Incontro Teresa nella sua casa dei “Piani”. È una donna di settant’anni. Indossa un vestito blu a fiori, fermato da una cintura bianca, un velo di rossetto sulle labbra, la pelle fresca e chiara. Il suo aspetto è quello di una donna distinta; i colori appropriati, il sorriso le dona dieci anni di meno. Mi accoglie, insieme al marito Tonino, 82 anni ben portati, corpulento, una bella pancia, in camicia celeste e pantaloni lunghi. L’appartamento, al primo piano, è luminoso, ha tre porte che danno sul terrazzo. Al pianterreno una famiglia di palermitani, riunita a mangiare attorno ad un tavolo zeppo di piatti, fa un gran baccano con le posate, il chiacchiericcio e le risate. Prima di entrare in casa mi soffermo sul terrazzo per uno sguardo al panorama. La casa sorge oltre la strada statale, a cinquanta metri dal mare. La striscia dei giardini ai margini della spiaggia è una serie ininterrotta di ville. Quest’anno il mare è stato generoso: ha depositato sulla spiaggia una grande quantità di sabbia per la felicità dei bagnanti. Anche tra gli antichi frutteti, a sud della casa, sorgono ville e villini; ciononostante il verde prevale ancora e la vista di questa grande piana rimane gradevole. Ad est lo sguardo arriva allo stabilimento balneare della Vetrana ed, in fondo, alla punta della Rocca di Cefalù. Sulla striscia di sabbia, lunga un paio di chilometri, dalla Vetrana ai Pilieri, si affollano i bagnanti che bivaccano, giocano a tamburello, si rincorrono, si tuffano, i giovani, e nuotano con vigorose bracciate, a beneficio delle ragazze che a gruppetti chiacchierano in acqua o sulla spiaggia, apparentemente noncuranti.
Teresa è l’unica componente, rimasta in Sicilia, di una famiglia emigrata in America. Continua »
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