Diciamocelo pure: Palermo è una delle città più belle d’Italia. Un parere che, spero vivamente, molti di voi condividano. Secondo me, la nostra amata/odiata città, può essere annoverata tra i gioielli del bel paese, al pari di Firenze, Venezia, Napoli e via dicendo. Ovviamente sono tutte città che hanno peculiarità in grado di renderle uniche e non confrontabili tra loro. Firenze, la culla del rinascimento, un museo a cielo aperto; Venezia, uscendo dalla stazione ferroviaria, è un colpo d’occhio al quale non si è preparati. Al di là delle soggettive preferenze, nessuno può obiettare sul fatto che entrambe le città siano belle in maniera originale.
Ecco, Palermo lo è allo stesso modo. Lo è nei monumenti che ne costellano il territorio. Lo è nelle contraddizioni che la caratterizzano. Lo è nella storia che ha determinato l’attuale struttura, la cui conoscenza deve accompagnare una visita della città. Lo è nel calore degli abitanti, che rende la città vibrante. Lo è nel cibo che ne rende la tradizione enogastronomica famosa in tutto il mondo.
Dimenticando per un attimo l’esigenza, a tutti i costi, di essere inedito ed originale, direi che Palermo è una donna bellissima, ma decisamente trascurata. Ha i baffi, i brufoli, i capelli ingarbugliati, puzza. E questo lo abbiamo ripetuto sino alla nausea. E mi sa che, anche se dovessimo continuare a ripeterlo, chi dovrebbe occuparsi della ripulita di questa “modella caduta in disgrazia” continuerebbe ad essere miope e, sinceramente, molto poco ambizioso. Continua »
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