forte cadenza e strascicata palermitana).
    A quel punto la mia giornata venne stravolta! Da un lato ero estremamente divertito, il cocchiere con garbo (e coraggio) aveva appena riferito che “quello era Massimo, il teatro più bello che il mondo!”, dall’altro un po’ dispiaciuto in quanto non riuscivo a capacitarmi del perché non si potesse “legalizzare” il “servizio carretti” affiancando, ai cocchieri, studenti di lingue e/o arte che potessero dire qualcosa di più su quello che forse è uno dei monumenti più importanti della nostra città!
    Quel pensiero però rimase ancorato a quel momento e, di fatti, me ne dimenticai…
    Ieri però ho preso un caffè proprio lì, accanto “a Massimo” e questo è quello che mi son trovato davanti (la foto non è stata modificata in alcun modo, è una banalissima panoramica tirata fuori da uno smartphone comune).
    A quel punto ho esclamato «Mi***ia se è bello”. Se ne sta lì, tutto solo, ma spadroneggia e si pavoneggia. Nie’ piccio’ troppu beddu è!». Continua »

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  • La statua di Santa Rosalia a Monte Pellegrino e le statue di Mosul

    Già di certo conoscerete lo stato delle cose. Ma oggi, ero lì in bici, ho dovuto spiegare a due turisti americani cosa fosse questa statua e perché qualcuno avesse deciso di imbrattarla in questa maniera. Per adesso tutti ci sconvolgiamo, indignamo e “scozzoliamo” per quattro pecorari pazzi prendono a martellate statue antiche. Nessuno di questi “scozzolati” però si indigna se la statua della santa patrona di Palermo (ci puoi credere o no ma è una questione di rispetto) è ridotta un cacatoio pieno di scritte. Però poi a luglio tutti al Festino… E guai cu c’u tocca!! Siamo bestie. Continua »

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  • “Non ho tempo da perdere”

    Tra i corridoi del supermercato di via Lanza di Scalea – nel via vai generale – ci sono due donne che fanno la spesa. Ognuna di loro ha con sé i propri due figli.

    La prima signora ha circa cinquant’anni, è in leggero sovrappeso e ha il viso truccato come quello di “Moira Orfei”.
    Indossa dei jeans della Pinko, stretti come una seconda pelle, con relativo culo in bellavista e maglia Desigual, dai colori sgargianti, con una vertiginosa scollatura.
    Ogni essere umano di sesso maschile – dai 10 anni in su – osserva quelle giganti rotondità, come se celassero le risposte a tutti i misteri dell’universo.

    I due figli le saltellano intorno frignando continuamente, voglio questo e voglio quello, mentre la madre, con una mano spinge il carrello, e con l’altra, tiene d’occhio il display dello smartphone. Continua »

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  • Manuale di sopravvivenza per le giornate palermitane di pioggia

    Confusi e sbigottiti, i palermitani vivono ormai con rassegnazione le continue giornate di pioggia. Non vogliono più neanche guardare le previsioni del tempo. Il numero di foto di arcobaleni pubblicate su Instagram è sceso del 95 percento, e gli aggiornamenti di stato relativi al meteo su Facebook sono calati del 60 percento (sono perlopiù lamentele), mentre sempre più individui sono preda del malumore*.

    Urge, a questo punto, un manuale di sopravvivenza con consigli pratici per affrontare tutto ciò. Continua »

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  • La palazzina di via Maqueda

    C’è un palazzo di tre piani proprio di fronte ad una chiesa, in quella via che scende dal Teatro Massimo fino alla stazione e che a piazza Vigliena si interseca formando una croce con l’altra, quella che va da Porta Nuova a Porta Felice.
    Il primo piano è disabitato, le case sono vuote; al secondo ci sta una vecchia da un lato ed un parrino dall’altro, ma pure loro non ci sono mai.
    Vice’ ha affittato il buco che hanno ricavato abbassando il tetto di un appartamento creando una stanzetta umidiccia e fredda, senza riscaldamenti ma molto economica.
    Effetti collaterali della separazione, gli hanno tolto ogni cosa; figlio, casa, dignità e tutto il resto.
    L’inverno non vuole finire, dall’unica finestrella passano gli spifferi, la stufetta elettrica non funziona; esce nel pianerottolo, si fuma una sigaretta, che nottataccia.
    Ha i brividi.
    Lei è uscita all’improvviso, si è spaventata quando l’ha visto tutto imbacuccato e la marlboro in mano; non si è nemmeno resa conto di non indossare la parrucca. Continua »

