AAA Peppe Nappa cercasi
Con le festività natalizie alle spalle, in genere, mi trovo alle prese con l’organizzazione di quello che per me è l’evento dell’anno: il Carnevale. A dire la verità, a Palermo non c’è una grande tradizione carnascialesca, o almeno io non ne conosco una. Qualche festa organizzata da alcuni locali della città, alcune sfilate in maschera, ma sostanzialmente resta una festa per i bimbi. E chi di noi, da bambino, non aspettava con impazienza la possibilità di potere essere una persona “speciale”? Io, ad esempio, sono stato Superman all’età di 5 anni. Poi sono diventato il “Principe Azzurro” (che tristezza di vestito…), poi un feroce guerriero saraceno. Sui 13 anni mi sono improvvisato punk e poi il nulla. Niente più feste a scuola, nessuna festa in maschera in casa di amici, nessuna domenica al giardino Inglese a scorazzare con il mio mantello rosso. Carnevale cadde nell’oblio.
Questo prima di scoprire le vere tradizioni carnascialesche, quelle che mobilitano intere cittadine, quelle sulle quali ci sono infinite dispute, quelle che, perché no, costituiscono un’importante fonte di guadagno per alcune città. Intere famiglie s’ingegnano per costruire maestose opere in cartapesta, accompagnate da colorati vestiti in maschera. E le “maestrie” vengono tramandate da generazione in generazione, tanto da far parlare di creazione di scuole carnascialesche e da far esportare le opere di casa nostra in altre città italiane. Continua »
Ultimi commenti (172.547)