Sono segni di un tempo che è cambiato. Sono giovani. Al primo lancio di agenzia, si precipitano davanti alla Questura di Palermo, per attendere l’arrivo del boss. Si portano dietro soltanto una bandiera della Sicilia, le magliette che incoraggiano a denunciare le richieste di pizzo e le loro facce, particolare – quest’ultimo – non di poco conto.
Ho sentito dire a una signora di mezza età, impiegata, titolo di studio licenza media inferiore: “Qualcosa si sta muovendo. Prima non era neanche immaginabile che i ragazzi si mettessero lì sotto, a viso scoperto, a farsi intervistare…ma pure quelli che erano a Calatafimi, ma chi? Un paese così piccolo…prima si chiudevano dietro le persiane… ‘A tiesta ci scippavano prima…Ma fu dopo Falcone e Borsellino che si sono cominciate a smuovere le cose…”.
Forse è proprio così. Certo, i ragazzi lì sotto che saltano e “stonano” inni a volto scoperto e gli agenti affacciati alle finestre col passamontagna che rispondono a tempo erano uno spettacolo unico.
Io ero a casa causa raffreddore di stagione. La faccia ce la metto oggi.
Alle forze dell’ordine e ai lettori di questo blog propongo un patto: loro prendono gli altri due e noi gli andiamo a fare la “ola” sotto la Questura, o dovunque li porteranno.
Ultimi commenti (172.546)