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  • Fenomeni palermitani

    «Generazione di fenomeni, tutti eroi; generazione di fenomeni, come mai?».
    Così cantava Gaetano Curreri, frontman degli Stadio, nel 1991. Così potrebbe cantare, a 24 anni di distanza, tutta Palermo.
    Sì, perché quella che si sta affacciando all’Italia negli ultimi mesi è una vera e propria generazione piena di talenti in molti campi artistici, soprattutto per quel che riguarda la categoria degli Under 30. Continua »

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  • Franco Battiato ce l’aveva già detto

    Cantautore, compositore, regista e persona dotata di curiosa capacità di interpretare il futuro: se dovessi aggiornare la voce di Wikipedia dedicata a Franco Battiato, aggiungerei proprio quelle parole in corsivo. Correvano infatti più o meno gli anni Ottanta quando, nelle sue canzoni, descriveva benissimo alcuni aspetti dell’epoca attuale – e ne anticipava altri. Per dirla tutta, poi, aveva anche previsto che la sua carriera da assessore avrebbe avuto breve durata: sulle note di Up patriots to arms, già nel 1980, cantava «Mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura». Continua »

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  • Piazza di Spagna in mano alla civiltà della tifoseria rosanero

    Campeggia su molte bacheche virtuali una foto suggestiva di piazza di Spagna, colorata nella festa rosanero del 29 maggio 2011, oltraggiata dai barbari invasori olandesi.
    La esibiamo con orgoglio, la ostentiamo quale coccarda di civiltà da appuntare al petto dimentichi di come noi stessi ogni giorno infieriamo impunemente sulle nostre piazze e sulle nostre strade a riprova della irresistibile tentazione di fare della nostra vita un romanzo, talvolta avvincente, altre grottesco.

    Smarrito l’orgoglio, persa la speranza, come naufraghi nella tempesta ci aggrappiamo al relitto della superbia. Alla sua fonte si sono abbeverate intere generazioni di palermitani che oggi si aggirano alla ricerca di frammenti di realtà sui quali costruire la propria fragile epopea cittadina. Continua »

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  • Io sono Filippo Neri

    Mi chiamo Filippo Neri, sono stato un presbitero italiano nel 1500 e, in seguito, mi hanno nominato anche santo.
    Nella mia vita ho cercato di radunare ragazzi di strada per concedere loro svago, momenti di festa, di liberazione dai problemi che ogni giorno li attanagliavano senza sosta.
    Il giullare di Dio, così ero chiamato.
    Qualche decennio fa, durante una schitarrata a Paradise City (ho tanto tempo libero qui), uno di questi ragazzi di strada, che mi raggiunse tra le nuvole un po’ dopo, mi disse che a Palermo avevano assegnato il mio nome a una nuova zona, creata dal nulla nella periferia nord della città. Disse che era il quartiere popolare, quello dove tutti i ragazzi di strada, nullatenenti o con un passato difficile alle spalle, sono stati riuniti e disse anche che il mio nome doveva servire da monito, come se, dall’alto, la città aveva affidato a me le chiavi della felicità di questi giovani, proprio come facevo un tempo con i miei ragazzi.
    Beh, è un lavoro molto difficile lo ammetto. Si ride, si scherza, però non è facile riuscire a sradicare il passato turbolento dal cuore e dalla mente di chi, nella propria vita, ha solo subìto; ci si prova ogni giorno e, alla distanza per fortuna, i risultati si vedono. Certo, non posso sapere cosa succede quando si torna a casa dai genitori. Lì finiscono i miei momenti, i miei attimi di svago, e iniziano i loro insegnamenti. Continua »

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  • Promemoria fantastico per Leoluca Orlando

    Ciao Leo,
    non ci conosciamo e non ho avuto l’onere di votarLa alle ultime comunali, perché quel giorno, proprio mentre mi recavo alla cabina elettorale, sono inciampato fratturandomi nove dita.
    Per questa mia mancanza, è giusto che continui questo appello informativo dandoLe del Lei maiuscolo.
    Vorrei renderLe conto, o, se ne è già al corrente, vorrei ricordarLe che qualche mese fa sono cascati dallo spazio due o tremila piccoli asteroidi proprio su Palermo – a dire il vero su tutte le circoscrizioni di Palermo, ad eccezione di via Libertà e dintorni. Ebbene, all’impatto – terribile impatto, Leo, terribile – si sono formate delle buche più o meno ingombranti e profonde su quasi tutte le strade della nostra amata città. Tra queste buche, Sindaco, spero che possa riscontrare personalmente, ce ne sono alcune davvero larghe e così profonde che non troppo raramente mi imbatto in sventurati bagnanti, già insoddisfatti, anche loro, per l’assoluta noncuranza delle nuove piscinette. Continua »

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  • Si può morire per un cappello?

    Sono in macchina con mamma Gisella e mentre mi destreggio nel traffico, restiamo ferme all’altezza di una di queste bancarelle del carnevale: le maschere sono tutte appese al tendone che funge da tetto ma, ad altezza finestrino macchina, ecco schierata una doppia fila di cappelli, in esposizione davanti gli occhietti della mia mamma che mentre li indica mi dice: «Ale guarda quei cappelli, pensa che “quel povero ragazzo” è morto per uno di questi… Si può morire per un cappello?».

    Non riesce a finire questo pensiero senza gonfiarsi gli occhi di lacrime.
    Piange…piange da sabato..mamma Gisella piange perché è nissena come “quel povero ragazzo” che è entrato nel suo cuore, immaginando un venticinquenne che coltivava il sogno di curare pazienti.
    Piange perché al tg dicono che la mattina di quel venerdì, in cui non sapeva di essere atteso da una morte cruenta, aveva telefonato a Sua madre dicendole «SONO FELICE»: piange al pensiero che quella stessa sera era uscito con gli amici per onorare la sua laurea in Medicina con altri festeggiamenti in maschera…ecco perché quei cappelli di Carnevale. Continua »

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  • “Sicilian Characters”: semu personaggi e nuddu ‘u sapi

    Nel romanzo dell’esistenza i siciliani sono protagonisti complessi: orgogliosi, polemici, rumorosi, a tratti ermetici, indubbiamente di cuore e ingegnosi, strafottenti, di sicuro mai banali. Osservandoli, non puoi fare a meno di pensare che, per loro, essere “personaggi” sia perfettamente normale. Così, in una versione riveduta e moderna, le pagine del romanzo hanno preso la forma di fotogrammi e la penna dello scrittore si è trasformata nell’obiettivo di una telecamera. Loro, invece, sono diventati Sicilian Characters, personaggi, appunto, del progetto di ricerca di Isla Produzioni legato al territorio. Continua »

    Ospiti, Videoblog
  • Da Palermo in su, le web radio danno i numeri

    Chi mi conosce lo sa, parlo quasi sempre di web radio. È la mia passione da ormai dieci anni e credo lo sarà anche in futuro.

    Cosa sia la web radio è lungo da spiegare, in poche parole è come la radio normale, solo che non usa le onde ma la rete Internet ed è complicato sentirla in macchina. Ci sono tanti vantaggi che le web radio hanno rispetto alle radio tradizionali, come il potersi sentire anche in Cina, ma li sponsor non credo lo abbiano ancora capito molto bene…

    Uno dei problemi che ha questo mondo è il fatto di essere troppo popolato e molto complesso. Per ascoltare una web radio bisogna ricordare il nome di un sito internet, scaricare player, oppure andare su itunes e cercare, tunein ed iscriversi, bla bla bla…

    Ecco che mi sono domandato: «Come può la casalinga di Voghera preferire la web radio alla radio tradizionale se può ascoltarne soltanto una per volta e per ascoltarne più di una deve andare da un sito all’altro?».

    Ho pensato a lungo a come risolvere questo dilemma, ed è nato il Web RadioComando. Continua »

    Ospiti
  • Si spicca Il Volo, da Sanremo all’Eurovision Contest

    Tre ragazzi, che al massimo raggiungono i venti anni, vincono il Festival di Sanremo atteggiandosi ad artisti navigati, come se avessero cinquanta anni. Come ha precisato anche Selvaggia Lucarelli «hanno vinto i finti giovani».
    In Italia funziona, purtroppo.
    Il Volo, di cui 2/3 sono siciliani, hanno stravinto con una canzone che univa voci strepitose (per età ed esperienze sul campo) e melodie orchestrali raffinate ad un testo così banale che, al confronto, Italia amore mio di Pupo ed Emanuele Filiberto è un capolavoro intramontabile.
    Sul podio finiscono “Mr. Tomorrowland Italia 2015” Nek e l’eleganza di Malika Ayane, ancora una volta costretta ad accontentarsi delle briciole (anche se il premio della critica Mia Martini proprio una briciola non è).
    Torniamo ai tre vagiti tenorili; il web si è scatenato appena è stato letto il nome dal “genio della lampada” Carlo Conti.
    Quasi tutti contrari all’esito finale, nessuno li ha votati, esattamente come quando Berlusconi vinceva le elezioni e tutti si guardavano spaesati, convinti di avere votato anche Pluto e Topolino fuorché lui. Continua »

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